Un’assenza improvvisa, una lettera di estromissione, un servizio pubblico lasciato scoperto in uno dei fine settimana più affollati dell’anno. La vicenda dell’addetto con partita IVA rimosso dal servizio ascensori di via Baldassini e via XX Settembre ha innescato una serie di reazioni, interrogativi e tensioni che non coinvolgono direttamente l’attuale Giunta Fiorucci, ma si inseriscono nel solco di una crisi strutturale ben più ampia, che affonda le radici nell’era Stirati e nella gestione della società partecipata Gubbio Cultura e Multiservizi Srl.
Tutto è iniziato con una lettera formale inviata dall’amministratore unico Paolo Rocchi, che ha disposto l’immediata cessazione del rapporto con uno degli addetti a partita IVA, in servizio da anni presso gli ascensori pubblici. Una figura, questa, in servizio continuativo dal 2018, trattata nella sostanza come un dipendente, anche se formalmente priva di contratto di lavoro subordinato.
Di fatti l'addetto è stato trattato come un dipendente fin dal primo giorno. Turni fissi, obblighi, orari: tutto come un lavoratore interno, ma senza le tutele. Poi, una lettera e via. Senza nemmeno un grazie. Per questo motivo il lavoratore è ricorso alla tutela di un legale.
Secondo quanto trapelato, l’addetto avrebbe ricevuto un primo avviso di cessazione, che però non ha avuto effetto immediato, poiché ha continuato a coprire i turni per senso di responsabilità, fino all’arrivo della seconda comunicazione, definitiva e immediata.
L’estromissione è arrivata a ridosso del weekend delle Palme, un periodo già segnato da un notevole afflusso di visitatori, anche per la concomitante Spartan Race, evento sportivo di richiamo nazionale.
Sabato 12 aprile, nel pomeriggio, gli ascensori sono rimasti chiusi, senza alcun comunicato pubblico né da parte di Gubbio Cultura, né da Palazzo Pretorio. Il servizio pubblico essenziale è così risultato inaccessibile, generando malcontento, proteste e segnalazioni formali.
“Una figuraccia evitabile,” ha commentato un operatore del centro storico. “Bastava almeno avvisare. Invece, niente: serrande abbassate e silenzio.”
Il problema, però, non si riduce al singolo caso. Gubbio Cultura e Multiservizi, società interamente partecipata dal Comune, versa da tempo in una situazione di gestione precaria, con incarichi esterni, appalti in deroga, e personale gestito in modo borderline sul piano contrattuale.
Il servizio ascensori, affidato in deroga senza bando pubblico da mesi, prosegue sulla base di un contratto tacitamente prorogato, senza una nuova gara né una conferma formale. Una situazione irregolare, che potrebbe esporre sia la società che il Comune a rilievi da parte della Corte dei Conti o di altri organi di vigilanza.
Sul trattamento degli addetti con partita IVA – attualmente due, più una dipendente reintegrata per decisione del giudice – è stata avviata una verifica formale da parte dell’Ispettorato del Lavoro di Perugia.
Il timore è che l’uso prolungato di collaborazioni esterne in condizioni di quasi-dipendenza possa configurare irregolarità gravi, con rischio di sanzioni economiche, vertenze e conseguenze amministrative per la società e per l’Ente proprietario.
“È una situazione che non può più andare avanti così,” ha confidato un funzionario a conoscenza della vicenda. “Si naviga a vista da troppo tempo.”
L’amministratore unico Paolo Rocchi, commercialista, è stato nominato durante l’amministrazione Stirati, in un contesto già allora segnato da tensioni e polemiche, specialmente sul fronte dei parcheggi e del personale interno.
Nonostante feroci critiche rivolte da alcuni attuali membri della Giunta Fiorucci, tra cui l’assessore al Bilancio Filippo Farneti, Rocchi è stato finora confermato al suo posto, in assenza di una riorganizzazione completa della partecipata.
“La Multiservizi si porta dietro anni di scelte discutibili e mancata programmazione”, osserva un ex amministratore. “E oggi esplodono tutti i nodi.”
Ad oggi, restano in servizio due addetti con partita IVA e una dipendente a tempo indeterminato, già reintegrata dopo un contenzioso per il licenziamento legato al passaggio della gestione dei parcheggi.
Non è dato sapere se sia stata attivata una turnazione chiara, se siano stati ampliati gli orari per le festività, o se sia stata predisposta una copertura efficace in vista dei ponti primaverili.
“È tutto lasciato all’improvvisazione,” ha dichiarato un cittadino in una delle segnalazioni inviate al Comune. “Ma non si può giocare con i servizi pubblici.”
La vicenda dell’addetto estromesso è solo la punta dell’iceberg di una situazione ben più complessa: la crisi sistemica della Gubbio Cultura e Multiservizi, azienda che avrebbe dovuto garantire servizi di qualità al Comune e ai cittadini, ma che invece ha accumulato criticità organizzative, giuridiche e operative.
Non è un problema nato oggi. È il frutto di una lunga catena di errori, ritardi e mancate riforme. E oggi, come spesso accade, a pagarne le conseguenze sono i lavoratori e i cittadini.
“La politica deve avere il coraggio di cambiare davvero,” ha detto un operatore economico della zona. “Rivedere i modelli, fare chiarezza sugli incarichi, e garantire trasparenza e legalità. Perché la Multiservizi non è un problema di oggi, ma lo sarà anche domani se non si interviene subito.”