Il sindaco Vittorio Fiorucci ha firmato, lo scorso 4 luglio, la convocazione del Consiglio Comunale di Gubbio in sessione straordinaria per il 17 luglio 2024, ma questa ha sollevato una serie di polemiche e questioni legali delle quali vi è stato un lungo strascico e del quale daremo il resoconto. La lettera di convocazione, pubblicata da VivoGubbio, contiene diverse incongruenze che l’onorevole Rocco Girlanda ha prontamente evidenziato, portando la questione all’attenzione del prefetto di Perugia, Armando Gradone.
Una delle principali incongruenze riguarda la presenza degli assessori nell’indirizzario della convocazione. Secondo quanto riportato, il 4 luglio, data della firma della convocazione, gli assessori sarebbero già stati nominati. Tuttavia, non risulta alcun decreto agli atti del Comune che confermi queste nomine. Inoltre, c’è la questione della surroga dei tre consiglieri comunali che sono stati nominati assessori e che quindi devono essere sostituiti. Girlanda ha sollevato la questione durante l’assemblea, ma il sindaco Fiorucci ha scelto di non rispondere, mantenendo una linea di silenzio che ha aumentato le tensioni.
Un altro punto critico è la modalità di convocazione in forma mista, come previsto dall’articolo 36 del regolamento del Consiglio Comunale. Questo permette ai consiglieri di partecipare da remoto, ma crea un problema per quanto riguarda il quarto punto dell’ordine del giorno: l’elezione del presidente dell’assemblea e dei due vicepresidenti. Per legge, questo tipo di votazione in quanto coinvolge una persona, deve avvenire a scrutinio segreto, il che solleva la domanda su come sia possibile garantire la segretezza del voto a distanza.
Polemiche e contestazioni nella prima convocazione del Consiglio Comunale di Gubbio
Il presidente anziano del Consiglio Comunale, Jacopo Cicci, si è trovato subito in una posizione scomoda, presiedendo i lavori in un clima di evidente imbarazzo e difficoltà. Il segretario generale del Comune, Marco Angeloni, più volte sollecitato per un parere, ha minimizzato le preoccupazioni sollevate, sostenendo che la presenza in aula dei consiglieri all’atto dell’insediamento supera eventuali vizi di forma. Una risposta che non ha soddisfatto la minoranza, la quale ha chiesto di mettere ai voti le proprie istanze e di considerare un rinvio della seduta per eliminare ogni dubbio di legittimità. La maggioranza ha rifiutato entrambe le richieste.
Il consigliere comunale Simona Minelli ha partecipato a una parte dei lavori in aula e successivamente a distanza, trovandosi poi impossibilitata a esprimere il proprio voto sulla presidenza e le vicepresidenze dell’assemblea. Questo ha alimentato nuove critiche da parte della minoranza, che ha deciso di chiedere un parere legale preliminare e di coinvolgere il prefetto Gradone.
Secondo il parere legale, la seduta di insediamento potrebbe essere considerata illegittima, il che esporrebbe il Comune di Gubbio a una situazione imbarazzante con possibili ripercussioni a livello nazionale.
Se la seduta venisse dichiarata illegittima dal prefetto, tutti gli atti conseguenti, inclusa l’elezione del presidente Mattia Martinelli e dei vicepresidenti Riccardo Ciliegi e Luigi Girlanda, verrebbero annullati. Questo scenario rappresenterebbe un duro colpo per la nuova amministrazione di Fiorucci, che già affronta una partenza problematica.
Nella lettera di convocazione una serie di errori da parte del sindaco
La situazione che si è presentata già alla prima convocazione, mette in evidenza una serie di errori e mancanze nella gestione politica e amministrativa del sindaco Fiorucci, forse dovute a inesperienza. La decisione di mantenere il silenzio su questioni essenziali, come la nomina degli assessori e la modalità di voto, ha avuto l’effetto di aumentare le tensioni e le critiche. La contrarietà a rispondere alle richieste della minoranza e a considerare un rinvio della seduta rivela una gestione che potrebbe apparire autoritaria ma che è invece incerta e claudicante.
Inoltre, la decisione di includere assessori senza una chiara documentazione di nomina e senza aver risolto la surroga dei consiglieri dimostra una mancanza di attenzione alla forma che nel diritto amministrativo è spesso anche sostanza. Questo fatto potrebbe produrre conseguenze gravi, non solo per la legittimità della seduta, ma anche per la credibilità dell’amministrazione stessa.
Le polemiche nate in seno al primo Consiglio Comunale di Gubbio rappresentano un inizio turbolento e pieno di incertezze per l’amministrazione di Vittorio Fiorucci. La gestione della situazione delineatasi in Consiglio Comunale da parte del sindaco e della maggioranza lascia molte incertezze sulla capacità di Fiorucci di ricoprire il ruolo di sindaco e potrebbe avere conseguenze dirette sulla stabilità politica del Comune anche in tempi brevi.