A Gubbio si torna a parlare dei LeD – Liberi e Democratici – grazie all’ingresso in Consiglio Comunale di Erika Fiorucci, che subentra ad Alessia Tasso, dimissionaria. Il gruppo civico fondato da Filippo Mario Stirati, ex sindaco per dieci anni, riconquista così la seconda presenza in Aula dopo mesi difficili segnati da sconfitte elettorali, riposizionamenti politici e dure critiche interne ed esterne.
Le dimissioni di Tasso, passata al Partito Democratico prima di abbandonare il Consiglio, hanno offerto un'occasione significativa per i LeD, che con la nomina di Fiorucci vedono riattivarsi uno spazio di rappresentanza consiliare fondamentale per la loro strategia futura.
Il nome di Erika Fiorucci non è nuovo all'ambiente civico eugubino. Attivista di lungo corso nel mondo progressista locale, è conosciuta per la sua coerenza e per un profilo politico sobrio ma determinato. La sua scelta di accettare la surroga a consiliatura avanzata, come sottolineano gli stessi LeD, «è un atto non scontato», soprattutto in un momento in cui l'intero progetto civico è in fase di ricostruzione dopo la pesante sconfitta del 2024.
Nel messaggio ufficiale di benvenuto, i LeD evidenziano proprio questo:
«Ringraziamo con convinzione Erika Fiorucci che ha deciso di raccogliere questo testimone con spirito di servizio e senso di responsabilità. Entrare in un’istituzione a consiliatura avanzata non è mai semplice: lo è ancora meno quando si sceglie di farlo rimanendo fedeli a una visione autonoma e spesso scomoda».
L'ingresso della nuova consigliera ristabilisce un equilibrio simbolico e politico importante. Dopo mesi in cui i LeD erano rimasti rappresentati da un solo consigliere, la seconda voce in Consiglio riapre scenari di confronto più articolati. Non è solo una questione numerica, ma di legittimazione: per un gruppo che ha fatto della coerenza e dell’autonomia la propria cifra identitaria, il ritorno a una doppia rappresentanza significa poter incidere maggiormente, anche da posizioni di minoranza.
Scrivono ancora i LeD: «È un fatto politico, significativo, che ristabilisce la rappresentanza scelta dai cittadini».
I LeD escono con le ossa rotte dalle elezioni comunali del 2024, che hanno visto la destra conquistare Gubbio per la prima volta dopo 78 anni. Filippo Mario Stirati, escluso da ogni lista del centrosinistra, non è riuscito a ottenere il seggio regionale auspicato. Ma a differenza di altri, sottolineano dal movimento, i LeD hanno affrontato la sconfitta «assumendosene fino in fondo la responsabilità».
Non mancano i riferimenti polemici a chi, dopo la debacle, ha scelto di cambiare bandiera o di scomparire dai radar politici:
«Anche quando qualcuno ha preferito riposizionarsi, noi abbiamo scelto di restare, di continuare, di costruire. Non per orgoglio personale, ma per rispetto del mandato che ci è stato affidato».
In questo quadro, l’ingresso di Fiorucci non è solo un passaggio tecnico, ma parte di un processo di rifondazione culturale e politica che punta a ricostruire il legame con l’elettorato di sinistra.
Nel comunicato dei LeD, pur non citata esplicitamente, si avverte un chiaro riferimento critico alla condotta di Simona Minelli, ex assessore ed esponente dell’opposizione, nota per le sue uscite eccentriche. La richiesta al Consiglio Comunale di occuparsi del conflitto in Palestina, mentre la città affronta problemi ben più immediati – dal dissesto delle strade al degrado urbano – ha sollevato numerose perplessità.
In questo contesto, l’ingresso di una figura misurata come Fiorucci viene percepito come un ritorno alla serietà e alla concretezza: un’opposizione che, pur restando critica, sceglie di essere «vigile, propositiva, costruttiva».
I LeD non nascondono la crisi attraversata. Nati come progetto civico forte e identitario, per anni alla guida della città, si sono trovati improvvisamente estromessi dai giochi. Eppure, nella nota di accompagnamento all’ingresso di Fiorucci, ribadiscono con forza che non si considerano un cartello elettorale, ma un progetto di lungo periodo.
«LeD non è nato come un contenitore elettorale, e non si è mai ridotto a un cartello di circostanza. È stato ed è una scelta politica, culturale e civile».
Una dichiarazione che suona come sfida, rivolta tanto agli ex alleati che li hanno lasciati soli quanto alla nuova amministrazione di centrodestra.
Il nuovo corso passa dunque da una duplice direzione: presenza in Aula e ricostruzione nel territorio. Se da un lato Erika Fiorucci rappresenterà i LeD nel Consiglio, dall’altro il gruppo continua il percorso di dialogo e confronto con le realtà sociali e civiche locali.
Nel messaggio conclusivo si legge: «Con il ritorno a due consiglieri, LeD torna pienamente e legittimamente in campo in questo Consiglio Comunale: non per fare testimonianza, ma per esercitare un’opposizione seria, vigile, propositiva, e per rilanciare con forza quella visione di città per cui ci siamo spesi fin dall’inizio».
Una visione fondata su parole chiave che tornano più volte: giustizia, trasparenza, inclusione, autonomia.
In un panorama politico locale ancora in fase di assestamento, il ritorno a due consiglieri per i LeD è un segnale da non sottovalutare. Nonostante la caduta, il gruppo civico dimostra di voler rimanere in campo, non come semplice opposizione di principio, ma come voce critica e propositiva.
Con l’ingresso di Erika Fiorucci, i LeD puntano a riconquistare fiducia, mostrando che l’autocritica, se sincera e seguita da scelte coerenti, può rappresentare la base per una nuova fase politica. La partita è tutt’altro che chiusa. E a Gubbio, nonostante tutto, la sinistra civica non ha detto l’ultima parola.
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