Cinque punti in tre giornate e la sensazione di una squadra già solida, compatta e propositiva. È questo il bilancio del Gubbio di Domenico Di Carlo dopo l’avvio di campionato in Serie C. Un percorso fatto di una vittoria e due pareggi che certificano la bontà del lavoro svolto in poche settimane dall’esperto allenatore, capace di imprimere subito la sua filosofia a un gruppo rinnovato e con tanta voglia di stupire.
L’esordio vincente a Rimini (0-1) ha dato fiducia, seguito da due pareggi consecutivi per 1-1 al “Pietro Barbetti”: prima contro la Sambenedettese, poi in un derby carico di emozioni contro il Perugia. Tre prove che hanno mostrato non solo un Gubbio corto e aggressivo, come vuole il suo allenatore, ma anche una squadra in grado di giocare con coraggio, di reggere l’urto nei momenti complicati e di creare problemi a chiunque.
Chi conosce Di Carlo non è sorpreso. E' un allenatore di esperienza, capace di trasmettere principi chiari: organizzazione difensiva, compattezza, transizioni rapide e spirito di sacrificio. In poche settimane ha dato al Gubbio una precisa identità. La squadra corre, accorcia, lotta su ogni pallone e prova sempre a giocare, senza limitarsi a difendere.
Il 3-5-2 di base si trasforma spesso in campo in un 3-4-2-1 con esterni rapidi e un centrocampo dinamico. Il lavoro senza palla è maniacale: pressing alto quando serve, densità centrale e ripartenze veloci. Non è un caso che i rossoblù abbiano raccolto cinque punti, ma soprattutto abbiano mostrato personalità anche contro avversari quotati.
Se il Gubbio funziona, gran parte dell’attenzione mediatica è stata però catturata da un volto nuovo: Halid Djankpata, centrocampista classe 2005 arrivato in prestito dallo Spezia nelle ultimissime ore di mercato.
Appena sbarcato in Umbria, il giovane talento non ha avuto neanche il tempo di ambientarsi: mister Di Carlo, spinto dalle necessità, lo ha lanciato da titolare nella seconda giornata contro la Sambenedettese. Dopo appena sei minuti, l’ex Everton ha rimediato un’ammonizione che poteva condizionarlo. Invece, ha disputato novanta minuti da veterano, senza mai tirarsi indietro.
La sua lettura difensiva, la capacità di recupero palla e il temperamento hanno impressionato. Djankpata veniva da una stagione quasi interamente di inattività, ma in campo sembrava non aver perso ritmo. E soprattutto ha mostrato margini di crescita enormi, in particolare sulla verticalità, elemento centrale nel gioco richiesto da Di Carlo.
Chi pensava che quella contro la Sambenedettese fosse stata una prestazione isolata si è dovuto ricredere pochi giorni dopo. Nel derby con il Perugia, il classe 2005 ha alzato ulteriormente il livello. Una gara di grande sacrificio e qualità: pressing continuo, chiusure puntuali, progressioni palla al piede e un’intensità fuori dal comune.
Al 77’, stremato, Di Carlo lo ha sostituito. E il “Pietro Barbetti” si è alzato in piedi per regalargli una standing ovation. Un gesto che racconta meglio di qualsiasi commento l’impatto che questo ragazzo ha avuto sul pubblico eugubino, che riconosce in lui lo spirito battagliero che da sempre appartiene alla piazza.
Guardandolo giocare, la sensazione è di trovarsi davanti a un calciatore già pronto per palcoscenici più importanti. Non a caso, oltre al Gubbio, sorride anche lo Spezia, proprietario del cartellino, che potrebbe ritrovarsi tra un anno un giocatore maturato e pronto al salto di categoria.
Djankpata è cresciuto nel settore giovanile dell’Everton, dove ha respirato i ritmi e le intensità del calcio inglese. Nonostante l’ultima stagione vissuta tra difficoltà e stop, quell’esperienza lo ha formato dal punto di vista fisico e mentale.
In Serie C la sua struttura atletica fa la differenza: contrasti vinti, resistenza alla fatica, capacità di tenere il campo con personalità. Non è un caso che Di Carlo abbia scelto di affidargli subito la regia della mediana, nonostante la giovane età.
Il futuro è tutto dalla parte di Djankpata. Con la guida di un tecnico esperto come Di Carlo e il sostegno di un gruppo compatto, il centrocampista ha l’opportunità di crescere e perfezionare i suoi punti deboli. Migliorare la qualità nelle verticalizzazioni e nei tempi di gioco sarà la chiave per completare il suo bagaglio tecnico. Il suo arrivo è frutto dell’occhio attento del direttore sportivo Mauro Leo, che sotto le direttive del presidente Sauro Notari ha saputo cogliere un’occasione di mercato importante. Una scommessa che in pochi giorni si è trasformata in una certezza.