Dense nubi sul futuro della Gubbio Cultura e Multiservizi Srl, la società in house interamente controllata dal Comune di Gubbio, al centro di discussioni praticamente sin dalla sua costituzione, avvenuta sotto l’amministrazione dell’allora sindaco Orfeo Goracci. Nel corso degli anni, la partecipata è stata spesso al centro del dibattito politico cittadino, diventando strumento utile per la gestione di diversi servizi pubblici ma anche oggetto di polemiche per le modalità di reclutamento del personale, in alcuni casi avvenute tramite chiamata diretta e non attraverso concorsi aperti.
La società ha gestito nel tempo servizi considerati essenziali per la città, come gli ascensori pubblici di via Baldassini e via XX Settembre, che collegano parti strategiche del centro storico e che sono utilizzati ogni giorno da residenti e turisti. Proprio su questo fronte è arrivato recentemente l’intervento dell’Ispettorato del Lavoro di Perugia, che ha acceso i riflettori sulle modalità di impiego degli addetti al servizio.
Secondo quanto emerso, gli ispettori hanno contestato la posizione di alcuni lavoratori impiegati nella gestione degli ascensori, titolari di partita IVA ma di fatto organizzati con turnazioni e orari assimilabili a un rapporto di lavoro dipendente. Un primo verbale di rilievo è già stato trasmesso, aprendo così a possibili ulteriori verifiche e accertamenti.
“L’intervento dell’Ispettorato – spiegano fonti vicine alla vicenda – mira a verificare il corretto inquadramento giuridico dei rapporti di lavoro e a garantire il rispetto delle normative in materia di sicurezza e tutela dei lavoratori.”
L’attenzione degli organi di controllo ha quindi portato l’Amministrazione comunale a riflettere sul modello di gestione della partecipata, aprendo un dibattito più ampio sul suo futuro.
Il sindaco Vittorio Fiorucci e l’assessore al Bilancio Filippo Farneti hanno costituito un asse politico-amministrativo per gestire la fase delicata che si è aperta. L’ipotesi oggi sul tavolo è quella di “spacchettare” la società, svuotandola gradualmente dei servizi che gestisce per affidarli tramite gare d’appalto a operatori esterni.
Tra i settori che potrebbero essere messi a gara vi sono proprio gli ascensori pubblici, per i quali si parla di un possibile affidamento a una società esterna già attiva sul territorio. L’obiettivo, secondo chi sostiene questa linea, sarebbe quello di garantire maggiore efficienza, contenimento dei costi e trasparenza nelle procedure.
Tuttavia, la strada verso una riorganizzazione della società non è priva di ostacoli. All’interno della coalizione di governo cittadino, che sostiene l’Amministrazione Fiorucci, ci sono sensibilità diverse. Una parte della maggioranza ritiene che la gestione in house, pur con i suoi limiti, sia più facilmente controllabile dal Comune e permetta di mantenere un rapporto diretto con il territorio.
In questo contesto emerge anche la figura dell’amministratore unico Paolo Rocchi, nominato sotto la precedente amministrazione e rimasto in carica. La sua permanenza viene letta da alcuni come segno di continuità rispetto al passato, ma per altri rappresenta la garanzia di una gestione consolidata.
“Il modello in house ha pregi e difetti, ma consente un maggiore presidio pubblico sui servizi. L’importante è garantire la sostenibilità economica e il rispetto delle regole”, è la posizione di alcuni consiglieri di maggioranza.
La questione è tornata d’attualità anche per una serie di episodi recenti. La sera di venerdì 26 settembre, in occasione di un evento in città, gli ascensori sono rimasti chiusi nonostante la richiesta del Comune di mantenerli in funzione. L’apertura è avvenuta solo in un secondo momento, dopo un intervento in extremis.
Questo episodio ha contribuito a riaccendere le discussioni sul funzionamento della società e sulla necessità di un modello organizzativo che eviti simili disservizi in futuro.
Le ipotesi di riorganizzazione sono diverse: dalla revisione interna della società con un piano di razionalizzazione delle spese e dei servizi, fino alla liquidazione parziale con affidamento esterno dei singoli comparti.
Qualunque sia la scelta, sarà necessario affrontare anche il tema delle criticità economiche emerse nel tempo, per le quali più volte si è parlato di “voragini di bilancio” e della necessità di continui ripianamenti da parte dell’ente pubblico.
La gestione della Gubbio Cultura e Multiservizi ha anche un impatto politico. Il movimento Gubbio Civica, che esprime l’assessore Farneti, ha manifestato negli ultimi mesi alcune divergenze rispetto al modus operandi dell’assessore, considerato da alcuni come un “battitore libero” all’interno della giunta. Le discussioni riguardano anche scelte strategiche come la nomina del presidente del Collegio dei Revisori dei Conti, rispetto alla quale il movimento aveva avanzato una candidatura alternativa.
Queste dinamiche rendono il dossier Gubbio Cultura un vero e proprio test di coesione per la maggioranza, che dovrà trovare un punto di equilibrio per evitare fratture e garantire stabilità amministrativa.
Nei prossimi mesi sono attese decisioni formali da parte del Consiglio comunale sulla strategia da adottare. Sarà fondamentale il lavoro di confronto tra le forze politiche, le parti sociali e i cittadini, affinché la scelta finale sia il più possibile condivisa e sostenibile.
“La città ha bisogno di servizi efficienti e di una gestione trasparente. L’obiettivo deve essere il bene comune, al di là delle appartenenze politiche”, è l’appello che arriva da più fronti.
Il futuro della Gubbio Cultura e Multiservizi Srl resta quindi una questione aperta, che intreccia aspetti giuridici, economici e politici. La sfida per l’Amministrazione sarà quella di coniugare legalità, efficienza e partecipazione, evitando di disperdere un patrimonio di servizi costruito negli anni ma rispondendo alle criticità emerse.
La vicenda sarà seguita con attenzione sia dagli organi di controllo sia dall’opinione pubblica cittadina, consapevole che dalla soluzione di questa crisi dipende la qualità di servizi fondamentali per la vita quotidiana di Gubbio.