La recente elezione della Commissione di Controllo e Garanzia nel Consiglio Comunale di Gubbio ha scatenato un’ondata di critiche e polemiche, mettendo in luce il clima di tensione che pervade la politica locale. La prassi istituzionale corretta e consolidata vuole che a scegliere i membri di minoranza di un organismo sia la minoranza stessa, così come la maggioranza sceglie i propri. Tuttavia, in questo caso, le cose sono andate diversamente, sollevando dubbi sulla trasparenza di taluni consiglieri di maggioranza.
Durante l’elezione dei membri della Commissione di Controllo e Garanzia, la minoranza aveva eletto Diego Guerrini e Simona Minelli, ciascuno con tre voti, mentre Jacopo Cicci ne aveva riportati due (a causa dell’assenza di Leonardo Nafissi), ricevendone però uno decisivo dai banchi della maggioranza. Con tre membri della minoranza con lo stesso numero di voti, è scattato il criterio del maggior numero di preferenze individualmente riportate da ciascuno, escludendo così Guerrini. Solitamente, in situazioni di parità, viene applicato il principio dell’età anagrafica, che avrebbe portato all’esclusione di Minelli.
Rocco Girlanda ha proposto di uniformare il criterio dell’anzianità anagrafica, come prassi in situazioni di parità di voti. Tuttavia, la maggioranza, con Robert Satiri a tirare le fila, ha difeso il criterio delle preferenze ottenute durante le elezioni dell’8 e 9 giugno. Satiri ha anche messo in dubbio la validità dei voti espressi dai consiglieri comunali di minoranza, scatenando ulteriori polemiche.
La minoranza accusa la maggioranza di aver manipolato l’elezione
La minoranza ha espresso forti critiche verso la decisione della maggioranza, accusandola di voler manipolare il processo elettorale per favorire un membro meno critico e più controllabile. Diego Guerrini, che avrebbe dovuto essere eletto secondo il criterio dell’anzianità, ha subito l’esclusione a favore di Jacopo Cicci, che ha ricevuto un voto determinante dalla maggioranza. Questo atto è stato visto come un tentativo deliberato di minare l’indipendenza della Commissione di Controllo e Garanzia.
La decisione della maggioranza di sostenere Jacopo Cicci ha suscitato speculazioni sulle motivazioni dietro questa scelta. Alcuni suggeriscono che possa essere un premio per Città Futura, che non aveva ricevuto altri incarichi. Altri ritengono che la presenza di Cicci, sostenuta dalla maggioranza, rappresenti un modo per evitare la presenza del più esperto e potenzialmente più critico Diego Guerrini in una commissione dalle funzioni delicate.
L’elezione controversa della Commissione di Controllo e Garanzia ha implicazioni significative per la politica e l’amministrazione di Gubbio. Questa commissione svolge un ruolo fondamentale nella vigilanza sull’operato dell’amministrazione comunale, garantendo trasparenza e correttezza. La percezione che la maggioranza abbia interferito nel processo elettorale per controllare la commissione mette in discussione l’integrità del sistema democratico.
Necessario aggiornare il regolamento per l’elezione della Commissione di controllo e garanzia
Di fronte a queste critiche, è importante che il Consiglio Comunale di Gubbio adotti misure per migliorare la trasparenza e l’equità nei processi elettorali. Sarebbe il caso di aggiornare i regolamenti comunali per chiarire i criteri di elezione delle commissioni, garantendo che non soggetti a interpretazioni arbitrarie fino a introdurre un monitoraggio indipendente durante le elezioni delle commissioni per assicurare la correttezza del processo.
Quanto accaduto oggi in Consiglio Comunale ha messo in luce gravi problematiche legate al comportamento irrituale della maggioranza, che ha influenzato l’elezione dei membri della minoranza, sollevando dubbi sulla correttezza del processo, alimentando con ciò le tensioni politiche.
Per ristabilire la fiducia della comunità nelle istituzioni, è fondamentale che il Consiglio Comunale adotti misure concrete di garanzia anche in ordine al ruolo delle minoranze, anche se quella adottata è tuttavia una prassi perfettamente legale, come infatti non sarebbe sanzionabile un calciatore che non gettasse in fallo laterale il pallone vedendo un avversario dolorante a terra dopo un duro contrasto di gioco. Si chiama fair play, ma la maggioranza ne sembra finora del tutto sprovvista. Ma forse non è il difetto maggiore.