30 Oct, 2025 - 21:00

Gubbio, consultorio senza ginecologo: la Commissione Pari Opportunità denuncia una “lesione del diritto alla salute”

Gubbio, consultorio senza ginecologo: la Commissione Pari Opportunità denuncia una “lesione del diritto alla salute”

Da più di un anno il Servizio Consultoriale dell’Alto Chiascio, che da oltre quarant’anni rappresenta un presidio fondamentale per la tutela della salute sessuale e riproduttiva delle donne, opera in condizioni di grave difficoltà.
La causa è l’assenza di un ginecologo a tempo pieno, figura indispensabile per il funzionamento del servizio.

Come denuncia la Commissione Pari Opportunità del Comune di Gubbio (CPO), la presenza del medico specialista — che per legge dovrebbe essere garantita per almeno 32 ore settimanali — è oggi limitata a circa 32 ore al mese, una situazione che ha reso impossibile accedere alle prestazioni ginecologiche, sia tramite CUP che tramite prenotazione interna.

Liste d’attesa infinite e servizi bloccati

La carenza di personale medico ha generato liste d’attesa lunghissime, che il personale del Consultorio — composto da ostetriche, infermiere e psicologhe — tenta di smaltire con dedizione e professionalità, ma con risorse insufficienti.
Molte donne, di fatto, non riescono a ottenere appuntamenti né per visite di controllo né per attività di prevenzione, e sono costrette a rivolgersi a strutture private o ad ambulatori distanti decine di chilometri.

“Pur riconoscendo l’impegno e la professionalità delle ostetriche che operano all’interno del servizio,” dichiara la presidente della CPO Cecilia Passeri, “è innegabile che la mancanza di un ginecologo a tempo pieno limita fortemente le possibilità di assistenza e prevenzione per le donne del territorio. Una condizione che lede il diritto fondamentale alla salute e all’equità di accesso ai servizi.”

Una situazione che viola la legge e penalizza le donne

Il Consultorio familiare, istituito in Italia dalla Legge 405 del 1975, è uno dei pilastri della sanità territoriale pubblica.
Il suo compito è garantire assistenza ginecologica, tutela della maternità, prevenzione dei tumori femminili, consulenza contraccettiva e supporto nei casi di violenza di genere.
È anche il punto di riferimento per l’avvio dei percorsi di interruzione volontaria di gravidanza (IVG), che richiedono competenze specialistiche e un accompagnamento medico e psicologico dedicato.

La mancanza di un ginecologo a Gubbio, quindi, non è solo un problema organizzativo, ma una violazione di un diritto riconosciuto dalla legge.
Il Consultorio dell’Alto Chiascio, che serve un’area vasta e popolosa, si trova oggi ridotto a un presidio dimezzato, dove l’offerta sanitaria è affidata quasi esclusivamente al lavoro delle ostetriche.

Un servizio essenziale anche per le persone fragili

La Commissione Pari Opportunità ricorda che il Consultorio non è soltanto un luogo di cura per le donne, ma anche un presidio sociale di prossimità.
Si tratta di un ambiente accogliente e inclusivo, particolarmente adatto alle persone con disabilità, che qui trovano spazi accessibili e modalità di assistenza personalizzate.
Il venir meno della figura ginecologica di riferimento rischia di compromettere anche questi percorsi di integrazione sanitaria e di autonomia personale.

La voce della Commissione: “Serve una risposta immediata”

“Chiediamo che sia assicurata una vera parità di opportunità anche nell’ambito della salute,” sottolinea ancora la presidente Passeri.
“Non è più accettabile una considerazione marginale dei servizi territoriali, spesso trattati come l’ultima ruota del carro.”

La Commissione Pari Opportunità del Comune di Gubbio ha quindi inviato una nuova richiesta formale al Direttore Generale della ASL e al Direttore del Distretto sanitario, sollecitando provvedimenti immediati per sanare una situazione che si protrae ormai da troppo tempo.
Nella stessa nota, la CPO propone anche l’organizzazione di un incontro pubblico e costruttivo con la Direzione sanitaria e le parti coinvolte, per individuare soluzioni concrete e durature.

Le associazioni e i sindacati al fianco della CPO

Il comunicato della Commissione ha raccolto una vasta adesione da parte di associazioni, sindacati e realtà civiche del territorio.
Tra i firmatari figurano ADE Gubbio, ANPI Gubbio, Sportello Lilla, CGIL, SPI-CGIL, Amici di Cate ETS, Spirit Onlus, Sindrome X Fragile Umbria APS, Crisalide Gubbio APS, Famiglie Alto Chiascio, AVIS Gubbio, Sezione Soci COOP Gubbio e Amici del Cuore Gubbio APS.

Tutte le sigle condividono l’appello per un consultorio efficiente, accessibile e pienamente operativo, che possa garantire alle donne dell’Alto Chiascio parità di diritti e di tutela sanitaria rispetto al resto della regione.

Un problema di equità e di dignità

La mancanza di un ginecologo a tempo pieno non è un dettaglio tecnico, ma un sintomo di una disattenzione più profonda verso la sanità di prossimità e i bisogni delle donne.
Il Consultorio di Gubbio, nato per dare risposte concrete alle esigenze del territorio, si trova oggi in una condizione che mina la sua stessa missione originaria.

“Il consultorio è un presidio di salute, ma anche di civiltà,” ricorda la CPO. “Difenderlo significa garantire dignità, prevenzione e uguaglianza.

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Mario Farneti
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