Un anniversario che ha il sapore della storia, il fascino della spiritualità e l’urgenza della contemporaneità. Gubbio si prepara a vivere un evento straordinario: le celebrazioni per gli ottocento anni dalla morte di San Francesco d’Assisi, che si svolgeranno dal luglio 2025 fino a tutto il 2026. Un cammino lungo diciotto mesi, tra iniziative culturali, spirituali e sociali, che si annuncia come una delle più profonde e coinvolgenti espressioni del francescanesimo moderno. Un progetto che, pur affondando le radici nel Medioevo, guarda al domani con una consapevolezza nuova, in un mondo scosso da crisi ambientali, guerre e profonde fratture sociali.
Il percorso prenderà ufficialmente il via venerdì 20 giugno, alle ore 16.45, con un incontro pubblico nella suggestiva Sala dell’ex Refettorio del Convento di San Francesco, nel cuore della città, con accesso dal Chiostro della Pace in piazza Quaranta Martiri. Un luogo dal forte valore simbolico, non solo per la sua bellezza e il suo significato religioso, ma anche per il messaggio che intende trasmettere: la pace come fondamento della convivenza e dell’agire pubblico.
L’iniziativa è promossa dal Comitato permanente di coordinamento costituito da Comune di Gubbio, Diocesi e Famiglia francescana, ed è aperta a tutta la cittadinanza. Sarà il primo, importante momento di confronto e condivisione sui progetti che animeranno le celebrazioni, con il chiaro intento di coinvolgere attivamente associazioni, scuole, singoli cittadini e istituzioni locali.
Non sarà una commemorazione qualunque. Il Centenario francescano rappresenta, per Gubbio, un’occasione unica per rileggere il proprio passato alla luce delle sfide del presente. In un’epoca segnata da conflitti, diseguaglianze crescenti e crisi climatica, il messaggio di Francesco - fatto di riconciliazione, ecologia integrale e fraternità universale - si rivela quanto mai attuale.
L’episodio del lupo ammansito da Francesco, tra i più celebri della tradizione francescana, non sarà evocato soltanto come racconto simbolico, ma come metafora potente della capacità dell’uomo di risanare ferite, dialogare col diverso e riconnettersi con la natura. A Gubbio, questa narrazione è viva nei luoghi e nella memoria collettiva, e sarà centrale nelle celebrazioni che si andranno a costruire.
L’incontro pubblico del 20 giugno sarà, dunque, solo l’inizio. Verranno presentate le linee guida delle iniziative che caratterizzeranno i mesi a venire: mostre, cammini spirituali, eventi culturali, conferenze, attività educative e laboratori per le scuole. Ma, soprattutto, sarà un invito alla partecipazione attiva. Il Comitato organizzatore intende costruire un percorso corale, dove la comunità tutta possa sentirsi parte di un progetto condiviso.
L’obiettivo è chiaro: fare del Centenario non un esercizio celebrativo, ma una semina di futuro. Un laboratorio di idee e di valori, capace di lasciare un’eredità concreta al territorio: nella promozione turistica, nella formazione delle giovani generazioni, nella valorizzazione del patrimonio artistico e nella crescita civile della città.
Il rapporto tra San Francesco e Gubbio è antico, autentico e profondo. Fu qui che il giovane Francesco, dopo aver rinunciato ai beni paterni, trovò accoglienza presso la famiglia degli Spadalonga, grazie all’amicizia nata in prigionia con uno dei figli, durante la guerra tra Assisi e Perugia. La città lo accolse, lo vide cambiare, convertirsi, abbracciare la povertà in modo radicale. Non fu solo rifugio: fu il luogo della svolta spirituale.
Lo racconta lui stesso nel Testamento, quando ricorda l’incontro con i lebbrosi: un gesto di misericordia che gli trasformò il cuore e lo rese capace di “uscire da sé stesso” per servire gli ultimi. Il lebbrosario di Gubbio, dedicato a San Lazzaro, fu testimone di questo cambiamento, così come lo furono le colline e i sentieri che ancora oggi costituiscono il "Sentiero Francescano della Pace", da Assisi a Gubbio, segnato dai passi del Santo.