02 Aug, 2025 - 10:40

Gubbio: arrestato 53enne albanese dopo segnalazione diplomatica, segregava ex-moglie e figli minori

Gubbio: arrestato 53enne albanese dopo segnalazione diplomatica, segregava ex-moglie e figli minori

Un 53enne di origini albanesi è stato arrestato nella notte dai Carabinieri della Compagnia di Gubbio per aver sequestrato la sua ex moglie, 42enne residente in Albania, e i loro due figli minori di 7 e 11 anni. L'uomo li aveva attirati in Italia con un inganno lo scorso 30 luglio, sottraendo loro passaporti e telefono per impedire la fuga. L'operazione, coordinata dalla Procura della Repubblica di Perugia, è scattata dopo una segnalazione dei canali consolari albanesi e si è conclusa in flagranza quando i militari hanno intercettato l'auto con le tre vittime in evidente stato di agitazione.

L'allarme era partito dal territorio albanese, dove i canali consolari avevano raccolto la denuncia secondo cui un connazionale stava trattenendo con la forza l'ex coniuge e i due bambini nel territorio di Gubbio. Una segnalazione che ha attraversato i confini e raggiunto nel pomeriggio di ieri il Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia del Dipartimento della Pubblica Sicurezza di Roma, innescando immediatamente la macchina investigativa umbra.

La trappola dell'inganno e la fuga mancata

Il meccanismo criminoso orchestrato dal 53enne si è rivelato di studiato a tavolino e pianificato: l'uomo aveva attirato in Italia l'ex moglie e i figli con un falso espediente, facendoli arrivare lo scorso 30 luglio attraverso un volo commerciale. Una volta sul territorio italiano, aveva confiscato loro passaporti e telefono cellulare, trasformando quello che doveva essere un soggiorno in una prigione a cielo aperto.

Le indagini hanno ricostruito un quadro di violenze fisiche e psicologiche: la donna presentava lesioni certificate dai sanitari dell'ospedale di Gubbio con una prognosi di 10 giorni, testimonianza tangibile delle angherie subite. Tra gli elementi a carico dell'arrestato figura anche il possesso abusivo di un coltello, particolare che getta una luce ancora più sinistra sulla vicenda.

Quando i Carabinieri hanno intercettato l'autovettura con a bordo l'uomo e le tre vittime, la scena che si è presentata ai militari era eloquente: "Alla vista dei militari, la donna e uno dei figli hanno subito chiesto aiuto", riporta il comunicato ufficiale dell'Arma e della Procura di Perugia. I tre erano seduti sui sedili posteriori "in manifesto stato di agitazione", segno inequivocabile della coercizione subita.

L'intervento lampo delle forze dell'ordine

La macchina investigativa si è mossa con la precisione di un orologio svizzero: "Nel volgere di pochi minuti è scattato un piano di ricerca capillare", hanno spiegato i Carabinieri, con pattuglie dispiegate sul territorio, verifiche incrociate e indagini tecniche per localizzare rapidamente i soggetti coinvolti. Un'ora appena è bastata per rintracciare il fuggitivo e le sue vittime.

L'operazione si è conclusa con l'arresto dell'uomo, ora associato alla Casa Circondariale di Perugia su disposizione del magistrato di turno, mentre la madre e i due bambini hanno trovato rifugio in una struttura protetta individuata dai Carabinieri.

La vicenda testimonia ancora una volta l'efficacia della cooperazione internazionale in materia di tutela dei diritti fondamentali, soprattutto quando a essere coinvolti sono i minori. Un caso che dimostra come la rete diplomatica e investigativa possa funzionare quando messa al servizio della giustizia, trasformando una segnalazione dall'Albania in un intervento concreto sul territorio umbro nel giro di poche ore.

Il 53enne ora dovrà rispondere delle gravi accuse davanti all'Autorità Giudiziaria perugina, mentre per la famiglia albanese si apre finalmente la prospettiva di un ritorno alla libertà dopo giorni di incubo.

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Federico Zacaglioni
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