Un agente della Polizia Municipale di Gubbio, con una lunga carriera alle spalle, è stato arrestato in flagranza di reato per peculato. Ne abbiamo dato notizia ieri sulle nostre pagine. L’uomo è stato sorpreso dai Carabinieri mentre riempiva una tanica da 25 litri di benzina utilizzando la carta carburante di servizio, intestata al Comune, presso un distributore convenzionato.
Secondo quanto accertato, non si sarebbe trattato di un episodio isolato: l’agente, recandosi al distributore con l’auto di servizio, avrebbe ripetutamente approfittato della carta carburante per riempire taniche personali e portarle a casa.
Al momento della constatazione da parte dei militari, l’agente avrebbe ammesso immediatamente le proprie responsabilità, scegliendo la via della collaborazione con gli inquirenti. Una linea che, secondo gli esperti legali, potrebbe condurre a una soluzione processuale più rapida, come il patteggiamento.
Il reato di peculato, disciplinato dall’articolo 314 del codice penale, prevede pene comprese tra un minimo di 4 anni e un massimo di 10 anni e 6 mesi di reclusione.
Nel caso specifico, l’incensuratezza dell’agente e la sua ammissione di colpa potrebbero rappresentare attenuanti rilevanti, con la prospettiva di ridurre sensibilmente la pena effettiva in caso di patteggiamento.
Sul fronte amministrativo, il caso apre inevitabilmente il tema delle sanzioni disciplinari interne. In caso di sentenza, sarà chiamato a riunirsi l’Ufficio procedimenti disciplinari del Comune di Gubbio, formato dal segretario comunale e da membri esterni.
Le ipotesi vanno dalla sospensione temporanea, al cambio di mansioni, fino al licenziamento, la misura più severa.
L’amministrazione, al momento, mantiene un profilo prudente in attesa degli sviluppi giudiziari, ma non nasconde l’imbarazzo per un episodio che coinvolge un dipendente pubblico incaricato di garantire legalità e rispetto delle regole.
L’arresto arriva in un contesto già reso difficile da altre vicende giudiziarie che negli ultimi anni hanno interessato la Polizia Municipale eugubina. Pur senza entrare nei dettagli, va ricordato che un procedimento penale di rilievo è ancora in corso presso il tribunale di Perugia e coinvolge un altro funzionario del settore.
Questi episodi, sommati, rischiano di incrinare l’immagine e la credibilità di un corpo chiamato a rappresentare l’autorità sul territorio, con compiti quotidiani di controllo, prevenzione e servizio alla cittadinanza.
La notizia dell’arresto si è diffusa rapidamente a Gubbio, suscitando stupore e amarezza. Molti cittadini hanno espresso delusione per il comportamento di un agente che, fino a pochi giorni fa, godeva di una carriera solida e rispettata.
“Non è tanto la benzina – commenta un residente – quanto il tradimento della fiducia che un cittadino ripone in chi indossa una divisa e dovrebbe essere esempio di legalità”.
Il caso ha acceso anche il dibattito sui controlli interni all’amministrazione e sulla necessità di rafforzare i sistemi di verifica legati all’utilizzo delle carte carburante e di altri strumenti a disposizione dei dipendenti pubblici.
Al di là del valore economico del carburante sottratto, la questione centrale rimane il danno d’immagine subito dal Comune e dalla Polizia Municipale.
Come sottolineano fonti vicine all’indagine, “il problema non è tanto la somma in sé, quanto il venir meno del rapporto fiduciario tra istituzioni e cittadini. Anche piccoli abusi, se commessi da chi rappresenta lo Stato, assumono una gravità enorme”.
Gli sviluppi giudiziari sembrano orientati verso il patteggiamento, anche alla luce dell’immediata ammissione di colpa e dell’assenza di precedenti penali a carico dell’agente. Una strada che, se percorsa, consentirebbe di definire il procedimento in tempi relativamente brevi, limitando le conseguenze più gravi sotto il profilo penale.
Resta invece aperta la partita disciplinare, che sarà affrontata dal Comune a prescindere dalla misura della pena, in quanto la condotta contestata costituisce in ogni caso una violazione dei doveri fondamentali di correttezza e fedeltà all’amministrazione.
Il caso ripropone con forza il tema della trasparenza nella gestione delle risorse pubbliche e della necessità di controlli stringenti. La carta carburante, strumento introdotto proprio per garantire tracciabilità e ridurre il rischio di abusi, ha dimostrato di poter essere aggirata in assenza di verifiche costanti.
“È necessario rafforzare i meccanismi di controllo e prevedere controlli a campione più frequenti” sostengono alcuni osservatori locali, “perché episodi di questo tipo, anche se isolati, rischiano di alimentare sfiducia e risentimento nei confronti della pubblica amministrazione”.
Per la Polizia Municipale eugubina si tratta di una nuova sfida reputazionale. Un corpo che quotidianamente svolge funzioni fondamentali – dal controllo del traffico alla vigilanza urbana, dalle attività commerciali alla sicurezza degli eventi pubblici – si trova oggi a dover fare i conti con un episodio che rischia di offuscarne l’immagine.
L’arresto per peculato dell’agente della Municipale di Gubbio rappresenta una vicenda delicata, che va oltre la semplice cronaca. La tanica di benzina da 25 litri, riempita con la carta carburante di servizio, è diventata il simbolo di un abuso piccolo nel valore materiale, ma enorme nella valenza morale e simbolica.
Con una pena prevista dal codice penale compresa tra 4 e 10 anni e 6 mesi di reclusione, il caso resta giuridicamente serio. Tuttavia, l’incensuratezza e la confessione potrebbero consentire un epilogo più contenuto con il patteggiamento.
Resta però la ferita più difficile da sanare: quella della fiducia pubblica. Per il Comune e per la Polizia Municipale di Gubbio sarà fondamentale dimostrare, con trasparenza e fermezza, che le istituzioni sanno correggere i propri errori e tutelare l’interesse collettivo.