Il gioco della ruzzola è una delle tradizioni popolari più antiche dell’Italia centrale, diffuso soprattutto tra Umbria, Marche, Toscana, Lazio e Abruzzo. Affonda le sue radici nella cultura contadina, quando bastava un disco di legno e una strada di campagna per dare vita a sfide appassionanti.
Il termine “ruzzola” deriva dal verbo ruzzolare, ossia rotolare, e indica il movimento che il disco deve compiere lungo il terreno. Nei tempi più remoti non era raro che al posto del disco in legno venisse utilizzata addirittura una forma di formaggio stagionato, fatta scivolare lungo i sentieri tra colline e poderi.
La ruzzola è un gioco semplice, ma al tempo stesso richiede grande abilità tecnica. Il giocatore utilizza un disco di legno duro – spesso di faggio, leccio o quercia – del diametro variabile, avvolto da uno spago che serve a imprimere rotazione e forza al lancio.
Il disco viene quindi scagliato in avanti e deve rotolare seguendo un percorso predefinito, che può essere una strada campestre, un tracciato asfaltato o un apposito “treppo”. Vince chi copre la distanza maggiore in un numero limitato di lanci oppure chi raggiunge per primo il traguardo con meno tiri.
In alcune competizioni, soprattutto quelle più antiche, la ruzzola veniva lanciata “a mano libera”, senza spago. In ogni caso, la regola principale resta sempre la stessa: il disco deve rotolare, non volare.
Da gioco dei contadini a disciplina sportiva riconosciuta, il passo è stato lungo ma deciso. Oggi la ruzzola è regolata da federazioni come la FIGeST (Federazione Italiana Giochi e Sport Tradizionali) e praticata con tornei, campionati e manifestazioni nazionali.
Il gioco mantiene il fascino delle origini, ma si è dotato di regolamenti precisi, categorie e percorsi di gara codificati. Le competizioni possono essere individuali, a coppie o a squadre, e vedono arbitri e giurie valutare la regolarità dei tiri.
“La ruzzola non è solo una sfida di abilità, ma un rito sociale che porta con sé la memoria delle comunità rurali e il piacere dello stare insieme”, spiegano gli organizzatori dei tornei.
La stagione sportiva della ruzzola e del rulletto, iniziata nel 2024, si avvia alla conclusione. Domenica 12 ottobre 2025 è in programma l’ultimo atto: la Supercoppa Italiana, evento che raccoglie le migliori squadre protagoniste delle cinque gare disputate durante l’anno.
L’appuntamento si svolgerà lungo le strade umbre nei dintorni di Gualdo Tadino, toccando le località Voltole, Piagge e Montecchio.
A organizzare la manifestazione è l’Asd Morano 2000 Fb, che ha voluto intitolare l’edizione al “1° Memorial Pierluigi Pascolini”, in ricordo di un giocatore apprezzato e stimato, scomparso prematuramente nel 2024.
“Abbiamo voluto dedicare questa Supercoppa a Pierluigi Pascolini – spiegano dalla società – perché era non solo un grande atleta, ma anche un amico e un punto di riferimento per tutto l’ambiente della ruzzola”.
Alla competizione parteciperanno oltre 40 formazioni, suddivise in tre categorie:
12 squadre di categoria A
14 squadre di categoria B
16 squadre di categoria C
Ogni formazione effettuerà otto lanci su due diversi percorsi. Saranno premiate le prime tre squadre di ogni categoria, a testimonianza di un sistema competitivo che riconosce l’impegno sia delle realtà più esperte sia di quelle emergenti.
L’evento è atteso con grande entusiasmo perché segna la conclusione della stagione sportiva e rappresenta il momento di sintesi tra tradizione, agonismo e memoria.
La ruzzola, come altri giochi popolari italiani, non è soltanto uno sport: è patrimonio immateriale di una comunità. Ogni partita porta con sé i racconti delle generazioni passate, la socialità dei borghi rurali e l’identità di territori come l’Umbria, che ne ha fatto uno dei suoi simboli culturali.
“Conservare la ruzzola significa proteggere un pezzo della nostra storia – spiegano dalla FIGeST – perché i giochi tradizionali sono archivi viventi di ciò che siamo stati e di ciò che possiamo ancora trasmettere”.
Negli ultimi anni si è assistito a una riscoperta dei giochi popolari, spesso legata anche al turismo esperienziale: non solo sport per appassionati, ma eventi che attraggono curiosi e visitatori, desiderosi di scoprire le tradizioni locali.
Durante una gara ufficiale, i giocatori devono rispettare percorsi segnalati con picchetti e limiti precisi. Non è permesso “tagliare” le curve né uscire dal tracciato, pena la nullità del tiro.
Le competizioni possono svolgersi sia individualmente sia a squadre. In quest’ultimo caso, ogni componente effettua un lancio e viene considerata la distanza più lunga. Le partite si articolano in “giochi” multipli e vince la squadra che si aggiudica il maggior numero di manche.
Ma oltre alla tecnica e alla competizione, la ruzzola conserva lo spirito originario: la convivialità. Dopo le gare, non mancano mai momenti di socialità, brindisi e racconti che proseguono la tradizione.
Il memorial intitolato a Pierluigi Pascolini rappresenta una scelta significativa. Lo sport popolare, a differenza di altre discipline, si fonda molto sui rapporti umani e sulla memoria collettiva.
Pascolini era conosciuto come un giocatore appassionato, ma soprattutto come un uomo capace di trasmettere entusiasmo e amicizia. La Supercoppa Italiana 2025 sarà quindi non solo una competizione sportiva, ma anche un momento di ricordo e di comunità.
“Sarà un onore gareggiare portando nel cuore la memoria di Pierluigi – hanno dichiarato alcuni atleti – perché persone come lui sono l’anima vera del nostro sport”.
Il gioco della ruzzola, antico e semplice, ha saputo resistere ai secoli trasformandosi in una disciplina regolamentata e riconosciuta. In Umbria, terra che più di altre conserva questa tradizione, la stagione FIGeST si chiuderà con un evento che intreccia agonismo e memoria: la Supercoppa Italiana 2025, intitolata a Pierluigi Pascolini.
L’attesa è alta: oltre quaranta squadre pronte a sfidarsi lungo le strade umbre, tra curve e percorsi impegnativi, per celebrare non solo una vittoria sportiva, ma soprattutto un patrimonio culturale e umano che appartiene a tutti.
La ruzzola dimostra ancora una volta di non essere soltanto un gioco: è il segno tangibile di una comunità che, tra tradizione e modernità, continua a riconoscersi in un disco di legno che rotola veloce, come la memoria che non si ferma mai.