04 Dec, 2025 - 21:00

Gualdo Tadino, il Museo degli Antichi Umbri entra nell’era digitale: storia millenaria e tecnologia immersiva

Gualdo Tadino, il Museo degli Antichi Umbri entra nell’era digitale: storia millenaria e tecnologia immersiva

Un ponte tra passato e futuro nel cuore di Casa Cajani

 

A Gualdo Tadino la storia più antica del territorio incontra l’innovazione tecnologica. È stato infatti presentato ufficialmente il progetto di valorizzazione e digitalizzazione del Museo Archeologico degli Antichi Umbri, ospitato nello storico Palazzo di Casa Cajani, che da oggi offre ai visitatori un’esperienza completamente rinnovata, immersiva e multimediale.

L’iniziativa, promossa dal Comune con il fondamentale sostegno della Fondazione Perugia, ha come obiettivo quello di rendere accessibile, dinamica e coinvolgente l’eredità dei Tarsinati, l’antico popolo umbro che abitò questo territorio tra il XIII e il III secolo avanti Cristo.

Il valore strategico della cultura per lo sviluppo del territorio

Durante la presentazione ufficiale è stato ribadito con forza come l’investimento in cultura rappresenti una leva fondamentale per il futuro delle comunità locali. Il sindaco Massimiliano Presciutti ha sottolineato il valore strategico dell’intervento, evidenziando come la digitalizzazione non sia solo un aggiornamento tecnologico, ma un vero strumento di crescita turistica e identitaria.

Accanto a lui, l’assessore alla Cultura Gabriele Bazzucchi e il direttore generale della Fondazione Perugia, Fabrizio Stazi, hanno ribadito la piena convergenza tra pubblico e privato nel sostenere progetti capaci di unire innovazione e tutela del patrimonio.

«Sostenere la digitalizzazione del Museo Archeologico degli Antichi Umbri significa non solo preservare una storia millenaria ma anche renderla vibrante e accessibile a un pubblico globale», ha affermato Stazi.

Il nuovo allestimento: quando la tecnologia racconta la storia

Il cuore dell’evento è stata l’inaugurazione delle nuove installazioni multimediali, che trasformano radicalmente l’esperienza di visita. La digitalizzazione dei reperti, curata da Archimede Arte, si unisce all’allestimento immersivo realizzato dall’Associazione Gualdo Digitale, presieduta da Flavio Paoletti.

All’ingresso, i visitatori vengono accolti da un video introduttivo che racconta la storia degli Antichi Umbri, dagli scavi archeologici sul territorio fino alla nascita del Museo. Un racconto suggestivo che accompagna il pubblico passo dopo passo dentro un passato che oggi torna a parlare attraverso immagini, suoni e ricostruzioni virtuali.

Il rigore scientifico al servizio dell’innovazione

A coordinare l’aspetto scientifico del progetto sono stati l’archeologa Mariangela Testa, autrice dei testi divulgativi, e la già Soprintendente archeologica dell’Umbria Laura Bonomi Ponzi, con l’allestimento firmato dall’architetto Nello Teodori.

Alessandro Paoletti, esecutore tecnico per “Gualdo Digitale”, ha spiegato come l’obiettivo fosse quello di unire rigore scientifico e linguaggio tecnologico, per rendere la conoscenza accessibile anche alle nuove generazioni e a un pubblico internazionale.

«Oggi possiamo portare nel mondo la storia dei Tarsinati con strumenti nuovi, mantenendo intatta la serietà scientifica», ha spiegato Paoletti.

Un patrimonio di oltre 1.500 reperti raccontato in modo nuovo

Il Museo custodisce oltre 1.500 reperti, con un arco cronologico che copre più di dieci secoli, dal XIII al III secolo a.C. Si tratta di un patrimonio straordinario che permette di ricostruire la vita, l’economia e i rapporti culturali delle popolazioni umbre pre-romane.

Tra i materiali esposti figurano numerosi oggetti importati dall’Etruria, dal Lazio e dal Piceno, a testimonianza dell’ampiezza degli scambi commerciali e culturali. Un segno tangibile di quanto il mondo degli Antichi Umbri fosse tutt’altro che isolato.

Un percorso espositivo che segue la storia della città

Il nuovo percorso si sviluppa in tre sezioni cronologiche. La prima introduce il contesto storico e archeologico del territorio, accompagnando il visitatore alla scoperta della città di Tarinas. La seconda sala è dedicata ai materiali più antichi provenienti dall’abitato di Colle i Mori e dalla necropoli di San Facondino, con oggetti di uso quotidiano e manufatti legati all’area del santuario.

Di particolare rilevanza è l’esposizione, al piano inferiore, della celebre epigrafe in lingua umbra proveniente da Colle i Mori, che definisce i confini della città antica. L’ultima sezione è invece dedicata alle necropoli rinvenute nei primi decenni del Novecento dall’archeologo Enrico Stefani, al quale si deve l’accurata mappatura del territorio.

Le parole del sindaco: identità, turismo e futuro

Grande soddisfazione è stata espressa dal sindaco Presciutti, che ha definito il progetto un passaggio decisivo per la città.
«Questo intervento non è solo un ammodernamento, ma una vera riscrittura del racconto museale. Significa investire sul turismo culturale, sull’identità e sul futuro della nostra comunità», ha dichiarato.

Un investimento che proietta Gualdo Tadino in una dimensione museale contemporanea, capace di dialogare con i grandi circuiti culturali nazionali e internazionali.

Il Museo come motore di turismo culturale

Grazie alla digitalizzazione, il Museo Archeologico degli Antichi Umbri diventa oggi uno strumento potente di promozione turistica. L’esperienza immersiva rende la visita più accessibile, coinvolgente e fruibile anche dai più giovani, integrandosi con l’offerta culturale complessiva del Polo Museale cittadino.

Il Museo è visitabile dal giovedì alla domenica e nei giorni festivi, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18. Tutte le informazioni sono disponibili sul sito ufficiale www.polomusealegualdotadino.it.

Una memoria antica che guarda al mondo

La digitalizzazione del Museo non è solo un’operazione tecnologica: è un atto culturale profondo che restituisce voce a una civiltà millenaria e la proietta nel presente. Gualdo Tadino, custode della memoria dei Tarsinati, dimostra così come il dialogo tra storia e innovazione possa diventare una vera risorsa di crescita, conoscenza e identità condivisa.

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Mario Farneti
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