Negli ultimi giorni, il carcere di Spoleto è stato teatro di gravi incidenti che hanno messo a dura prova il personale penitenziario e la sicurezza interna. Come evidenziato da Fabrizio Bonino, segretario dell’Umbria del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria (Sappe), gli agenti sono stati costretti a fronteggiare numerosi episodi critici, tra cui incendi appiccati dai detenuti. In particolare, un evento ha quasi provocato una tragedia quando un detenuto extracomunitario, nel tentativo di ottenere una dose maggiore di psicofarmaci, ha incendiato il materasso della propria cella. Questo atto ha distrutto gli arredi e riempito di fumi tossici l’intera sezione e il piano superiore.
Il plauso di Bonino va a tutto il personale intervenuto, che con grande professionalità e spirito di abnegazione è riuscito a domare l’incendio, mettere in salvo il detenuto e evacuare temporaneamente le sezioni colpite dai fumi. Tuttavia, nelle operazioni, una ispettrice della polizia penitenziaria ha dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso e un assistente capo ha subito danni per l’inalazione dei fumi.
La situazione nel carcere di Spoleto riflette una crisi più ampia che interessa l’intero sistema penitenziario umbro. Bonino ha sottolineato la gravità del sovraffollamento nelle sezioni di media sicurezza e la cronica carenza di organico, che ha ormai raggiunto quasi il 40%. Questa carenza avrebbe dovuto essere alleviata dall’arrivo di 38 unità previsto per il 2024, ma ad oggi solo due unità sono arrivate a supporto del reparto di Spoleto.
A causa dei gravi incidenti ricorrenti le condizioni di lavoro sono diventate insostenibili
Le condizioni di lavoro del personale penitenziario sono diventate insostenibili. Gli agenti devono affrontare orari e turni massacranti, accumulando migliaia di ore di straordinario spesso non retribuito. Inoltre, sono costretti a rinunciare a migliaia di giornate di ferie arretrate. Questa situazione non solo mette a rischio la salute fisica e mentale degli agenti, ma compromette anche la loro capacità di gestire efficacemente la sicurezza e l’ordine all’interno del carcere.
Bonino ha espresso sconcerto per l’indifferenza dell’Amministrazione centrale e periferica, che sembra insensibile alle numerose segnalazioni del sindacato riguardo alla gravissima condizione delle carceri umbre. Questa mancanza di attenzione e di provvedimenti adeguati rischia di aggravare ulteriormente una situazione già critica.
Donato Capece, segretario generale del Sappe, ha espresso pieno sostegno alla protesta della polizia penitenziaria di Spoleto. Capece ha annunciato che la segreteria generale del Sappe si attiverà presso il dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria affinché le giuste proteste degli agenti trovino attenzione e provvedimenti concreti.
La situazione del carcere di Spoleto è rappresentativa di una crisi sistemica che affligge molte strutture penitenziarie italiane. Il sovraffollamento, la carenza di personale, le condizioni di lavoro insostenibili e la mancanza di risposte adeguate da parte delle autorità competenti sono problemi interconnessi che richiedono interventi urgenti e coordinati.
Tra i problemi più gravi, il sovraffollamento
Il sovraffollamento è uno dei problemi più gravi e persistenti del sistema carcerario italiano. Non solo crea condizioni di vita inaccettabili per i detenuti, ma rende anche estremamente difficile il lavoro degli agenti penitenziari. Celle sovraffollate aumentano le tensioni e il rischio di gravi incidenti, come dimostrato dagli episodi di Spoleto. Per risolvere questo problema, è necessario adottare misure che riducano il numero di detenuti, come l’incremento delle pene alternative e il miglioramento dei programmi di riabilitazione.
Con un numero insufficiente di agenti, diventa impossibile garantire una sorveglianza adeguata e rispondere con prontezza agli incidenti. Il personale è inoltre costretto a lavorare per lunghe ore senza adeguate pause, aumentando il rischio di errori e compromettendo la propria salute. La soluzione a questo problema passa attraverso l’assunzione di nuovo personale e una migliore gestione delle risorse umane disponibili.
L’indifferenza delle autorità competenti denunciata dal Sappe è un problema che aggrava tutti gli altri. Senza una risposta adeguata da parte dell’Amministrazione, le segnalazioni e le proteste del personale rimangono inascoltate, perpetuando una situazione insostenibile.