Sabato 10 maggio 2025, gli Sbandieratori di Gubbio si sono esibiti a Roma, nella suggestiva cornice di Piazza Capranica e a Piazza della Rotonda in occasione del Giubileo della Speranza promosso dal Dicastero per l’Evangelizzazione. L’evento, dedicato alle bande musicali e alle tradizioni popolari italiane, vedrà convergere nella Capitale gruppi da ogni parte d’Italia per una giornata di festa, spiritualità e spettacolo.
Un appuntamento speciale per Gubbio e per il suo gruppo storico, che ritorna a Roma nel segno della fede e dell’identità, rinnovando una lunga storia di partecipazione ai momenti forti della vita della Chiesa.
L’esibizione in Piazza Capranica è stata preceduta da un pellegrinaggio alla Porta Santa, con un momento di preghiera e riflessione guidato da Mons. Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione. Un passaggio simbolico e potente, che unisce l’arte popolare alla dimensione spirituale del cammino giubilare.
“Per noi non si tratta solo di uno spettacolo, ma di un gesto di fede e appartenenza”, affermano i rappresentanti del gruppo. “Varcare la Porta Santa con le nostre bandiere è come portare tutta Gubbio in preghiera. Un gesto che ci riempie di responsabilità e gratitudine.”
Il gruppo non è nuovo ai grandi eventi ecclesiali. La partecipazione al Giubileo della Speranza 2025 si inserisce in una tradizione ormai consolidata, che ha visto gli Sbandieratori di Gubbio protagonisti in altre due occasioni storiche:
Nel 2000, durante il Giubileo dei Giovani indetto da San Giovanni Paolo II,
Nel 2016, in occasione del Giubileo della Misericordia promosso da Papa Francesco.
Proprio nel 2016, gli Sbandieratori, in collaborazione con il professor Maurizio Ceccarelli, composero e interpretarono l’Inno Giubilare, suonato in due contesti di grande rilevanza:
“Prima all’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, poi in Piazza San Pietro, davanti a Papa Francesco stesso. Un’emozione irripetibile, che ancora oggi portiamo nel cuore.”
Anche questa volta, la giornata romana è stata ricca di emozioni. Dopo il passaggio alla Porta Santa, il gruppo ha sostato in preghiera presso la tomba di San Pietro, momento toccante e silenzioso, vissuto in profonda comunione con la storia della Chiesa.
Suggestiva anche la tappa fotografica sotto la statua di sant’Ubaldo, collocata sul colonnato del Bernini, quasi a voler idealmente “benedire” il cammino eugubino con la protezione del Patrono.
Il pomeriggio è stato invece animato da due esibizioni pubbliche:
La prima in Piazza della Rotonda, davanti al Pantheon,
La seconda in Piazza Capranica, dove si concentreranno le rappresentanze dei gruppi partecipanti e un folto pubblico, tra cui anche diversi eugubini residenti a Roma.
“Sbandierare tra i monumenti di Roma è un privilegio e una sfida”, raccontano alcuni dei giovani del gruppo. “Ti senti piccolo davanti a tanta storia, ma allo stesso tempo ti senti parte di qualcosa di più grande, che affonda le radici nella tua terra e si apre al mondo.”
La giornata è stata impreziosita dalla presenza del Ministero degli Affari Esteri, rappresentato dall’Ambasciatore Stefano Bianchi, che ha voluto salutare con parole di stima il gruppo eugubino:
“La bandiera è simbolo di identità, ma anche di apertura. Il modo in cui Gubbio la fa danzare è una lezione di bellezza e coesione. Un patrimonio da custodire e condividere.”
Il Giubileo delle Bande e dello Spettacolo Popolare non è solo un momento folkloristico. È un’occasione per riscoprire il valore ecclesiale e culturale delle tradizioni popolari, quelle che parlano al cuore, prima ancora che alla mente. E in questo contesto, il gesto dello sbandierare assume un significato che va ben oltre la tecnica:
“Quando lanciamo la bandiera, stiamo affidando qualcosa all’Alto. Quando la riprendiamo, riceviamo qualcosa indietro. È un dialogo silenzioso, ma eloquente, con il Cielo” — spiegano gli istruttori del gruppo.
Il movimento delle bandiere, il suono dei tamburi, l’armonia dei colori: tutto concorre a creare un linguaggio universale, capace di emozionare anche chi non conosce la storia da cui tutto nasce.
Il Gruppo Sbandieratori di Gubbio è una delle realtà storiche più vive della città. Non solo per le sue numerose esibizioni nazionali e internazionali, ma per il lavoro silenzioso di formazione e coesione sociale che svolge ogni anno, soprattutto con i giovani.
“Essere sbandieratori non è solo imparare una tecnica. È entrare in una comunità, ricevere una disciplina, assorbire una cultura”, affermano i veterani.
E proprio per questo, ogni trasferta è anche un momento di crescita, di condivisione, di legame profondo tra generazioni. Dal più giovane tamburino al più esperto bandierante, tutti portano nel cuore il peso e la gioia della rappresentanza cittadina.
Il Giubileo della Speranza richiama tutti a rimettere al centro il cuore della fede: la fiducia nel futuro, nonostante tutto. E gli Sbandieratori di Gubbio, con la loro presenza, incarnano proprio questo messaggio: un legame forte con la tradizione, ma uno sguardo sempre aperto all’incontro, alla testimonianza, alla bellezza che unisce.
“Portare le nostre bandiere a Roma, davanti alla Porta Santa, è per noi un atto di fede e di speranza. È dire, con i gesti e con il colore, che le radici non sono catene, ma ali.”
E mentre il sole romano illumina le strade di pietra antica, il volo delle bandiere eugubine porta, ancora una volta, un messaggio che non ha bisogno di parole: la tradizione è viva. La speranza danza.
Gubbio c’è.