Gli abitanti di S. Martino in Colle si mobilitano contro l’installazione di un’antenna per telecomunicazioni, alta 33 metri, con tecnologia 5G. Si sono tenuti di recente due incontri con la popolazione aventi come tema l’installazione dell’antenna 5G che secondo gli abitanti costituirebbe una vera e propria ferita al  paesaggio e un grave danno per tutti .

È stato a questo scopo costituito un Comitato spontaneo, denominato “Un’alternativa per l’antenna di S. Martino in colle”, al quale stanno aderendo molti cittadini del luogo, che hanno voluto esprimere la loro preoccupazione. La protesta è causata non solo al fatto che le emissioni elettromagnetiche del 5G potrebbero comportare rischi per la salute della popolazione se non nell’immediato, negli anni a venire.

Tecnologia 5G non sufficientemente sperimentata

L’introduzione della tecnologia 5G è infatti recente e non esistono quindi sufficienti studi tecnico-scientifici che certifichino la sicurezza per la salute della popolazione. E’ vero che l’International Agency for Research on Cancer ha classificato i campi elettromagnetici a radiofrequenza solo come “possibilmente cancerogeni” (gruppo 2B) e non come “probabilmente cancerogeni” (gruppo 2A), ma la preoccupazione degli abitanti di S. Martino in Colle è più che giustificabile e condivisibile anche se non supportata da evidenze scientifiche.

L’antenna, alta ben 33 metri, verrebbe installata di fronte all’ingresso del cimitero, che si trova in posizione centrale rispetto all’intera area abitata e sarebbe vicina all’asilo, alla scuola elementare e alla scuola media, nonché agli impianti sportivi frequentati dai giovani. Inoltre, un’antenna così alta, causerebbe un notevole danno paesaggistico alla località che si trova in una posizione panoramica che rappresenta una caratteristica distintiva dell’Umbria.

L’antenna costituirebbe perciò a detta degli abitanti, una “ferita al paesaggio” e questo dovrebbe indurre tutti coloro che amano la natura e che apprezzano il paesaggio umbro a protestare contro una sorta di “violenza all’ambiente”. Viene allora da chiedersi dove siano le organizzazioni impegnate nella tutela dell’ambiente e della salute. Non una sola voce di protesta si è alzata da parte loro.

Necessario spostare l’antenna in un luogo diverso

Il Comitato costituito di recente fa una richiesta ragionevole e cioè di spostare l’antenna in un sito che non arrechi danni al paesaggio ed anche, eventualmente, alle persone. È un appello rivolto alle istituzioni competenti, non da ultimo alla Regione Umbria, che dovrebbero tutelare sia l’ambiente sia la popolazione.

L’Agenzia ARPA ha l’incarico di fornire il supporto tecnico-scientifico nel campo della “prevenzione dell’inquinamento e della tutela ambientale” e quindi della qualità della vita e della salute dei cittadini. I campi elettromagnetici sono tra le principali tematiche ambientali delle quali si occupa l’Agenzia. Infine, la “pubblica utilità”, alla quale si appellano le Aziende interessate alle telecomunicazioni con tecnologia 5G, non può e non deve essere considerata più importante dell’ambiente, che è un bene pubblico che tutti hanno il dovere di preservare.

La popolazione dovrebbe inoltre essere tutelata sotto tutti i punti di vista, protestano gli abitanti di San Martino in Colle, dall’impatto rovinoso sul territorio fino al valore degli immobili che subirebbero un danno significativo, che indurrebbe anche un danno al settore turistico.

Nella realtà è più pericoloso un telefono cellulare che viene portato all’orecchio

Non esiste a tutt’oggi alcuna evidenza che le onde radio procurino danno all’organismo. È tuttavia evidente che l’esposizione a pochi centimetri di distanza possa provocare lesioni. Chi si accalora contro la installazione di tralicci con trasmettitori a microonde, non si rende conto che un normale telefono cellulare emette la stessa gamma di radiofrequenza per di più a contatto del cranio e quindi a pochi millimetri dal cervello.

È quello l’inquinamento elettromagnetico – se questo è il termine corretto per definirlo – più pericoloso in assoluto. Il fatto che l’antenna sia a 33 metri di altezza è casomai una garanzia per gli esseri umani, perché le antenne usate da questa tecnologia sono molto direzionali e diffondono un raggio di onde radio assai simile per propagazione a un raggio di luce.

Sul piano paesaggistico crediamo che un’antenna sia meno impattante delle pale eoliche che ormai occupano una buona parte del paesaggio italiano con dimensioni ben più ingombranti e anche con un consistente inquinamento acustico. Tra l’altro esiste anche la possibilità di mimetizzare le antenne con vari espedienti.

Nell’installare un’antenna per telecomunicazioni si sceglie la posizione più conveniente per coprire la maggior parte di territorio possibile. Se questo non avviene si deve sopperire aumentando il numero di antenne con un danno paesaggistico ancora maggiore.