“Su Toti non cambia la nostra linea garantista” è quanto dichiara l’onorevole Raffaele Nevi, deputato alla Camera per Forza Italia di cui è vice capogruppo vicario a Montecitorio e portavoce nazionale del partito, sulla vicenda di Giovanni Toti, oggi agli arresti domiciliari.
“Neanche in questa occasione deroghiamo dal principio della presunzione di innocenza – il parlamentare umbro, originario di Terni, commenta così l’indagine in corso sul presidente della Liguria – Speriamo che in tempi rapidi il presidente riesca a chiarire la sua posizione e tornare a governare la Regione Liguria. Auspichiamo la massima velocità per garantire che ci sia la massima continuità amministrativa”.
Giovanni Toti agli arresti domiciliari
lI presidente della Regione Liguria Giovanni Toti è agli arresti domiciliari nell’ambito di una inchiesta della Dda genovese e della guardia di finanza con l’accusa di corruzione.
L’ordinanza gli è stata notificata in un hotel di Sanremo dove il governatore ligure questa mattina, martedì 7 maggio, avrebbe dovuto partecipare a una conferenza stampa in occasione dell’incontro tra Flavio Briatore e il sindaco di Ventimiglia Di Muro per l’apertura del nuovo Twiga e a un’altra sulla sanità a Bordighera all’ospedale Saint-Charles.
Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, diversi uomini della Guardia di finanza hanno atteso il presidente all’interno dell’albergo, dandogli il tempo di preparasi, per poi accompagnarlo all’esterno dove si trovavano le auto d’istituto.
Promesse in cambio di voti
Nello specifico, le accuse rivolte al governatore della Liguria Giovanni Toti che hanno portato ai suoi arresti domiciliari riguardano la promessa di posti di lavoro e appartamenti di edilizia residenziale migliori per convogliare i voti degli elettori appartenenti alla comunità di Riesi, Caltanissetta, di Genova verso la lista “Cambiamo con Toti Presidente”. Si tratterebbe di circa 400 preferenze.
Non è tutto. Al presidente ligure si contesta di avere accettato da Aldo e Roberto Spinelli le promesse di vari finanziamenti e ricevuto complessivamente 74.100 euro a fronte di più impegni.
Con l’accusa di corruzione elettorale e corruzione per l’esercizio della funzione, agli arresti domiciliari c’è anche Matteo Cozzani, capo di gabinetto e braccio destro di Toti. In questo caso, il reato è aggravato dalla circostanza di cui all’art. 416-bis.1 c.p. perché, per l’accusa, Cozzani avrebbe agevolato l’attività di Cosa Nostra, ovvero il clan Cammarata del mandamento di Riesi, Caltanissetta, con proiezione nella città di Genova.
Sempre ai domiciliari c’è il terminalista genovese Aldo Spinelli, mentre è finito in carcere l’ex presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale Paolo Emilio Signorini, oggi amministratore delegato di Iren, che, secondo l’inchiesta, avrebbe dato soldi a Toti per ottenere in cambio favori come la concessione a Spinelli per le aree del terminal Rinfuse.
Ipotesi elezioni anticipate in Liguria
Mentre il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti si trova agli arresti domiciliari, si fa strada l’ipotesi di elezioni regionali anticipate: “Il fatto è accaduto poche ore fa, ma non si può escludere nulla. In Liguria le elezioni sono in programma a ottobre del 2025 ma l’ipotesi delle elezioni anticipate in Regione a questo punto non si può escludere“ fa sapere Matteo Rosso, parlamentare e coordinatore ligure di Fratelli d’Italia.
“E bisogna anche vedere le scelte che opererà Toti – aggiunge Rosso – magari per difendersi in modo più sereno preferisce dimettersi e cade tutto e si va al voto. E’ davvero presto per aggiungere altro. A caldo posso dire solo queste cose”.
Per quanto riguarda, invece, l’attività amministrativa della Regione, Rosso spiega: “Per un certo periodo andrà avanti il vice-presidente Alessandro Piana della Lega poi si vedrà“. E ancora: “Al momento non so davvero che cosa aggiungere, ora dobbiamo solo leggere e capire. Ci vorranno ore o forse giorni prima di farsi un’idea più precisa”.