31 May, 2025 - 15:56

Giovanissimo con pistola in aula: cresce il disagio minorile

Giovanissimo con pistola in aula: cresce il disagio minorile

Giornata di paura ieri mattina in una scuola media di Perugia: i docenti, dopo la denuncia di un furto di cellulare, hanno iniziato a controllare gli zaini degli alunni. All’interno della cartella di un ragazzino di soli 12 anni è spuntata la canna di una pistola, subito rivelatasi una scacciacani dall’aspetto realistico.

Immediato l’allarme del personale scolastico, che ha avvisato i carabinieri; sul posto è intervenuta anche la Procura per i Minorenni, coordinata dal magistrato Flaminio Monteleone.

Il ragazzo è stato temporaneamente allontanato e affidato ai genitori, mentre gli inquirenti valutano le responsabilità: al momento non sembrano emergere elementi che facciano pensare a una vera intenzione di atti violenti da parte del dodicenne.

Allarme giovani: cresce il disagio adolescenziale anche in Umbria

Il caso riapre il dibattito sul benessere psicologico dei giovanissimi. Numerose ricerche nazionali evidenziano un forte aumento dei disturbi d’ansia e depressione tra i giovani: secondo un’indagine Istat/Iss il 24,2% dei 16-24enni italiani manifestava sintomi depressivi nel 2021 (era il 14,4% nel 2019) e il 39% degli under30 soffrirebbe di ansia o depressione.

In Umbria, una ricerca locale segnala che il 19% dei giovani intervistati presenta sintomi depressivi e il 47% dichiara episodi ricorrenti di rabbia. Esperti sottolineano come la pandemia abbia acuito un disagio già presente, creando una sorta di “richiesta d’aiuto silenziosa” tra gli adolescenti. Psicologi e operatori scolastici insistono sulla necessità di potenziare i servizi di supporto psicologico in famiglia e a scuola, per intercettare sofferenze spesso non visibili.

Baby gang e armi finte: nuova emergenza sociale tra i minori

Non mancano episodi recenti di violenza e rapine tra minori in Umbria. Solo negli ultimi mesi la polizia ha arrestato ad esempio tre ragazzini a Corciano, accusati di aver accerchiato e rapinato altri tre coetanei in un parcheggio sotterraneo.

A Perugia, in località Ponte Valleceppi, due quindicenni erano stati denunciati per avere picchiato e derubato un coetaneo in un locale pubblico.

Episodi simili di “baby gang” avevano portato anche a emergenze mediatiche, in cui gruppi di adolescenti molestavano e ferivano coetanei o estranei.

 Le forze dell’ordine umbri stanno rispondendo con controlli straordinari e progetti di prevenzione, ma insegnanti e cittadini chiedono anche più presenza sociale e attività per i giovani, per contrastare la deriva violenta.

Perché i ragazzi portano armi a scuola? Il caso Umbria

La vicenda del 12enne allarma anche per il contesto più ampio del rapporto dei giovani con le armi. In Umbria non è un caso isolato: nel gennaio 2025 due minori (16 e 15 anni) furono denunciati dai carabinieri a Castiglione del Lago per porto abusivo di arma. Durante un controllo vicino a una discoteca, fu trovato che uno dei ragazzi era in possesso di una pistola scacciacani marca Bruni (mod.84) priva del tappo rosso, mentre l’altro nascondeva un coltello a serramanico.

Questo episodio conferma come alcuni adolescenti imitino comportamenti violenti, portando con sé armi – finte o vere – in situazioni di divertimento. Associazioni per la prevenzione e persino note fiabe educative invitano da tempo le famiglie e le scuole a educare i ragazzi alla non violenza e a limitare l’uso di giocattoli bellici, ma mancano regole chiare sul mercato dei giocattoli realistici (le scacciacani, ad esempio, sono acquistabili da maggiorenni) e controlli efficaci.

Dispersione scolastica: in Umbria numeri bassi, ma il rischio resta

Un altro banco di prova è la scuola. Da anni la Regione Umbria investe per contrastare l’abbandono scolastico e formare alternative per i ragazzi in difficoltà. L’Umbria vanta oggi tassi di dispersione tra i più bassi d’Italia: solo il 5,6% degli studenti umbri lascia prematuramente la scuola (contro il 10,5% di media nazionale).

Questo risultato, sottolineato dall’assessore regionale all’Istruzione Paola Agabiti, è frutto di maggiori investimenti nella formazione professionale e nell’orientamento: il tasso di abbandono è sceso dall’8-9% del 2019 all’attuale 5,6%. Nonostante i numeri virtuosi, rimane l’esigenza di vigilare: ogni caso di dispersione tradisce disagi familiari, sociali o economici.

Per questo il governo regionale ha introdotto contributi economici per le famiglie, doposcuola e corsi di recupero, riconoscendo che la scuola ha un ruolo chiave nel prevenire fenomeni di disagio giovanile.

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Francesca Secci
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