Retribuzioni più basse della media italiana, tipologie di contratto e qualifiche meno prestigiose per i giovani umbri che lavorano nel comparto privato. E la cosiddetta yolo generation (che segue la filosofia del “si vive una volta sola” – You Only Live Once), fa crescere le dimissioni dalle occupazioni a tempo indeterminato.
Il focus è fornito dall’AUR, l’Agenzia Umbria Ricerche, in un paper curato da Elisabetta Tondini, responsabile dell’area di ricerca “Quanti sono e quanto guadagnano i giovani dipendenti umbri”.
Giovani dipendenti umbri: gli under 35 occupati nel privato sono 70 mila
Nel 2022 in Umbria hanno lavorato alle dipendenze nel comparto privato extra agricolo quasi 70 mila giovani con meno di 35 anni. Si tratta del 30,6 per cento del totale dei dipendenti privati nell’anno (una quota leggermente inferiore al dato nazionale e del nord). La presenza giovanile, quasi esclusiva tra gli apprendisti e residuale tra i quadri e i dirigenti, in Umbria risulta, in ogni qualifica, inferiore a quella registrata nelle aree di riferimento.
In Umbria i lavoratori standard under 35 del comparto privato sono per il 52,6% operai e per il 24,2% impiegati.
“Lo schiacciamento verso il basso delle qualifiche professionali è più alta della media in regione – spiega Tondini nel suo paper -. In Umbria i lavoratori under 35 sono per il 57,8 per cento operai (il 50 per cento al Nord) e per il 23,5 per cento impiegati (il 37 per cento al Nord). Mentre risulta sovrarappresentata, con il 18,4 per cento, la categoria degli apprendisti. I giovani umbri con contratti a tempo determinato sono relativamente più numerosi dei coetanei italiani e settentrionali (36,1 per cento). Coprono una quota praticamente doppia rispetto a quella degli ultra 34 enni. Inoltre, nel 35,6 per cento dei casi hanno un contratto part-time (meno dell’Italia ma più del Nord) a fronte del 30 per cento dei lavoratori più maturi“.
Retribuzione più basse e meno ore lavorate per gli Under 35 umbri, rispetto ai più anziani
Nel complesso, agli umbri con meno di 35 anni che lavorano nel privato come dipendenti, corrisponde una retribuzione media annua di 14.478 euro, inferiore a quelle dei coetanei dell’Italia e del Nord. I giovani umbri guadagnano 1.138 euro in meno rispetto all’Italia a 3.214 euro in meno all’anno rispetto alle regioni settentrionali. Lo scarto si fa massimo tra i quadri e tra le qualifiche “altre”.
Curiosa l’eccezione dei dirigenti: sono appena 9 e guadagnano più della media nazionale e del nord, anche se non rappresentano un campione apprezzabile.
In crescita la penalizzazione retributiva (rispetto alla media nazionale) dei giovani lavoratori umbri dipendenti nel privato.
Per la maggiore presenza di contratti a termine, il numero medio di giornate retribuite dei giovani risulta inferiore a quello degli over 34 (in Umbria 213 contro 264).
“La minore continuità lavorativa, contratti più penalizzanti, il livellamento verso il basso delle qualifiche, una storia professionale più breve incidono sui livelli retributivi“, conferma la ricerca. Mediamente gli stipendi dei giovani sono più bassi rispetto a quelli degli over 34. In Umbria, ai giovani che lavorano nel comparto privato corrisponde il 21 per cento del monte retribuzioni.
I giovani umbri fanno per oltre la metà gli operai, appena il 24% gli impiegati
I giovani umbri dipendenti nel privato con lavoro standard (contratti a tempo indeterminato, full time) nel 2022 sono stati 22.492.
“Si ripropone la maggiore caratterizzazione operaia del lavoro giovanile umbro – spiega Elisabetta Tondini di AUR – che è oltre la metà del totale. Si accentua la sottorappresentazione della qualifica impiegatizia (il 24,2 per cento in Umbria) e la maggiore relativa presenza di apprendisti (22,7 per cento). In Umbria la retribuzione media annua di un giovane dipendente nel comparto privato con contratto a tempo indeterminato, full-time è stata di 24.069 euro. Che corrispondono a -3.852 euro del valore medio italiano e a -4.888 euro di quello del Nord“.
Il minore guadagno dei giovani umbri dipende non solo da una maggiore concentrazione tra gli operai, ma anche dalla minore retribuzione media relativa a ciascuna qualifica. Che si fa massima in corrispondenza dei quadri. Insomma, la penalizzazione retributiva (rispetto alla media nazionale) dei giovani lavoratori umbri dipendenti nel privato è in crescita. Tuttavia, il livellamento verso il basso dei salari e stipendi nel comparto privato regionale (come testimoniano i valori dei lavoratori over 34) attenua lo svantaggio intergenerazionale.
Crescono le dimensioni volontarie per inseguire il sogno della vita
Analizzando un’indagine dell’Istituto Eures 2024, la ricerca di Tondini evidenzia anche la crescita delle dimissioni volontarie dei giovani umbri. Ciò avviene sulla scia di quei valori della yolo generation (che segue la filosofia del “si vive una volta sola” – You Only Live Once) maturati prepotentemente nel corso della pandemia, anche nel nostro Paese.
Dallo scoppio della pandemia le dimissioni da tempi indeterminati degli Under 30 sono in crescita in valore assoluto in Umbria.
Il fenomeno, diffuso anche tra i lavoratori più maturi, è strutturalmente molto più accentuato tra i giovani e l’Umbria non fa eccezione. Nel 2022 le dimissioni di giovani con meno di 30 anni con contratto a tempo indeterminato sono state quasi 77 su 100 in Umbria. Nel 2023 questi valori sono saliti rispettivamente a 80.