Ogni anno, il 10 febbraio, l’Italia si ferma per commemorare il Giorno del Ricordo, una solennità civile istituita con legge nel 2004, che ha lo scopo di ricordare la tragica vicenda della persecuzione e della pulizia etnica subita da italiani, dalmati, istriani e friulani, costretti, in molti casi, a essere gettati nelle foibe. Quest’evento, che prevede le bandiere a mezz’asta sugli edifici pubblici, è un momento di profonda riflessione, dolore e impegno civile. In questa giornata, le istituzioni e la società intera sono chiamate a fare memoria, affinché la storia non si ripeta e le vittime di quegli orrori possano finalmente essere onorate.

Nel cuore di Gubbio, il sindaco Vittorio Fiorucci ha espresso il significato profondo di questa ricorrenza durante il discorso tenutosi in occasione del Giorno del Ricordo. Con parole cariche di sentimento, il sindaco ha sottolineato:
“Le bandiere listate a lutto anche sul nostro Palazzo Pretorio ci ricordano un eccidio che ha visto emotivamente coinvolto tutto il Paese, e che va ricordato con grande commozione e profondo spirito riflessivo. Per troppi anni, infatti, questa vicenda è stata coperta dal silenzio: alle vittime di quei tragici avvenimenti va oggi restituita non solo la memoria, ma un fattivo e concreto impegno affinché tutti conoscano questa pagina terribile della nostra storia“.

Queste parole, pronunciate con fermezza, sono un invito a non dimenticare un passato doloroso, a riconoscere le responsabilità e a comprendere quanto sia fondamentale mantenere viva la memoria storica. Il Giorno del Ricordo, infatti, non si limita a ricordare i nomi delle vittime, ma intende offrire un’occasione per analizzare, senza filtri ideologici, gli eventi che hanno segnato profondamente il nostro paese.

Italia teatro di episodi drammatici legati alla pulizia etnica

Durante la Seconda Guerra Mondiale e negli anni immediatamente successivi, l’Italia subì episodi drammatici legati alla pulizia etnica, con la persecuzione sistematica di intere comunità. Italiani, dalmati, istriani e friulani caddero vittime di una politica di esclusione e violenza che portò migliaia di persone a subire trattamenti disumani e a essere costrette all’esilio, spesso tramite il mezzo delle foibe. Questi tragici eventi, che per troppo tempo rimasero nascosti sotto un velo di silenzio, hanno rappresentato una ferita aperta nella storia del nostro Paese.

Il Giorno del Ricordo è nato proprio con l’intento di far emergere quella pagina della storia a lungo ignorata o minimizzata, offrendo uno spazio di confronto e di riflessione che va oltre il semplice atto commemorativo. È un momento in cui si chiede a tutti di abbandonare il relativismo e l’indifferenza, e di affrontare con coraggio le responsabilità del passato per costruire un futuro migliore.

Uno degli aspetti più toccanti del Giorno del Ricordo è la presenza delle bandiere a mezz’asta sugli edifici pubblici. Questa simbolica disposizione ha lo scopo di rendere visibile il dolore collettivo e di onorare la memoria di chi ha sofferto. Il sindaco Fiorucci ha evidenziato come anche il Palazzo Pretorio di Gubbio, simbolo del potere civile e della storia locale, partecipi a questo gesto solenne, ricordando a tutti i cittadini la necessità di non dimenticare.

Nella giornata del ricordo il Sindaco Fiorucci ha invitato cittadini a riflettere senza ideologie

Le bandiere a lutto sono molto più di un mero ornamento: rappresentano la testimonianza visiva di un passato segnato da violenze e abusi, un costante monito contro l’inafferrabile tentativo di cancellare la memoria storica. Esse invitano a un’azione collettiva, a un impegno che vada oltre il ricordo simbolico, affinché le vittime di quei tragici eventi non siano solo un ricordo doloroso, ma diventino un faro che guida le scelte etiche e morali della società.

Nel suo intervento, il sindaco Vittorio Fiorucci ha lanciato un appello che va oltre il semplice ricordo: ha invitato i cittadini a riflettere con giudizio e senza ideologie sugli atti efferati compiuti in passato, per riconoscere le responsabilità e per fare in modo che certi orrori non possano mai ripetersi.

La sua richiesta di memoria “a tutto tondo” significa che è necessario esaminare la storia con onestà, senza cercare scuse o giustificazioni ideologiche, ma piuttosto imparare dagli errori del passato.

Necessario prevenire il ripetersi di simili errori e restituire alle vittime la memoria

Il sindaco ha ricordato come, per troppo tempo, la vicenda sia stata coperta dal silenzio, e oggi, più che mai, è indispensabile restituire alle vittime la memoria e un impegno concreto affinché tutti conoscano quella pagina terribile della nostra storia. Un appello che risuona fortemente in un’Italia che si trova a dover fare i conti con il rischio di ripetere, in qualche forma, quei tragici eventi.

Mantenere viva la memoria è, secondo Fiorucci, il primo passo per prevenire il ripetersi di simili orrori. La consapevolezza del passato, infatti, non deve solo commuovere, ma anche guidare le scelte del presente e del futuro. La memoria diventa strumento di educazione civica e morale, capace di rafforzare il tessuto sociale e di promuovere una cultura della legalità e del rispetto dei diritti umani.

Il sindaco ha sottolineato l’importanza di trasmettere questo messaggio alle nuove generazioni, affinché possano comprendere l’importanza di non dimenticare e di agire con responsabilità. In questo senso, il Giorno del Ricordo assume un duplice ruolo: quello di commemorare e quello di educare, invitando tutti a riflettere sulle conseguenze di atti violenti e di persecuzioni che hanno segnato la nostra storia.