Nel Cinquantenario del FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano, l’edizione 2025 delle Giornate FAI d’Autunno ci sarà l'11 e il 12 ottobre in tutta Italia. Un evento che torna a trasformare l’Umbria in un itinerario diffuso tra luoghi d’arte, paesaggio e memorie che raramente aprono al pubblico. Tra eremi, palazzi storici, chiese affrescate e percorsi naturalistici, la regione concentra un ventaglio di visite che raccontano identità diverse: dall’Assisi francescana alla città colta di Perugia, dai borghi della fascia appenninica alla Valnerina. Ecco, in dettaglio, tutte le aperture umbre di questa edizione.
Assisi apre con un doppio richiamo: la Galleria d’Arte Contemporanea della Pro Civitate Christiana, che custodisce opere e ricerche del secondo Novecento in dialogo con la città serafica, e il Bosco di San Francesco, l’oasi del FAI dove il paesaggio collinare, i muretti a secco e gli antichi manufatti rurali diventano un’esperienza di natura e storia.
Nel territorio di Città di Castello si possono visitare invece la Cripta e l’Abbazia di Badia Petroia, insieme al Giardino di Villa Rossi: un’immersione nel Medioevo umbro e nella cultura delle dimore storiche, tra architetture romaniche, stratificazioni di culto e disegno del verde.
Sul Trasimeno, a Magione, sono due sono le aperture al pubblico: la Chiesa di Santa Maria Annunziata a Montecolognola – preziosa per impianto e affreschi – e il Santuario della Madonna delle Fontanelle, luogo di devozione popolare che racconta la religiosità diffusa del territorio lacustre.
A Gubbio l’itinerario è doppio e intreccia natura e arte: la Gola del Bottaccione, celebre per la sezione geologica legata all’ipotesi dell’asteroide dei dinosauri e per l’acquedotto medievale, e la Chiesa di Santa Maria della Piaggiola, scrigno barocco che rivela tele, stucchi e una stagione artistica spesso trascurata dagli itinerari turistici canonici.
Nel cuore della via Flaminia, Bevagna propone la Chiesa dei Santi Domenico e Giacomo, testimonianza della stagione mendicante con dettagli architettonici e arredi che meritano una sosta attenta. Spello offre ai visitatori l’apertura straordinaria della Chiesa di Santa Maria in Vallegloria, con la sua storia monastica e i cicli pittorici che dialogano con la “città dei fiori” ben oltre l’iconografia cartolina.
Per le Giornate FAI d'autunno 2025 in Umbria Gualdo Tadino invita a scoprire le Sorgenti del Rio Fergia, un percorso d’acqua e boschi che unisce geologia e biodiversità, ideale per scoprire una Valfabbrica più intima e verde. A Terni si entra invece a La Romita: il convento e la scuola d’arte, complesso che intreccia tradizione spirituale, laboratori e paesaggio, svelando ambienti in genere non accessibili – dalla chiesa al chiostro, fino agli spazi didattici. Sempre in provincia di Terni, a Castel Giorgio, apre Casa Pisana: una residenza che conserva memoria di famiglie e architetture di confine, sospese tra l’altopiano dell’Alfina e l’Orvietano.
Completano il quadro due aperture meno note ma di forte fascino: Villa San Martinello a San Martino Delfico, dimora privata resa accessibile per l’occasione, e, a Foligno, Palazzo Morotti, che racconta la stagione dei palazzi cittadini tra decorazioni, corti interne e tracce di vita borghese.
Spoleto apre le sue porte per la prima volta ai visitatori di alcune sale di Palazzo Marignoli: un affaccio raro sulla storia di una nobile dimora cittadina e sulle collezioni che ne raccontano gusto e committenza tra XVI e XX secolo. Nel Tuderte l’itinerario tocca il Convento di San Giacomo a Todi, sulle alture di Pontecuti: un complesso di grande stratificazione storica, immerso in un paesaggio di campi e oliveti che incarna l’idea stessa di “Umbria mistica”.
Le visite per le Giornate FAI d'autunno 2025 sono sostenute dai volontari e rientrano nella raccolta fondi del FAI: si accede con una libera donazione all’ingresso (con accessi prioritari per gli iscritti). Orari, eventuali prenotazioni e indicazioni di dettaglio sono consultabili nelle schede dei singoli luoghi. Un’occasione per attraversare l’Umbria con sguardo lento, tra tesori solitamente chiusi e paesaggi d’autunno.