Sabato 25 gennaio 2025, Gubbio si unirà al mondo intero per commemorare l’ottantesima Giornata della Memoria, un’occasione per riflettere sulla Shoah e sulle atrocità dell’Olocausto. La Sala ex Refettorio della Biblioteca Sperelliana ospiterà alle 17:30 la conferenza intitolata “Raccontando il cancello di Auschwitz. La Shoah tra vincitori e vinti, a ottanta anni dal 27 gennaio 1945”, un evento che unisce il Comune di Gubbio, la Biblioteca Sperelliana, l’Associazione Famiglie 40 Martiri, l’Anpi, la Fondazione Mazzatinti e la Diocesi di Gubbio.
La data del 27 gennaio, che ricorda la liberazione del campo di sterminio di Auschwitz da parte dell’Armata Rossa nel 1945, è diventata simbolo universale della Shoah, un giorno per rendere omaggio alle vittime e riaffermare l’impegno contro ogni forma di odio, discriminazione e violenza. L’evento di Gubbio propone un’occasione di approfondimento e dialogo, con una particolare attenzione alla problematica della memoria umana e storica, alla giustizia post-Norimberga e al fenomeno, purtroppo ancora attuale, del negazionismo.
Il professor Fabio Stirati, esperto di storia e filosofia, guiderà l’incontro attraverso un percorso che intreccia la tragedia dell’Olocausto con la letteratura, la cultura classica e le testimonianze dirette. Ad arricchire la riflessione, le letture di alcuni studenti del Liceo Classico Mariotti di Perugia – Tommaso Angelelli, Linda Boccolacci, Giulio Re ed Elena Saveri – daranno voce alle pagine di autori che hanno raccontato l’orrore di Auschwitz con lucidità e umanità.
La conferenza prenderà avvio con un’analisi del mondo classico, esplorando i temi di epica e tragedia come lenti per leggere il significato della Shoah. Questo approccio offrirà un contesto universale alle vicende storiche, evidenziando come il racconto delle sofferenze umane attraversi epoche e culture.
La Giornata della Memoria vedrà la partecipazione e il saluto del sindaco Vittorio Fiorucci
Il percorso proseguirà con due testimonianze letterarie centrali nella comprensione dell’Olocausto: da un lato, “Comandante ad Auschwitz”, il memoriale di Rudolf Höss, comandante del campo, una narrazione agghiacciante per la freddezza con cui descrive l’apparato di sterminio; dall’altro, gli scritti di Primo Levi, simbolo della memoria della Shoah, con opere immortali come Se questo è un uomo, La tregua e I sommersi e i salvati. Attraverso le parole di Levi, emergerà la lotta per preservare la dignità umana anche nei momenti più bui.
Il pomeriggio si aprirà con i saluti del sindaco di Gubbio, Vittorio Fiorucci, che sottolineerà l’importanza di tramandare la memoria alle nuove generazioni. Monsignor Luciano Paolucci Bedini, vescovo di Gubbio e Città di Castello, offrirà una riflessione spirituale, richiamando il dovere morale di ricordare per costruire un futuro di pace.
Seguiranno gli interventi di figure di spicco della comunità eugubina: Gianfranco Cesarini, presidente della Fondazione Giuseppe Mazzatinti, parlerà del ruolo educativo delle istituzioni nella conservazione della memoria; Laura Tomarelli, presidente dell’Associazione Famiglie Quaranta Martiri, porterà il ricordo di un episodio tragico che ha segnato la città di Gubbio durante la Seconda Guerra Mondiale; infine, Ellis Gulli, presidente dell’Anpi sezione Gubbio “Walkiria Terradura”, rifletterà sull’attualità della lotta contro il fascismo e sulla necessità di vigilare contro ogni rigurgito di odio e intolleranza.
Uno dei temi centrali dell’incontro sarà il fenomeno del negazionismo, che rappresenta una sfida crescente in un’epoca caratterizzata dalla disinformazione e dalla manipolazione storica. La conferenza intende offrire strumenti per combattere le falsità e le distorsioni legate alla Shoah, riaffermando l’importanza della conoscenza storica basata su fatti e testimonianze.
Gli scritti di Primo Levi offrono una sguardo sulle dinamiche psicologiche e morali dei campi di sterminio
“Ricordare non è solo un dovere verso le vittime, ma anche un monito per il presente e il futuro”, ha dichiarato il sindaco Fiorucci in un comunicato stampa. “In un momento storico in cui il linguaggio dell’odio sembra trovare nuove forme di espressione, dobbiamo ribadire con forza i valori di rispetto, solidarietà e inclusione”.
La scelta di combinare l’approccio storico con quello letterario riflette il desiderio di rendere la memoria della Shoah accessibile e toccante. Gli scritti di Primo Levi, in particolare, offrono uno sguardo profondo sulle dinamiche psicologiche e morali che hanno attraversato i campi di sterminio. La sua capacità di raccontare l’orrore con lucidità e umanità lo rende una guida imprescindibile per comprendere l’Olocausto e il suo significato universale.
“Levi ci insegna che la memoria non è mai neutrale: è un atto di resistenza contro l’oblio e l’indifferenza”, ha affermato il professor Stirati. “Rileggere le sue opere significa anche interrogarci sul nostro ruolo nel mondo e sulle responsabilità che abbiamo verso gli altri”.
La partecipazione attiva degli studenti del Liceo Classico Mariotti rappresenta un elemento fondamentale dell’evento, sottolineando l’importanza di coinvolgere i giovani nella conservazione della memoria storica. Attraverso le loro letture, i ragazzi diventeranno portavoce di un messaggio di speranza e consapevolezza, dimostrando come il ricordo della Shoah possa diventare un patrimonio condiviso.
“Vogliamo che le nuove generazioni comprendano il valore della memoria e il significato profondo del ‘mai più’”, ha spiegato Ellis Gulli dell’Anpi. “Solo conoscendo il passato possiamo evitare di ripetere gli errori e gli orrori che hanno segnato la storia”.