Il Laboratorio del Paesaggio di Avigliano Umbro ha organizzato domenica 24 marzo, presso la biblioteca comunale, un pomeriggio dedicato al cantautore Rino Gaetano, in occasione della 29esima Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.

Vogliamo ricordarle tutte queste persone – hanno spiegato gli organizzatori dell’evento – per questo l’elenco in vetrina è stato aggiornato al 2023 con 1081 nomi“. Ad aprire l’iniziativa, la musica del Modena City Rambles con il brano “I cento passi”, meglio conosciuto come la colonna sonora del film che Marco Tullio Giordana realizzò nel 2000 su Peppino Impastato: il giovane giornalista ucciso a 30 anni dalla Mafia a Cinisi, in provincia di Palermo, il 9 maggio del 1978, proprio il giorno del ritrovamento del cadavere di Aldo Moro.

Rino Gaetano, una voce contro le mafie

Protagonista dell’evento di domenica 24 marzo presso la biblioteca comunale di Avigliano Umbro è stato il cantautore romano Rino Gaetano che, per i rappresentati dell’associazione culturale Il Laboratorio del Paesaggio, è “ricordato per la sua voce ruvida e i testi caratteristici delle sue canzoni, nonché per l’ironia e la denuncia sociale dei suoi brani, spesso celata da testi apparentemente leggeri e disimpegnati“.

Con la narrazione di Alessandro Puglielli, la musica e il canto di Luciano Vitali, le letture del pubblico e la proiezione di video, è stata ricostruita la storia, umana e artistica, del cantante scomparso tragicamente il 2 giugno 1981, in un incidente stradale sulla cui vicenda tutt’oggi restano tanti dubbi da sciogliere.

In alcune sue canzoni arrivò a fare nomi e cognomi di uomini politici del tempo e non solo e, anche per questo, i suoi testi e le sue esibizioni dal vivo furono più volte segnati dalla censura” hanno spiegato gli organizzatori della giornata commemorativa, che dell’artista evidenziano il modo “mai banale, di avvicinarsi ai piccoli e ai grandi temi della quotidianità“.

Le sue filastrocche sono uno spaccato della società che, a rileggerle 50 anni dopo, ci dimostrano come le logica del potere non sia cambiata – hanno commentato, ancora, i portavoce de Il Laboratorio del Paesaggio – Sono cambiati i metodi ma gli insabbiamenti e l’omertà dominano sulle nostre vite, sostenendo un gioco di potere che mai ha il sapore della verità e della giustizia sociale“.

Per i membri dell’associazione “Rino Gaetano rimane purtroppo un personaggio più famoso che realmente conosciuto, di cui ancora oggi sfugge la profondità di osservazione e di critica sociale, e la portata del contributo artistico“. Ciò accade perché “L’universo poetico di Rino Gaetano è caustico, surreale, tormentato. Ma è quanto ci voleva per raccontare un’Italia che campava sul benessere illusorio del consumismo, senza accorgersi della deriva morale cui andava incontro, e dello sfaldarsi delle sue istituzioni corrose dalla mafia, dal terrorismo e della corruzione“.

Giornata contro le mafie, perché il 21 marzo

L’appuntamento annuale del 21 marzo è stato fortemente voluto dalla rete Libera, fondata da don Luigi Ciotti quando nel 1977 a Niscemi si celebrò una cerimonia in ricordo di Rosario Montalto e Giuseppe Cutroneo, due bambini di 11 e 8 anni d’età che furono assassinati mentre giocavano davanti casa durante una sparatoria tra due clan mafiosi rivali. 

Fu, poi, con la legge n. 20 dell’8 marzo 2017 del governo Gentiloni che lo Stato italiano riconobbe ufficialmente il giorno 21 marzo quale “Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie”.

La scelta del giorno 21 marzo, data di inizio della stagione primaverile, è alquanto simbolica. Lo stesso don Luigi Ciotti, nel libro “L’amore non basta” pubblicato nel 2020, spiegò che: «Avevamo scelto il primo giorno di primavera proprio per dare il senso di un impegno di lungo periodo. È a primavera che si gettano i semi, anche i semi di speranza, sapendo che andranno poi coltivati, con fatica, perizia e passione, perché diano frutto».