Il Comune di Città di Castello ha di recente avviato una collaborazione con l’Istituto di Fisiologia Clinica del CNEL – Consiglio Nazionale delle Ricerche per condurre lo studio GAPS Umbria, una ricerca spin-off dello studio IPSAD – ‘Italian Population Survey on Alcohol and other Drugs’, che riguarda il sondaggio sulla popolazione italiana circa l’uso di alcol e sostanze stupefacenti, sul fenomeno del gioco d’azzardo.

Il nome dello studio è GAPS, acronimo dell’espressione inglese ‘Gambling Adult Population Survey’ che letteralmente significa ‘Sondaggio del gioco d’azzardo sulla popolazione adulta‘. Esso, in verità, costituisce la seconda rilevazione sul tema, dopo quella già condotta nel 2019 dall’amministrazione tifernate.

I risultati emersi da quest’importante indagine hanno permesso non solo di avere una fotografia approfondita della diffusione del gioco d’azzardo e delle sue forme più problematiche sull’intero territorio della regione Umbria, ma anche di fornire un contributo significativo alle istituzioni e agli esperti del settore per la redazione di politiche di salute pubblica a livello regionale.

Al via lo studio GAPS Umbria

Con l’avvio dello studio GAPS Umbria sulla diffusione del gioco d’azzardo nella popolazione adulta del territorio regionale, in questi giorni alcuni cittadini, estratti casualmente tra tutti i residenti del Comune di Città di Castello, riceveranno per posta il questionario arancione da compilare e rimandare al CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche senza alcuna spesa.

“La partecipazione allo studio – precisano dall’assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Città di Castello – è del tutto volontaria e le informazioni fornite sono di grande rilevanza sociale perché consentono di delineare un quadro complessivo regionale sul gioco d’azzardo”.

“I risultati saranno utilizzati unicamente per pianificare al meglio i servizi forniti ai cittadini – puntualizzano gli amministratori per incentivare la cittadinanza alla partecipazione – Partecipando si aiuteranno i ricercatori a comprendere quanto questo fenomeno sia diffuso e a stimare la portata delle problematiche a esso collegate”.

I dati sul gioco d’azzardo

I dati che riguardano la spesa investita nelle diverse tipologie di giocate dai cittadini dei Comuni dell’Alto Tevere, che verranno approfonditi grazie allo studio GAPS Umbria, fanno molto riflettere.

Il report “La geografia del gioco d’azzardo in Umbria” realizzato nel 2020, a cura del S.S.D. Sorveglianza e promozione della Salute ASL Umbria 2, segnala che la spesa pro capite è di 1.587 euro a San Giustino, 1.554 a Città di Castello, 1.257 a Umbertide, solo per citare le prime città in classifica.

A giocare un ruolo da protagoniste in questo settore sono le “slot machine”, precisamente AWP e VLT con 957 euro spesi pro capite, con punte di 1.203 euro a San Giustino e 1.162 euro a Città di Castello, seguite dalle lotterie istantanee e il lotto.

Un giovane su due in Umbria gioca d’azzardo

Il fenomeno del gioco d’azzardo, monitorato ulteriormente grazie allo studio GAPS Umbria, tra l’altro, non riguarda solo gli adulti. Dai dati si rileva che un giovane umbro su due, nella fascia d’età compresa tra i 15 e i 19 anni, ha giocato d’azzardo almeno una volta nella propria vita e circa il 51% lo ha fatto nel corso dell’ultimo anno.

Al crescere dell’età, aumenta abitualmente la percentuale di studenti che giocano d’azzardo, raggiungendo quasi il 55% tra i 18enni; inoltre, il 9,3% degli studenti giocatori presenta un profilo di gioco “a rischio” (10,1% in Italia) mentre il 5,4% “problematico” (5,2% in Italia).

A complicare il quadro, si constata anche che l’8% dei cittadini umbri, tra i 18 e gli 84 d’età, hanno giocato d’azzardo online almeno una volta nella loro vita, un fenomeno che interessa in modo particolare gli uomini e i più giovani. I profili di rischio, infine, riportano percentuali particolarmente elevate di gioco problematico nelle zone-distretto dell’Alta Valle Tevere.