Nella suggestiva cornice della sala consiliare di Palazzo Pretorio, si è svolta una cerimonia commovente in memoria di Giampiero Bedini, decano dei giornalisti umbri e figura storica dell’informazione a Gubbio. L’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria ha reso omaggio alla sua memoria, consegnando ai suoi figli e nipoti una targa in riconoscimento del suo straordinario contributo al giornalismo e alla comunità eugubina.
Giampiero Bedini ha percorso una carriera unica, che lo ha visto partire dall’Ufficio Turismo per poi approdare al giornalismo, dapprima nella carta stampata e successivamente in radio e televisione. Storico corrispondente de La Nazione, direttore e presidente di TRG, è stato un innovatore nel modo di fare informazione locale.
La giornalista Donatella Miliani, che ha condiviso con lui molti anni di lavoro, lo ha ricordato come un grande comunicatore: «Giampiero era sempre interessato a promuovere e trasmettere le eccellenze del nostro territorio, con un occhio di riguardo per Gubbio. Ma ancor prima che giornalista, era una persona straordinaria, sempre pronta ad ascoltare e disponibile nei confronti dei colleghi».
Fiorucci ha evidenziato il legame che univa Giampiero Bedini alla sua città
Il sindaco di Gubbio, Vittorio Fiorucci, ha evidenziato il legame profondo che univa Giampiero alla sua città natale: «Era un eugubino vero e verace, innamorato della sua terra. La correttezza con cui svolgeva il suo lavoro era rara, ed è un esempio che vogliamo tramandare a chi oggi si affaccia alla professione giornalistica. Giampiero sapeva stimolare reazioni positive sul territorio, promuovendo il dialogo e il confronto costruttivo, qualità indispensabili per il giornalismo locale».
Mino Lorusso, presidente dell’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria, ha sottolineato l’importanza dell’eredità lasciata da Bedini: «Giampiero ha consolidato il valore della comunità, operando in un periodo storico complesso. L’informazione locale è un presidio fondamentale della democrazia, e lui è stato un esempio autentico di correttezza, competenza e dedizione».
Le parole di Lorusso hanno trovato eco nei ricordi condivisi dai direttori di Umbria TV e TRG, Giacomo Marinelli Andreoli e Cinzia Tini, che hanno ricordato con affetto il loro rapporto con Bedini, arricchito da aneddoti che ne hanno messo in luce l’umanità e l’ironia.
Oltre alla sua carriera giornalistica, Giampiero Bedini è stato un educatore per molti giovani che si sono avvicinati alla professione grazie al suo esempio. Ha incarnato il ruolo del mentore con naturalezza, insegnando l’importanza di un giornalismo etico, basato sulla verità e sull’impegno verso la comunità.
Il nipote di Bedini, Federico Minelli, oggi corrispondente de La Nazione, ha parlato con orgoglio dell’eredità lasciata dal nonno: «Giampiero ha tracciato una strada che tutti noi, come famiglia e come giornalisti, ci impegniamo a seguire. Il suo amore per il giornalismo e per Gubbio continua a ispirarci ogni giorno».
Il ruolo fondamentale dell’informazione locale nella società democratica
Uno dei temi emersi durante la cerimonia è stato il ruolo fondamentale dell’informazione locale come presidio democratico e strumento di coesione sociale. Giampiero Bedini ha incarnato questa visione, dimostrando come il giornalismo possa essere un mezzo per valorizzare le comunità locali e promuovere il dialogo.
«Giampiero ci ha insegnato che il giornalismo non è solo raccontare fatti, ma anche creare ponti tra le persone e le istituzioni. La sua capacità di mettere in luce le eccellenze del territorio e di dare voce a chi spesso non ne ha è un esempio da seguire», ha aggiunto Cinzia Tini.
Come direttore e presidente di TRG, Giampiero Bedini ha contribuito a trasformare la televisione locale in un punto di riferimento per la comunità eugubina. Sotto la sua guida, TRG è diventata una piattaforma per la promozione delle tradizioni, della cultura e della vita quotidiana di Gubbio, consolidando il senso di appartenenza tra i cittadini.
Giacomo Marinelli Andreoli, ex direttore di TRG, ha ricordato con emozione gli anni trascorsi al fianco di Bedini: «Lavorare con Giampiero significava imparare ogni giorno qualcosa di nuovo. Era un maestro non solo nel giornalismo, ma anche nella vita. La sua passione e il suo entusiasmo erano contagiosi, e hanno lasciato un’impronta indelebile in tutti noi».
L’importanza di tramandare la sua figura alle nuove generazioni di giornalisti
La vita e la carriera di Giampiero Bedini sono state segnate da valori profondi, che ha saputo trasmettere attraverso il suo lavoro e il suo esempio personale. La sua correttezza, la sua empatia e la sua capacità di ascolto sono state qualità che hanno reso il suo giornalismo unico e apprezzato da tutti.
«Giampiero non cercava lo scoop a tutti i costi, ma puntava a raccontare la verità con rispetto e sensibilità. Questo è ciò che lo ha reso un punto di riferimento non solo per i colleghi, ma anche per i lettori e gli spettatori», ha sottolineato Donatella Miliani.
La cerimonia in memoria di Giampiero Bedini ha rappresentato anche un’occasione per riflettere sull’importanza di tramandare i suoi insegnamenti alle nuove generazioni di giornalisti. In un mondo in cui l’informazione è sempre più veloce e spesso superficiale, il suo approccio etico e approfondito rimane un modello da seguire.
«Se c’è una lezione che possiamo imparare da Giampiero, è quella di mettere sempre al centro la comunità e i suoi valori. Il suo giornalismo era radicato nella realtà locale, ma aveva una portata universale, capace di ispirare chiunque lo leggesse o lo ascoltasse», ha concluso Mino Lorusso.
La figura di Giampiero Bedini continuerà a vivere nei ricordi di chi lo ha conosciuto e nelle storie che ha raccontato. La cerimonia a Palazzo Pretorio non è stata solo un tributo alla sua memoria, ma anche un invito a continuare il suo lavoro, promuovendo un giornalismo che costruisca ponti, dia voce alle comunità e celebri ciò che di buono e bello c’è nel mondo.