Al Parco Ranghiasci di Gubbio imperversa un “ghost rider”, un centauro con una moto enduro senza targa che imperversa sui viali alberati del Parco lasciato dall’amministrazione comunale nel più completo abbandono. Avevamo parlato qualche giorno fa su queste pagine del degrado che affligge questo storico polmone verde di Gubbio, pieno di vestigia antiche testimoni di un passato glorioso.

Poi a Gubbio è invalsa l’abitudine presso taluni giovanotti di ritenere che le strade pubbliche siano una pista da cross sulla quale esibirsi. Già qualche giorno fa notammo un centauro percorrere un lungo tratto di strada sulla sola ruota posteriore in una via assai prossima al centro storico e a un supermercato molto frequentato da mamme accompagnate dai bambini.

Naturalmente non esiste alcuna possibilità di risolvere il problema perché le forze dell’ordine sono quasi sempre assenti probabilmente per carenza di organico e non esiste un controllo del territorio eseguito con telecamere dotate di OCR per la lettura delle targhe. Dopo dieci anni di mandato la giunta uscente ha prodotto solo sei telecamere sul percorso dei Ceri ancora non funzionanti.

Il “ghost raider” eugubini preferisce i fine settimana

Il Ghost Rider eugubino – di solito nei weekend – sfreccerebbe su e giù per lo stradone che conduce al parco, scorrazzando anche all’interno dello stesso. In verità la zona si presta molto per le moto enduro e presenta percorsi molto allettanti per gli appassionati del genere.

I cittadini furiosi denunciano: “Mai intervenuto nessuno, ha pure la moto senza targa“.

Che Parco Ranghiasci fosse in un degrado infinito da tempo immemore lo sanno anche le pietre del Palazzo dei Consoli ma forse, a Gubbio, non tutti sono consapevoli che l’area verde, spesso, diventa anche pista improvvisata per moto da enduro e di veicoli pirata. Certo pirata, perché chi non espone i segnali di identificazione può essere solo che un pirata.  

Di sabato o nei giorni festivi, lo spericolato centauro (forse sempre lo stesso) arriva puntuale nella zona esclusivamente pedonale, andando su e giù per lo stradone che conduce al parco, derapando nel giardino e salendo pure sulle scale del tempietto, in pieno sfregio del luogo storico ma anche degli increduli frequentatori che vanno nel parco a cercae pace e vi trovano invece un pazzo con la moto che imperversa rumorosamente riempiendo l’aria di gas di scarico.  

Le incursioni vanno avanti ormai da tre anni indisturbate

“La storia si ripete da almeno 3 anni – riferiscono alcuni cittadini, che sono riusciti anche a fotografare l’ignoto endurista in fuga – e soprattutto nei weekend. Lo abbiamo segnalato più e più volte alla Polizia locale ma non è mai stato fatto nulla. Inoltre casco integrale e moto senza targa non permettono nemmeno un facile riconoscimento del motociclista. Nel cuore della città una roba del genere non è più tollerabile”. Bé, diciamo noi, che direste di installare dei semplici tornelli all’ingresso del Parco?

Impedirebbero di introdurvi qualsiasi genere di veicolo a un costo limitato, non paragonabile a neanche uno dei lavori (elettorali) che la Giunta Stirati ha recentemente intrapreso. E poi ci permettiamo di suggerire alle forze di polizia magari non alla Polizia Locale che può non avere attitudine alle investigazioni ma ai Carabinieri di servirsi delle foto per stabilire il modello della moto in questione. Poi, appurato questo, si restringe il campo di ricerca ai proprietari del modello di moto sul territorio e infine sui vestiti usati dal centauro misterioso. Vuoi vedere che si riesce a beccarlo? Recita un motto latino “Nihil difficile volenti”, nulla è difficile per chi vuole. Però deve volerlo veramente…

È questo un episodio indicativo dell’ormai totale abbandono senza fine in cui versa Parco Ranghiasci, con il villino devastato e gli infissi a pezzi, oltre alle migliaia di incursioni di cinghiali che vengono spesso ad “ararlo” a dovere. Di sicuro qui non serve assolutamente gente che scambia un’area pubblica e pedonale, in pieno centro storico, per un circuito motociclistico.