C'è un luogo in Umbria dove l’acqua non è solo presenza naturale, ma linfa vitale, memoria, identità. Un luogo dove i vicoli non finiscono mai, ma si perdono in un intreccio di pietra e ruscelli. È Rasiglia, la “Venezia dell’Umbria”, una piccola frazione montana nel comune di Foligno, in provincia di Perugia, che giovedì 19 giugno è stata la protagonista di una nuova puntata di Generazione Bellezza, il format culturale firmato Rai Cultura e condotto da Emilio Casalini, in onda su Rai 3 alle 20:15.
Il programma, da sempre attento a raccontare le esperienze virtuose del nostro Paese, ha fatto tappa proprio tra le case e le acque di Rasiglia, dove il tempo sembra essersi fermato, ma dove la rinascita è una realtà concreta. Generazione Bellezza esplora le storie di chi crede che il patrimonio culturale e ambientale non sia solo da preservare, ma da vivere, trasformare e tramandare. E Rasiglia è oggi un perfetto esempio di questa visione: un borgo che ha saputo rifiorire grazie all’impegno dei suoi abitanti, alla forza della comunità e a un’idea di bellezza che non ha nulla di effimero, ma tutto di autentico.
Situata a circa 650 metri di altitudine, tra boschi e sentieri dell’Appennino umbro, Rasiglia ha una storia legata a doppio filo con l’acqua. Sin dal Medioevo, i suoi canali alimentavano mulini, gualchiere e tintorie, rendendola un centro artigianale e commerciale fiorente. Poi il declino, lo spopolamento, l’oblio. Ma qualcosa è cambiato all’inizio degli anni Duemila: un gruppo di cittadini ha deciso di non rassegnarsi, e ha dato vita a un progetto di recupero che ha riportato in vita la bellezza perduta.
Non si è trattato di una semplice operazione estetica, ma di un vero e proprio processo di rigenerazione comunitaria. I volontari hanno risistemato sentieri, ripulito i canali, restaurato edifici. Hanno messo mano non solo alla pietra, ma alla memoria. E oggi Rasiglia non è più il borgo fantasma che rischiava di scomparire: è una delle mete più fotografate dell’Umbria, capace di attrarre migliaia di visitatori ogni anno, incuriositi dalla sua singolarità e dalla sua anima lenta.
Rasiglia rappresenta un modello replicabile per molti altri piccoli centri italiani. La sua rinascita si basa su un turismo sostenibile, che non stravolge ma valorizza, che non consuma ma restituisce. Qui, il flusso dei visitatori non è mai invasivo, ma guidato dal rispetto e dall’ammirazione. I residenti sono i primi custodi del borgo, orgogliosi di accogliere chi arriva per scoprire un angolo d’Italia dove tutto parla di armonia tra uomo, natura e memoria.
Nella puntata dedicata a Rasiglia, Emilio Casalini ha sapientemente intrecciato immagini e testimonianze per restituire allo spettatore l’essenza profonda di questo miracolo umbro. Non si tratta di un semplice reportage turistico, ma di una riflessione attenta e coinvolgente su ciò che può accadere quando una comunità sceglie di prendersi cura del proprio territorio con passione, visione e senso di appartenenza. A guidare il racconto è, ancora una volta, l’acqua: elemento vitale e narrativo, metafora di vita che scorre, di rinascita continua, di bellezza inarrestabile che attraversa il tempo senza mai smarrirsi.
Alla fine, Rasiglia non è soltanto un luogo. È un’idea. È il segno tangibile di quanto si possa fare quando si agisce insieme, con amore per la propria terra e una visione condivisa. Le sue case in pietra, i ponticelli, i canali limpidi che scorrono accanto agli usci, raccontano una storia di resistenza e di rinascita. Una storia che oggi torna sotto i riflettori grazie a Generazione Bellezza, ma che ogni giorno continua a scriversi nei gesti quotidiani di chi custodisce il borgo con cura.
E se decidete di visitarla, fatelo con lo spirito giusto: a passo lento, in punta di piedi. Perché Rasiglia non si attraversa, si ascolta. E ogni suo scorcio è una carezza sul cuore.