Un’opera che illumina una periferia in trasformazione e un murale che si scrive insieme ai cittadini, a due passi da Parigi. GemellArte 2025 torna a unire Terni e Saint‑Ouen sotto un’unica parola chiave, L’amour, declinata come gesto civico oltre che come tema artistico. L’arte pubblica, qui, non è semplice cornice ma una leva per raccontare i quartieri, ascoltarne le voci e fissare nel cemento un segno che resta.
Nato per rianimare il gemellaggio tra Terni e la città francese di Saint‑Ouen, il festival indipendente di arte contemporanea GemellArte affida l’edizione 2025 a due residenze selezionate tra oltre quaranta candidature. A Terni il lavoro partirà lunedì 11 novembre e si chiuderà giovedì 21 con inaugurazione sabato 22 in via San Lucio, nel quartiere San Valentino.
A Saint‑Ouen, invece, in Rue Carnot (Entrée de Ville), il cantiere si aprirà dal 18 al 28 novembre, con vernissage sabato 29. Una scansione di tappe che restituisce la natura dialogica del progetto: due contesti urbani diversi, la stessa urgenza di trasformare uno spazio in un racconto condiviso.
Daco, pseudonimo del parigino Damien Collignon, arriva a Terni forte di una formazione tra Beaux‑Arts di Nantes e École des Gobelins e di vent’anni di interventi in Europa e fuori. Il suo vocabolario “Graffaune” fonde graffiti, astrazione e geometrie di ascendenza costruttivista. Per San Lucio immagina una grande composizione dedicata all’amore che dura: due cigni che si fronteggiano, colli intrecciati a formare un cuore, dentro un paesaggio urbano stilizzato ispirato all’architettura locale. La fermezza delle forme incontra la tenerezza del soggetto; intorno, elementi cromatici e frammenti alludono a memoria, resilienza, unione.
La scelta della periferia è una presa di posizione culturale e civica. Lo ha spiegato l’assessora alla Cultura Michela Bordoni, che definisce GemellArte “uno dei progetti più significativi per la nostra città: un ponte tra culture, un dialogo tra artisti e cittadini”. E aggiunge: “L’arte pubblica, in questo contesto, diventa più di un intervento estetico: è un segno di cura, di attenzione, di presenza”. L’opera sarà valorizzata anche nelle ore serali grazie a un’illuminazione dedicata, ulteriore tassello di quella rigenerazione che punta a fare della bellezza un’abitudine quotidiana.
Classe 1987, ternano, un percorso che unisce studi economici e Accademia di Belle Arti, Marco Piantoni porta in Francia la sua pratica relazionale, dove estetica pop e sguardo critico sui sistemi sociali si intrecciano. “Ti affido al mare” è una parete da abitare: al centro una bottiglia bianca gigante, emersa dalle onde e inclinata per invitare i passanti a scrivere dediche e pensieri. La bottiglia diventa custode di memorie affettive, “un messaggio che sfida tempo e distanza”, mentre il mare fa da sfondo simbolico alla continuità dei legami. La superficie sarà trattata per accogliere scritture temporanee o semipermanenti: l’opera nasce, cresce e cambia con chi la incontra.
GemellArte non vive solo sui muri. Ad accompagnare la doppia residenza c’è GemellArte OFF, rassegna di cinema francese in lingua originale con sottotitoli italiani: tre domeniche di ottobre alla Sala dell’Orologio, all’interno del CAOS di Terni, con selezione e introduzioni curate dalla giornalista Sara Michelucci e dal regista‑fotografo Fabrizio Borelli. Momenti di visione e discussione che estendono la partecipazione oltre la pura fruizione e consolidano una comunità attorno al progetto.
Il festival è promosso da GN Media, con il supporto del Comune di Terni; gode dell’alto patrocinio dell’Ambasciata di Francia a Roma e della collaborazione dell’Institut Français Italia. Anche l’infrastruttura conta: ASM Terni è partner tecnico per l’illuminazione dell’opera di San Lucio. Ma l’elenco dei crediti, qui, è più di un cerimoniale: racconta una rete istituzionale che si mette al servizio di un’idea semplice e radicale. Che l’amore, declinato in forme e gesti pubblici, possa diventare un dispositivo di cura urbana. E che un quartiere – a Terni come a Saint‑Ouen – possa riconoscersi in un’immagine condivisa e, da quella, ripartire.