18 Jul, 2025 - 09:13

Gaza, una famiglia con 4 bambini accolta in Umbria. Proietti: "Riconoscere la Palestina come Stato"

Gaza, una famiglia con 4 bambini accolta in Umbria. Proietti: "Riconoscere la Palestina come Stato"

Mentre il conflitto in Medio Oriente continua a generare sofferenze e divisioni, una regione italiana compie un passo concreto nel segno dell’umanità. In Umbria, una famiglia palestinese composta da due genitori e quattro bambini è stata accolta trovando rifugio dopo essere riuscita a lasciare Gaza, in fuga dagli orrori della guerra. L’annuncio è arrivato dalla presidente della Regione Stefania Proietti, che in Assemblea legislativa ha illustrato l’iniziativa come frutto di un impegno discreto ma determinato.

Un gesto silenzioso, un messaggio potente: una famiglia da Gaza accolta in Umbria

Una piccola speranza si riaccende”, ha detto Proietti, riferendosi all'arrivo della famiglia. Nessuna conferenza stampa, nessun annuncio mediatico: l’accoglienza è avvenuta lontano dai riflettori, a sottolineare la volontà di anteporre la tutela delle persone all’esposizione pubblica. Una scelta che racconta molto dello stile con cui la Regione ha deciso di muoversi, in linea con la propria tradizione di solidarietà e cooperazione internazionale.

La presidente ha chiarito che il salvataggio è avvenuto nell’ambito dei valori sanciti dallo Statuto regionale, che invita le istituzioni umbre a promuovere la pace e i diritti umani. L’appello è stato poi esteso al Governo italiano: “L’Italia deve avere il coraggio di riconoscere la Palestina come Stato, permettendo l'attivazione dei corridoi umanitari”.

Corridoi umanitari e fine della cooperazione militare

Il caso umbro si inserisce in un dibattito più ampio che coinvolge le istituzioni italiane ed europee. Stefania Proietti ha auspicato un cambio di passo da parte dell’esecutivo nazionale, ricordando che il Vaticano ha già riconosciuto la Palestina nel 2015. Ha inoltre lodato la condanna, da parte della premier Giorgia Meloni, degli attacchi ai civili, ma ha chiesto misure più incisive.

Serve una diplomazia in grado di risolvere davvero le controversie internazionali. La soluzione dei 'Due Popoli e due Stati' è l'unica possibile”, ha detto. Tra le proposte: l'interruzione di ogni cooperazione militare con Israele, da portare sul tavolo della Conferenza Stato-Regioni. “L'attacco alla chiesa cattolica non fa meno effetto di quelli perpetrati contro i civili negli ultimi mesi. Basta uccidere, basta sopportare”, ha aggiunto con forza.

L'Umbria approva la linea dell'assistenza

Anche a livello locale il tema palestinese ha acceso il confronto politico. Il Consiglio comunale di Perugia ha recentemente approvato un ordine del giorno a favore del riconoscimento dello Stato di Palestina, suscitando un acceso dibattito tra maggioranza e opposizione. Il documento chiede all’Amministrazione di farsi promotrice, anche presso Governo e Unione Europea, del riconoscimento della Palestina come Stato sovrano con Gerusalemme capitale condivisa, e propone iniziative per il cessate il fuoco, la protezione dei civili e la sospensione della vendita di armi a Israele. Le forze di maggioranza hanno parlato di dovere morale, mentre dalle opposizioni sono arrivate critiche sulla presunta parzialità del testo e sulla mancanza di equilibrio nel condannare le violenze da entrambe le parti.

L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha intanto dato un primo segnale politico concreto. Con una mozione presentata dai consiglieri Fabrizio Ricci (Avs) e Maria Grazia Proietti (Pd), l’aula ha approvato un documento che chiede l’attivazione di corridoi umanitari e lo stop a ogni forma di collaborazione militare con Israele.

Un esempio che può aprire la strada

È una posizione che rompe gli indugi e invita le istituzioni centrali a uscire dall'ambiguità. La Regione Umbria, da tempo attiva in progetti con territori palestinesi, intende ribadire il proprio impegno non solo attraverso parole, ma anche azioni concrete. La famiglia accolta è, in questo senso, simbolo e testimonianza di un'altra politica possibile.

In un contesto internazionale paralizzato da veti incrociati, l'accoglienza promossa in Umbria rappresenta un esempio di diplomazia dal basso. Lontano dai palazzi del potere, una regione ha scelto di agire, mettendo al centro i diritti umani e il principio di responsabilità collettiva.

Siamo riusciti a salvare queste vite di cui ci prenderemo cura”, ha ricordato la presidente. Un'azione semplice, ma capace di cambiare destini.

AUTORE
foto autore
Giorgia Sdei
condividi sui social
condividi su facebook condividi su x condividi su linkedin condividi su whatsapp
ARTICOLI RECENTI
LEGGI ANCHE