Alla fine di gennaio il noto filosofo, saggista e psicanalista Umberto Galimberti farà una doppia data in Umbria nell’ambito della stagione Tournè promossa da Aucma e Mea Concerti, realizzata in collaborazione con Regione Umbria, Comune della Città di Assisi, Comune di Orvieto, Comune di Perugia e Comune di Spoleto. “L’illusione della libertà” toccherà il Lyrick di Assisi mercoledì 29 gennaio mentre giovedì 30 sarà la volta del Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti con “Il bene e il male. Educare le nuove generazioni”. Per entrambi, l’appuntamento è alle ore 21.
Galimberti in Umbria, ad Assisi c’è “l’idea della libertà”
Nel teatro assisano Galimberti porterà uno dei suoi cavalli di battaglia: la libertà. O meglio ciò che della libertà si è scritto e pensato. “La libertà non esiste. Esiste però l’idea della libertà che ha fatto storia – così si legge nell’introduzione -. Per questo bisogna aver cura delle idee, sottoporle a critica. E questo è proprio l’esercizio del pensiero. Le conoscenze ce le dà la scienza, ma il pensiero bisogna impararlo da piccoli, per metter in gioco le nostre idee e vedere se sono fondate o semplicemente delle abitudini mentali“.
Definito da lui stesso come “la capacità di esaminare una situazione e di assumere una posizione in merito” quello del pensiero critico è un esercizio che sembra stia cadendo in pericoloso disuso e che costituisce un aspetto sul quale Galimberti in più occasioni ha lanciato un vero e proprio allarme.
A Spoleto un incontro sull’educazione dei giovani
Al Teatro Nuovo di Spoleto Galimberti parlerà di un argomento diverso, che è quello che l’ha reso il punto di riferimento per tanti genitori ed educatori di oggi e che è in stretta connessione con l’appuntamento assisano: l’educazione. “I ragazzi di oggi – così nella nota di presentazione – sono incapaci di sentire la differenza tra bene e male. Il filosofo sottolinea l’importanza della “risonanza emotiva”, un processo attraverso il quale si comprendono le conseguenze emotive dei propri comportamenti. Questa mancanza, sostiene Galimberti, può portare a non riconoscere la differenza tra bene e male, un principio che secondo Kant dovrebbe essere intuitivo. Galimberti sottolinea come questa percezione intuitiva sia meno evidente nelle nuove generazioni“.
Seguitissimo anche sui social, Galimberti sull’educazione dei figli, sulla scuola e sui rapporti familiari ha sempre fornito un punto di vista molto acuto e al contempo disincantato. Fortemente critico verso ogni forma di buonismo o pseudo-amicizia tra genitori e figli, non ha mai smesso di denunciare la deriva educativa che accade soprattutto in concomitanza con il non facile periodo dell’adolescenza. “Molti genitori non sanno gestire il rapporto con i figli, forse perché non sanno che con i figli devono parlarci prima che inizi l’adolescenza” ha dichiarato in una delle tante interviste.
La rivoluzione del “pensiero simbolico” di Galimberti
Galimberti, classe 1942, ha fra i vari meriti, quello di aver reso accessibili al grande pubblico alcuni importanti temi e autori della filosofia e della cultura, grazie a un taglio interdisciplinare e molto concreto in grado di entrare senza tanti giri di parole, nella vita di tutte le persone. Negli esempi che porta, è impossibile non riconoscersi almeno in parte.
La sua opera di divulgazione è estremamente vasta ma al centro c’è sempre stata la riflessione sull’uomo. Rivisitando molte opere sul pensiero filosofico, Galimberti ha fornito un contributo fondamentale sul fronte del “pensiero simbolico“. Ovvero l’aspetto autentico e primitivo da cui sono successivamente derivate le altre forme di pensiero. “Il pensiero simbolico – ha affermato in proposito -, che noi attribuiamo ai primitivi, è in realtà la base della nostra psiche e della nostra cultura“. Una dimensione che nel corso dei secoli, secondo Galimberti, è stata combattuta volgendo lo sguardo verso un eccesso di razionalità.