20 May, 2025 - 13:30

Fusione Coop, allarme posti di lavoro a Castiglione del Lago: i sindacati chiedono l’intervento urgente della Regione

Fusione Coop, allarme posti di lavoro a Castiglione del Lago: i sindacati chiedono l’intervento urgente della Regione

Un appello accorato alle istituzioni regionali, perché non restino in silenzio di fronte al rischio di una crisi occupazionale che potrebbe colpire duramente uno dei territori già più fragili dell’Umbria. È quanto chiedono Filcams Cgil Perugia e le rappresentanze sindacali unitarie (Rsu) della sede e del magazzino di Coop Centro Italia, in vista della fusione con Unicoop Tirreno, prevista per il prossimo luglio.

Secondo le comunicazioni ufficiali, la fusione porterà alla nascita di Unicoop Etruria, una nuova realtà che conterà su 177 punti vendita e circa 5.800 dipendenti tra Umbria, Toscana, Lazio e una piccola area in Abruzzo. Ma dietro i numeri e gli annunci di rilancio, i lavoratori leggono il rischio concreto di un drastico ridimensionamento.

In particolare, l’attenzione è puntata su Castiglione del Lago, sede legale e amministrativa di Coop Centro Italia e centro logistico strategico per tutta l’area. “Parliamo di circa 300 lavoratori, di cui 180 solo tra sede e magazzino – afferma la Filcams – che si trovano ora sospesi in un’incertezza preoccupante”.

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La sede spostata in Toscana e la possibile razionalizzazione: “A rischio il cuore della cooperazione umbra”

Con la fusione, infatti, la sede amministrativa sarà spostata a Vignale Riotorto, in provincia di Livorno, dove ha sede Unicoop Tirreno. Una decisione che secondo le sigle sindacali comporta “la perdita della direzione di una delle maggiori aziende umbre per fatturato, con tutte le conseguenze che ciò implica sul piano sociale ed economico”.

La comunicazione inviata ai sindacati parla chiaramente di una “profonda riorganizzazione” che dovrà tenere conto della necessità di ridurre i costi amministrativi, finanziari e di personale. Ma nulla è stato definito concretamente sul futuro dei lavoratori umbri. “Parlano di un generico ‘presidio territoriale’ – scrivono i sindacati nella lettera inviata alla Regione – ma nessuno spiega cosa significhi realmente”.

A preoccupare è anche il destino del magazzino di Castiglione del Lago, che rischia una progressiva esternalizzazione. “Oggi gli addetti dell’appalto sono più di 50, a fronte dei 10 inizialmente previsti. È in corso un lento ma evidente processo di terziarizzazione del lavoro”, denuncia la Filcams.

I sindacati propongono invece una strategia opposta: valorizzare e potenziare il magazzino umbro come snodo logistico per il centro Italia. “Diversi punti vendita di Unicoop Firenze potrebbero essere riforniti proprio da Castiglione del Lago – sottolineano – evitando così ulteriori tagli e salvaguardando l’occupazione locale”.

Pressioni istituzionali e rischio mobilitazioni: “Ora servono risposte concrete, la governatrice Proietti si faccia sentire”

Nei mesi scorsi si sono susseguiti scioperi, presìdi e incontri istituzionali, ma secondo i rappresentanti dei lavoratori il tempo delle attese è finito. Dopo l’incontro del 26 marzo con la presidente Stefania Proietti, che aveva promesso di convocare i vertici aziendali, poco si è mosso.Ora chiediamo che alle parole seguano fatti”, incalzano Rsu e Filcams, “perché ogni giorno perso rende più difficile salvare quei posti di lavoro”.

L’appello è rivolto anche ai consiglieri regionali di maggioranza e opposizione, ai sindaci dell’Unione dei Comuni del Trasimeno e a Legacoop Umbria.Serve una posizione chiara e unitaria per impedire che una parte importante della cooperazione umbra venga svuotata”.

Nella lettera inviata alle istituzioni, i sindacati sottolineano come la nuova cooperativa abbia un’occasione storica per dimostrare coerenza con i valori di responsabilità sociale. “Si può fare impresa senza sacrificare il lavoro e la dignità delle persone”, si legge nella missiva. “Servono modelli organizzativi flessibili, il ricorso al lavoro agile, una gestione delle trasferte condivisa, ma soprattutto trasparenza nei criteri e nelle scelte”.

Se non arriveranno risposte, i lavoratori sono pronti a nuove forme di protesta.Siamo determinati a far sentire la nostra voce, insieme a quella delle nostre famiglie e dell’intera comunità”, concludono. La fusione, per ora, promette sviluppo. Ma a Castiglione del Lago, molti vedono all’orizzonte solo il rischio di un vuoto da colmare.

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Federico Zacaglioni
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