28 Sep, 2025 - 21:33

L’oro rosso sotto attacco: perché il rame fa gola ai ladri nel 2025

L’oro rosso sotto attacco: perché il rame fa gola ai ladri nel 2025

Nel fine settimana tra sabato 27 e domenica 28 settembre la zona industriale della Paciana a Foligno è stata teatro di un colpo ai danni di un’azienda che si occupa di impianti elettrici civili e industriali. I malviventi, almeno tre persone con il volto coperto, hanno disattivato il sistema di videosorveglianza per poter agire indisturbati. Una volta entrati nel capannone hanno sottratto quattro bobine di rame, alcune di grandi dimensioni, per un valore complessivo di circa 30mila euro. Il materiale è stato caricato su un furgone, con ogni probabilità rubato a sua volta. Secondo i primi accertamenti, l’operazione sembrerebbe pianificata nei minimi dettagli e messa in atto con grande rapidità.

Perché il rame è tanto prezioso? Caratteristiche e usi dell’“oro rosso”

Il rame è tra i materiali più richiesti a livello globale per le sue proprietà conduttive e termiche. Viene utilizzato in modo estensivo nei cablaggi elettrici, nelle infrastrutture industriali, negli impianti di telecomunicazione e nelle energie rinnovabili. La transizione energetica e la diffusione delle auto elettriche ne hanno aumentato ulteriormente la domanda.

Secondo analisi di settore, il metallo rosso è indispensabile per pannelli solari, turbine eoliche e batterie di nuova generazione, rendendolo un elemento strategico per lo sviluppo tecnologico. A questo si aggiungono impieghi meno noti, come l’utilizzo in ambito sanitario per le sue proprietà antibatteriche e nelle architetture moderne per rivestimenti e finiture. La sua versatilità ne accresce costantemente il valore e spiega perché venga definito “oro rosso”.

Mercato clandestino del rame: come funziona e chi lo alimenta

Dietro i furti di rame c’è una filiera parallela che ricicla e rivende il metallo sottratto. Spesso il rame rubato viene destinato a centri di raccolta illegali o mescolato con partite regolari di rottami metallici. Le quotazioni in costante crescita, con prezzi che oscillano attorno ai 7-8 euro al chilo, rendono l’attività molto redditizia per le bande organizzate.

Già negli anni scorsi indagini giornalistiche hanno documentato un giro d’affari che muoveva centinaia di milioni di euro. Oggi il fenomeno continua a rappresentare una delle principali criticità per imprese e trasporti pubblici. Gli investigatori sottolineano inoltre che il rame sottratto non viene solo rivenduto sul mercato interno, ma trova sbocco anche in canali internazionali, alimentando un commercio illecito che oltrepassa i confini nazionali.

Furti di rame in Umbria e in Italia nel 2025: numeri e conseguenze

In Umbria episodi di sottrazione di rame vengono segnalati con regolarità, non solo nelle aziende ma anche lungo le linee ferroviarie e nelle infrastrutture urbane. A Perugia, nel 2025, i Carabinieri hanno recuperato oltre cento chili di materiale rubato in diverse operazioni.

A livello nazionale, i furti hanno interessato anche il settore dei trasporti: in Puglia, nell’estate 2025, sono stati portati via circa quattro chilometri di cavi causando gravi disagi alla circolazione ferroviaria. Un trend che mostra come il fenomeno non sia circoscritto a un territorio, ma diffuso in varie aree del Paese. Secondo stime delle associazioni di categoria, i danni economici legati ai furti di rame superano complessivamente i 200 milioni di euro l’anno, includendo non solo il valore del materiale sottratto ma anche i costi indiretti per riparazioni e ritardi nei servizi.

Soluzioni contro i furti di rame: cosa stanno facendo aziende e istituzioni

L’aumento dei furti ha spinto sindacati e istituzioni a chiedere interventi più incisivi. A Foligno la Fit Cisl Umbria ha annunciato una conferenza stampa per discutere le misure a tutela dei lavoratori, spesso esposti a rischi anche di aggressioni. Le aziende stanno rafforzando i sistemi di vigilanza, con telecamere e sensori di nuova generazione, mentre le forze dell’ordine monitorano le reti di ricettazione.

Parallelamente si discute di rendere più trasparente la filiera del riciclo dei metalli, per impedire l’immissione sul mercato di materiale proveniente da attività criminali. Un’altra proposta in discussione riguarda l’introduzione di codici di tracciabilità sulle forniture di rame, in modo da identificare con precisione la provenienza del materiale. Alcune realtà sperimentano già sistemi di marcatura invisibile che permettono di distinguere i lotti rubati da quelli regolari. La speranza è che una strategia integrata, che unisca prevenzione tecnologica, controlli più severi e campagne di sensibilizzazione, possa ridurre progressivamente la portata del fenomeno.

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Francesca Secci
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