10 Sep, 2025 - 11:19

Furto d'identità e deepfake: vittima una barista perugina 28enne

Furto d'identità e deepfake: vittima una barista perugina 28enne

Una giovane barista di Perugia di 28 anni è stata vittima di furto d'identità e deepfake: le sue foto erano finite anche sui siti d'incontri. La donna, in un anno e mezzo, ha presentato quattro denunce alla Polizia Postale e ha rintracciato il soggetto sul web che era nascosto dietro uno pseudonimo.

Foto modificate sui siti online: nel mirino una giovane barista di Perugia

Dopo la chiusura del forum sessista Phica.eu, emerge un'altra vicenda che ha come protagonista una giovane perugina. La notizia riportata da Tgr Umbria racconta di un anno e mezzo da incubo per la barista 28enne di Perugia.

Un uomo avrebbe rubato le foto della donna dai social network per creare falsi profili e utilizzare le immagini persino su app di incontri, attraverso dei fotomontaggi hot, pubblicati in rete. 

Le denunce presentate e il lavoro "da detective"

La donna, nonostante, l'incubo digitale che ha vissuto in questi 18 mesi ha lottato. Sono quattro, infatti, le denunce presentate alla Polizia Postale, con la speranza che l'attenzione mediatica, delle ultime settimane, possa portare a un'accelerazione decisiva.

Non finisce qui, il coraggio della giovane 28enne: si è, addirittura, improvvisata "detective" sul web, per riuscire a risalire all’identità del persecutore che si nascondeva dietro uno pseudonimo online.

La richiesta di far finire questa storia ha, purtroppo, portato a un nulla di fatto, con la reazione dell'uomo che ha, addirittura, fatto di più. Il persecutore, dopo il furto d'identità, avrebbe usato l’intelligenza artificiale per creare deepfake: immagini iperrealistiche che fondono il volto della ragazza con quello di attrici pornografiche.

Le parole dell'avvocato della giovane

C’è chi può essere portato a credere che sia proprio lei - spiega l’avvocato Alfredo Maccarone, che assiste la giovane, ai microfoni della Tgr Umbria - Invece, il suo volto veniva abbinato al corpo nudo e sessualizzato di sconosciute, prelevate da siti hard, tutto a portata di clic per chiunque”.

Una situazione - ha continuato il legale - che ha generato sensazioni di rabbia nella donna per essere stata violata nella propria privacy e per non riuscire ad ottenere giustizia, con stati emotivi elevati e sostegno psicologico”.

Offese sessiste sul web: il precedente e la denuncia della governatrice Proietti

La gogna del web, sotto il profilo sessista, aveva coinvolto nel mese di aprile anche la governatrice dell'Umbria, Stefania Proietti finita nel mirino di commenti indecenti e offese becere sui social network. La Presidente della Regione decise di rispondere all'odio del web, pubblicando alcune foto con delle affermazioni censurabili degli haters. 

“'Tanto è una donna, trattiamola così'. Le immagini che vedete qui sotto non hanno bisogno di grandi spiegazioni - scriveva su Facebook la presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti - Sono solo una parte dei commenti, meme, fotomontaggi e insulti sessisti che negli ultimi giorni mi sono piovuti addosso". 

"C’è chi ha pensato di rappresentarmi con il dito medio alzato - continua la Governatrice dell'Umbria - Chi ha voluto ridurmi a una caricatura con minigonna, smalto e scollatura. Chi mi chiama 'la rossettata'. Chi mi ha chiamata 'lady tax', con l’intenzione di sminuirmi e deridermi. E poi ancora: naso da Pinocchio, odio, volgarità, aggressività gratuita".

Proietti: "Ricominciamo a dare un valore alle parole; Io non mi fermo"

"Tutto questo non riguarda me. Io, per fortuna, ho le spalle larghe. Ma riguarda le tante giovani donne che stanno pensando, oggi, di impegnarsi in politica - continua stefania Proietti nel suo sfogo su Facebook - Riguarda le nostre figlie e i nostri figli. Perché se questo è il prezzo che una donna deve pagare per il solo fatto di esporsi, di metterci la faccia, di avere idee, allora abbiamo un problema. Questo tipo di linguaggio non è mai stato usato contro colleghi uomini. Perché accade ora? Non cerchiamo scuse. Non cerchiamo giustificazioni. Solo un invito a riflettere".

"Tante cose in questa società non sono riparabili. Ma il linguaggio sì. - conclude la presidendte dell'Umbria - Una donna non può, non deve, essere insultata o derisa solo perché fa politica, solo perché è libera, solo perché è donna. Io non mi fermo. E continuo a metterci la faccia. Anche per chi, oggi, ha paura di farlo".

AUTORE
foto autore
Emanuele Landi
condividi sui social
condividi su facebook condividi su x condividi su linkedin condividi su whatsapp
ARTICOLI RECENTI
LEGGI ANCHE