Ponte d’Assi, a Gubbio, è stata scossa da un furto di alto profilo avvenuto il 29 ottobre. Nella serata di martedì, una famiglia eugubina di quattro persone, tra cui due membri disabili, si era allontanata dalla propria abitazione intorno alle 19:45. Al loro rientro, poco dopo la mezzanotte, la casa situata in via Acqua Sulfurea è stata trovata completamente a soqquadro. I ladri non solo hanno scassinato una cassaforte a muro, ma hanno anche trafugato gioielli e orologi di valore, per un bottino complessivo di 10.000 euro.
L’aspetto che più colpisce di questo furto è il modus operandi dei ladri. Non si è trattato di un colpo improvvisato, ma di un’operazione studiata nei minimi dettagli, che lascia pensare all’intervento di professionisti del crimine. I malviventi sono entrati da una finestra sul retro dell’abitazione, che si affaccia su un terrazzo al primo piano. Dopo essere saliti, hanno forzato la finestra, penetrando facilmente all’interno della casa. Una volta dentro, hanno agito con precisione e determinazione, senza lasciare alcuna traccia evidente di panico o disorganizzazione.
I ladri oltre ad aver scassinato la cassaforte hanno messo a soqquadro l’intero appartamento
Una vicina anziana ha dichiarato di aver sentito rumori intorno alle 20:10, ma non ha dato loro peso, pensando che provenissero da altri inquilini dell’edificio. Questo ha permesso ai ladri di agire indisturbati, sfruttando probabilmente il silenzio e la scarsa illuminazione serale per portare a termine il colpo. Dopo essere entrati, i ladri hanno messo a soqquadro ogni angolo della casa, aprendo cassetti e armadi alla ricerca di oggetti di valore e denaro. La precisione con cui hanno compiuto il furto fa supporre che conoscessero la disposizione della casa o che sapessero esattamente cosa cercare.
Uno degli aspetti più singolari del furto è la cassaforte a muro, trovata dai ladri in una delle stanze dell’abitazione. I malviventi sono riusciti ad aprirla utilizzando una sega elettrica, un dettaglio che rivela una notevole preparazione tecnica e l’impiego di strumenti adeguati per affrontare una cassaforte di questo tipo. Il proprietario di casa ha raccontato che la cassaforte era vuota, poiché la famiglia si era trasferita a Ponte d’Assi solo da poco tempo e non vi aveva ancora depositato nulla di valore. Nonostante ciò, i ladri hanno potuto recuperare vari oggetti preziosi, come braccialetti, orecchini, due orologi di valore e altri monili in oro, per un totale di circa 10.000 euro.
Si è trattato di un furto di alto profilo messo a segno da professionisti del crimine
L’apertura della cassaforte ha lasciato una traccia evidente della ferocia dell’atto: l’odore acre del metallo tagliato ha impregnato l’intera abitazione, richiedendo alla famiglia due giorni di pulizia per rimuovere ogni residuo del passaggio dei ladri. Il valore affettivo degli oggetti rubati, oltre a quello economico, ha reso la situazione ancora più dolorosa per la famiglia, che ha visto scomparire ricordi preziosi e insostituibili.
Dopo aver saccheggiato la casa, i ladri sono usciti con calma, chiudendo la porta dall’interno, il che ha costretto la famiglia, al loro rientro, a tagliare il chiavistello per poter entrare. I carabinieri, allertati immediatamente dopo la scoperta del furto, sono intervenuti per effettuare i rilevamenti. Durante il sopralluogo, è stata notata una finestra aperta al piano terra, suggerendo che i ladri potrebbero essere stati più di uno e che potrebbero aver usato ingressi diversi per eseguire il colpo. Questo indizio rafforza l’ipotesi che si trattasse di una banda di professionisti, che ha organizzato e attuato un furto di alto profilo con cura e meticolosità.
Negli ultimi anni, a Gubbio, si è osservato un aumento della qualità e della complessità dei furti in appartamento. Non si tratta più di piccoli “furtarelli” improvvisati, ma di veri e propri lavori eseguiti da criminali esperti, capaci di eludere i sistemi di sicurezza e di operare con discrezione. Questo furto di alto profilo, con l’uso di attrezzi sofisticati come una sega elettrica per aprire la cassaforte, rappresenta un salto di qualità rispetto ai furti domestici di poche settimane fa.
Ardua l’identificazione dei responsabili per la mancanza di immagini e testimonianze dirette
I carabinieri, dopo aver effettuato i primi rilievi, stanno ora lavorando per identificare i responsabili, anche se la mancanza di testimoni diretti e la precisione dell’operazione criminale rendono la loro attività particolarmente complessa. Le forze dell’ordine hanno comunque intensificato i pattugliamenti nelle zone residenziali di Gubbio e invitano la popolazione a prestare maggiore attenzione e a segnalare qualsiasi comportamento sospetto.
Tuttavia il passaggio da furti improvvisati a veri e propri colpi di alta professionalità rappresenta una nuovo capitolo per le forze dell’ordine e per i cittadini. Per questo, viene raccomandato di prendere alcune precauzioni per evitare di trovarsi in situazioni simili. Consigli come installare telecamere di sorveglianza, utilizzare sistemi di allarme e mantenere buoni rapporti con i vicini, che possono notare eventuali movimenti sospetti, sono utili per ridurre il rischio di intrusioni.
Siamo davanti a una evoluzione del modus operandi nell’esecuzione dei furti che evidenzia come il crimine stia cambiando anche nelle piccole città, dove il numero reati contro la proprietà è in costante aumento. In passato, i furti nelle abitazioni erano spesso frutto di opportunità momentanee, mentre oggi si assiste a operazioni studiate e preparate con attenzione. Non si tratta più di malviventi alla ricerca di qualche oggetto da rivendere rapidamente, ma di criminali che pianificano accuratamente ogni dettaglio per massimizzare il bottino e minimizzare i rischi, anche avvalendosi di basisti.
Inutile ricordare l’esiguo numero di addetti alla sicurezza in un territorio comunale vastissimo che fa di Gubbio il settimo comune d’Italia per estensione territoriale. È auspicabile perciò la presenza anche di un comando della Polizia di Stato e della Polizia Stradale. Esiste anche la possibilità di sperimentare l’esperienza già in atto nel Comune di Terni, presieduto dal sindaco Bandecchi, con l’utilizzo di un istituto di vigilanza privata.