Stesso “modus operandi” usato in altri contesti criminali, nonostante qualche variazione sul tema per un maxi furto da mezzo milione di euro. Si tratta di una banda che si muove lungo il confine tra l’Umbria e la Toscana. Nella zona industriale di Città di Castello hanno infatti rubato tre furgoni.
Un paio alla manifattura tabacchi, un altro in un mobilificio nelle vicinanze. Con i tre furgoni rubati sono giunti In una ventina di minuti in via Martiri della Libbia, ad Anghiari, alle propaggini della Toscana per un “lavoretto” da veri professionisti. Servendosi di un paio di mezzi hanno sbarrato le strade per intralciare e ritardare l’eventuale intervento delle forze dell’ordine. Hanno poi forzato il cancello della recinzione esterna, non collegato all’impianto d’allarme, e una volta dentro il laboratorio della Nicol Preziosi, specializzata in monili d’argento, hanno ripulito gli scaffali delle cassettiere contenenti la lega del metallo da trattare.
Un blitz messo a segno in una manciata di minuti forse da una mezza dozzina di persone che dopo aver caricato la refurtiva sul terzo “Ford Transit” è svanita nel nulla, sfruttando, probabilmente, la viabilità secondaria. Si tratta perciò di un colpo studiato nei minimi particolari da malviventi a proprio agio nel muoversi in questo spicchio di confine dell’Aretino, non molto distante dall’Umbria. La direzione dell’azienda è ancora impegnata nell’inventario della merce trafugata. Si mormora che il totale potrebbe superare i 500mila euro.
I furgoni per il furto da mezzo milione sono partiti da Città di Castello
Fin da subito i carabinieri della Compagnia di Sansepolcro, guidati dal capitano Carmine Feola, hanno avviato indagini a tutto campo. Il primo passo è stata l’acquisizione delle immagini delle telecamere di videosorveglianza e la ricerca di eventuali tracce che i malviventi potrebbero aver lasciato alle proprie spalle.
Nel ventaglio delle ipotesi non si escluderebbe la presenza di un basista che può aver fornito indicazioni sulla quantità del materiale prezioso disponibile, sul sistema di sicurezza e sugli aspetti logistici. Né si scarterebbero a priori la verifica di eventuali punti di contatto con il colpo subito dalla stessa Nicol Preziosi agli inizi di aprile.
Il 12 aprile infatti, nella Nicol di Anghiari probabilmente gli stessi malviventi avevano portato a termine un colpo in una location da film con i ladri in fuga insieme a un bottino di circa 300mila euro tra argento e metallo in lavorazione. I banditi avevano rubato anche allora un autotreno a Città di Castello, poi erano giunti in via Martiri della Libbia, dove ha sede l’impresa.
La gang si era protetta le spalle abbattendo due alberi. Aveva utilizzato poi come ariete un camion frigo di una catena della grande distribuzione rubato sempre a Città di Castello. Da un lato della strada avevano infatti abbattuto due alberi e disposto i tronchi sull’asfalto per chiudere la carreggiata. Dall’altro avevano posizionato il mezzo pesante sulla carreggiata in modo che potesse bloccare tutto il traffico. Le sirene anti intrusione ed il rapido intervento dei militari dell’Arma, la cui caserma è a breve distanza, avrebbero impedito ai ladri di trafugare la cassaforte ma non di impadronirsi di ben 300 chili d’argento. La stessa notte venne assaltata, con una tecnica molto simile, un’azienda di trasporti e logistica a Taverne di Corciano. In quel caso con un modesto bottino.
Forse la banda ha una base operativa in Umbria e basisti sparsi sul territorio
È presumibile che i ladri possiedano una base in Umbria nei pressi di Città di Castello da dove organizzano e dirigono i colpi. La facilità con la quale mettono a segno i furti d’auto fanno pensare a una banda ben articolata con compiti diversificati tra i vari componenti e con forti specializzazioni.
Si muovono con facilità al confine tra Umbria e Toscana, segno che possiedono una efficiente rete di basisti che li informano in maniera dettagliata sugli obiettivi da colpire.
Sono stati in grado addirittura di mettere a segno due colpi, tra cui un furto da mezzo milione di euro, a breve distanza nella stessa azienda. Contano perciò sull’effetto sorpresa e sulla velocità di esecuzione.