I Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale hanno registrato dodici denunce di furti di arte nel 2023 in Umbria, a fronte delle quattordici del 2022. I furti sono stati perpetrati principalmente in seconde case, spesso situate in aree isolate e utilizzate solo in determinati periodi dell’anno. In questi casi, i proprietari scoprono il reato quando tornano per trascorrere qualche giorno di vacanza. 

I ladri sono a caccia di libri antichi, monete e oggetti artistici realizzati nei secoli scorsi, compresi beni archeologici, che vengono cercati in chiese, librerie, ville e case di campagna isolate. Spesso i furti, specialmente quelli di beni culturali archivistici e bibliografici, vengono scoperti solo al momento dell’individuazione o ritrovamento del bene sottratto.

Dalla banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti emerge che due furti hanno interessato archivi e biblioteche pubbliche o ecclesiastiche; due furti sono avvenuti in abitazioni private; tre sono stati perpetrati in luoghi di culto come chiese, santuari o spazi espositivi devozionali.

Furti di arte in Umbria: dati e recuperi nel 2023

Le attività di contrasto condotte dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Perugia, che coprono l’intera regione Umbria, hanno portato al recupero di beni antiquariali, archivistici, librari e archeologici, per un valore complessivo stimato di circa 7.000 euro. Inoltre, grazie a controlli amministrativi su esercizi commerciali di settore e monitoraggio delle vendite online, sono state sequestrate opere contraffatte, falsamente attribuite ad artisti contemporanei, per un valore stimato di 310.000 euro.

Nel corso del 2023, sono state denunciate 80 persone, controllati 998 beni nella Banca Dati dei Beni Culturali Illecitamente Sottratti, ispezionati 140 esercizi antiquariali e commerciali e 77 mercati e fiere del settore. Sono stati recuperati 94 beni antiquariali, archivistici e librari, e 340 reperti archeologici, di cui 190 integri e 44 relativi a numismatica archeologica. Inoltre, sono state sequestrate 6 opere d’arte contemporanea contraffatte. Sono stati monitorati 100 siti tutelati da vincoli paesaggistici e monumentali e 114 aree archeologiche.

Il Nucleo TPC di Perugia, operando in stretta collaborazione con altre componenti dell’Arma e avvalendosi del supporto tecnico-scientifico dei funzionari del Ministero della Cultura, ha espletato le proprie attribuzioni in tema di salvaguardia del patrimonio culturale. Questo include il monitoraggio dei siti archeologici, delle aree di interesse paesaggistico e dei vari siti UNESCO nel territorio.

Grazie all’importante supporto tecnico delle banche dati del Ministero della Cultura “Vincoli in rete” e “Sitap”, e dell’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro, “Carta del Rischio”, è stato possibile individuare e controllare nel corso di servizi dedicati 100 siti tutelati da vincoli paesaggistici e monumentali e 114 aree archeologiche.

Operazioni di sequestro e denunce

Nel febbraio 2023, a Fermo e Macerata, a seguito di un’indagine sui siti di vendita online e il controllo di esercizi commerciali di beni archivistici e bibliografici, sono stati recuperati e sequestrati numerosi documenti asportati da archivi comunali e diocesani umbri e marchigiani. Una persona è stata denunciata per ricettazione.

Nel settembre 2023, a Perugia e Napoli, in collaborazione con la Fondazione Palazzo Albizzini – Collezione Burri, sono state sequestrate due opere polimateriche contraffatte, falsamente attribuite all’artista Alberto Burri. L’autore dei falsi è stato individuato a Napoli e sono state sequestrate attrezzature e certificazioni pronte per l’immissione in commercio di altre opere.

Nell’agosto 2023, a Cerreto di Spoleto, a seguito di una denuncia per dissidi familiari, è emerso un quadro di reati più vasto, tra cui l’illecita detenzione di beni culturali archeologici. Sono stati sequestrati numerosi materiali provenienti da diverse aree archeologiche del centro Italia e due persone sono state denunciate.

Nel dicembre 2023, a Spoleto, attraverso il monitoraggio dei social media, è stata individuata una rete di persone che, con l’ausilio di metal detector, si dedicavano alla ricerca di metalli in contesti archeologici. Un individuo in particolare è stato scoperto a compiere ricerche sistematiche con profitto. In seguito a una perquisizione, sono stati sequestrati munizionamenti bellici della Seconda Guerra Mondiale, materiale archeologico e numismatica, oltre alle attrezzature utilizzate per le ricerche non autorizzate.