07 Apr, 2025 - 17:05

Funerali Ilaria Sula, il padre Flamur: "Samson deve marcire in carcere, chiediamo giustizia"

Funerali Ilaria Sula, il padre Flamur: "Samson deve marcire in carcere, chiediamo giustizia"

Una città ferita, sconvolta, silenziosa. Ma compatta. Terni ha salutato per l’ultima volta Ilaria Sula, la giovane di 22 anni brutalmente uccisa dall’ex fidanzato Mark Samson. Un femminicidio feroce, un atto di violenza cieca che ha strappato una figlia, una sorella, un’amica, una studentessa alla vita e all’affetto dei suoi cari. Il corteo funebre che ha accompagnato il feretro è stato lungo e composto, fatto di lacrime e rabbia, di dolore e incredulità.

Una bara bianca, un silenzio assordante. In tanti hanno voluto esserci, anche solo per un attimo, per una preghiera, un fiore, uno sguardo rivolto a quella giovane vita spezzata. Una città intera si è fermata. In prima fila il padre di Ilaria, Flamur Sula, che ha trovato la forza di parlare davanti a chi è accorso per condividere il dolore:
“Siamo qui per salutare per l’ultima volta mia figlia Ilaria, era una figlia d’oro, un angelo. Samson deve marcire in carcere. Chiediamo giustizia. Devo ringraziare la Polizia italiana per il lavoro svolto, grazie a tutti per la vicinanza e l’affetto”, ha detto con la voce spezzata. Parole semplici ma piene di dignità, che hanno toccato il cuore di chiunque fosse presente. Un appello accorato, umano, per non lasciare che il tempo faccia scivolare nell’oblio un crimine atroce.


Il dolore delle istituzioni e la solidarietà della comunità

Al funerale erano presenti le principali autorità cittadine e regionali: il sindaco di Terni Stefano Bandecchi, il vicesindaco Riccardo Corridore, l’assessora alla scuola Viviana Altamura, il prefetto di Terni Antonietta Orlando, e anche il sindaco di Capranica Prenestina, Francesco Colagrossi, il piccolo comune del Lazio dove il corpo è stato ritrovato. Presente anche la sindaca di Perugia, Vittoria Ferdinandi, e la rettrice dell’Università La Sapienza di Roma, Antonella Polimeni, in segno di partecipazione e vicinanza.

Una presenza corale, trasversale, che ha voluto dare un segnale forte e inequivocabile: le istituzioni ci sono, la comunità è unita contro ogni forma di violenza, soprattutto quella di genere.


Una fiaccolata per non dimenticare

Ma la giornata di dolore non finisce qui. Alle ore 21 è prevista una fiaccolata nel centro della città, con partenza da piazza della Repubblica e arrivo sotto Palazzo Spada, sede del Comune, dove si trova la simbolica panchina rossa contro il femminicidio.

Un gesto pubblico e collettivo per dire basta, per tenere accesa la memoria di Ilaria, per accendere i riflettori su una piaga che continua a mietere vittime. A promuoverla sono state diverse associazioni locali, comitati civici, la Rete antiviolenza e lo stesso Comune, in un’iniziativa che ha già visto centinaia di adesioni.

La ricostruzione dell’orrore: un delitto brutale


Secondo quanto emerso dalle indagini e dalla confessione dello stesso Mark Samson, l’omicidio di Ilaria sarebbe avvenuto la mattina del 26 marzo. La giovane, che aveva raggiunto l’appartamento dell’ex fidanzato la sera prima, sarebbe stata uccisa in seguito a un impeto di rabbia.

Il giovane avrebbe letto un messaggio sul cellulare della ex che lo avrebbe fatto infuriare. Da lì, il gesto irreparabile: Samson avrebbe afferrato un coltello e colpito la ragazza alla gola. Una violenza brutale, improvvisa, senza scampo.

Dopo l’omicidio, il 23enne avrebbe cercato di ripulire la scena del crimine, eliminando ogni traccia: ha gettato il coltello, stracci e tappeti insanguinati. Poi ha chiuso il corpo della ragazza in una valigia e lo ha abbandonato in un burrone nei pressi di Capranica Prenestina. Un gesto agghiacciante che ha scosso profondamente l’opinione pubblica.

Resta il dolore, immenso, incancellabile, di un padre, di una madre, di un fratello, di un'intera famiglia che ha perso tutto. Da questo dolore nasca un’azione concreta, collettiva, per dire basta alla violenza. Una volta per tutte.

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Lorenzo Farneti
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