Un 27enne di origine rumena è stato arrestato per aver messo in atto una serie di truffe ai danni di clienti di bancomat in Umbria. L’uomo utilizzava una tecnica fraudolenta chiamata “cash trapping”, mediante la quale installava frontalini fasulli su sportelli ATM bancomat per rubare i soldi dei malcapitati. Le indagini condotte dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica Umbria della Polizia Postale di Perugia hanno portato alla sua identificazione e successivo arresto in Spagna, nella città di Elche, in provincia di Alicante.

Truffa dei bancomat con frontalini falsi: arrestato in Spagna il colpevole

Le indagini hanno preso il via quando diversi direttori di uffici postali dell’Umbria hanno notato un’anomala serie di lamentele da parte dei clienti riguardo bancomat malfunzionanti. Questi sportelli non consegnavano il denaro prelevato, nonostante il saldo dei conti fosse debitamente aggiornato. La Polizia Postale, attraverso il Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica Umbria, ha iniziato a indagare, rilevando che molti sportelli ATM erano stati manomessi tramite frontalini fasulli.

Il frontalino è una piccola struttura che si sovrappone alla parte esterna del bancomat, in particolare all’erogatore di banconote. Una volta posizionato dal truffatore, l’accessorio impediva alle banconote di uscire correttamente, trattenendole nella fessura del dispositivo. Il cliente, credendo che il prelievo non fosse andato a buon fine a causa di un guasto, si allontanava dallo sportello. A quel punto, il 27enne si avvicinava al bancomat, rimuoveva il frontalino e recuperava il denaro rimasto bloccato.

Dopo mesi di indagini e controlli incrociati tra vari sportelli postali e banche, la Polizia è riuscita a identificare il 27enne come principale sospettato. Un mandato di arresto europeo è stato emesso nei suoi confronti, e le autorità spagnole, in collaborazione con la Polizia Nazionale, lo hanno rintracciato a Elche, dove si nascondeva. L’uomo è stato arrestato e, successivamente, estradato in Italia, atterrando martedì scorso all’Aeroporto di Fiumicino. Gli agenti della Polizia di Frontiera Aerea e della Polizia Postale di Perugia hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Un caso analogo avvenuto sempre in Umbria lo scorso dicembre

Non è la prima volta che l’Umbria si trova a fronteggiare casi di cash trapping. Un episodio simile è avvenuto lo scorso dicembre, quando un finanziere fuori servizio ha notato un’anomalia durante un prelievo da uno sportello bancomat a Perugia, presso l’ufficio postale di via Settevalli. Mentre cercava di ritirare denaro, l’agente ha rilevato un’irregolarità nella fessura di erogazione, sospettando che il bancomat fosse stato manomesso.

Il finanziere ha subito allertato i suoi colleghi del comando provinciale, che si sono recati sul posto. L’indagine ha rivelato che era stato installato un dispositivo di cash trapping simile a quello usato dal 27enne arrestato in Spagna. Le forze dell’ordine sono riuscite a identificare e bloccare due persone coinvolte nella truffa, una donna che si aggirava nelle vicinanze dello sportello e un uomo che attendeva all’interno di un’automobile parcheggiata poco distante.

Il Cash Trapping: come funziona questa tecnica di truffa ai bancomat

Il cash trapping è una delle tecniche di frode più diffuse e semplici da realizzare nel panorama delle truffe bancomat. Si basa su un principio ingegnoso: bloccare fisicamente l’erogazione del denaro da parte del bancomat per poi recuperarlo successivamente. Il metodo, utilizzato dai malintenzionati, comporta l’installazione di un dispositivo, solitamente un frontalino modificato o un componente sovrapposto alla fessura da cui vengono erogati i soldi.

Il meccanismo è estremamente efficace perché non interferisce con il sistema elettronico del bancomat. La transazione viene registrata come completata, il conto del cliente viene addebitato, ma le banconote non escono dallo sportello. Il cliente pensa che si tratti di un semplice malfunzionamento e spesso si allontana per cercare aiuto, dando al malvivente il tempo necessario per rimuovere il frontalino e appropriarsi del denaro.

Questo tipo di frode è difficile da rilevare per le vittime al momento del prelievo. E’ spesso individuabile dalle banche o dalle forze dell’ordine attraverso una serie di anomalie nelle segnalazioni di malfunzionamento dei bancomat. Spesso, quando più clienti denunciano problemi con lo stesso sportello, gli investigatori capiscono che potrebbe essere stato oggetto di manomissioni. Alcuni dispositivi di nuova generazione sono anche in grado di rilevare tentativi di manomissione fisica e bloccare immediatamente la transazione.