La recente campagna elettorale per la Regione Umbria ha visto sollevare un inaspettato polverone attorno al presunto sostegno dei frati francescani di Assisi alla candidata sindaco Stefania Proietti, attuale sindaca di Assisi. La questione è stata riportata dal Corriere della Sera con un articolo di Fabrizio Roncone che ha insinuato un appoggio dei frati del Sacro Convento, ma che ha successivamente portato alla smentita ufficiale da parte del portavoce del Sacro Convento, fra Giulio Cesareo. Il caso ha generato un acceso dibattito, mettendo in evidenza la delicatezza delle dinamiche comunicative della comunità religiosa e il ruolo della stampa nel contesto politico.

Il tutto è iniziato con un articolo del Corriere della Sera che descriveva, con dovizia di particolari, l’esperienza dell’autore all’interno del Sacro Convento, sede che ospita la tomba di San Francesco, ad Assisi. Il racconto dipingeva una scena suggestiva, in cui l’autore, guidato da un misterioso frate, veniva accompagnato alla tomba del Santo. L’incontro, come riportato dal giornalista, avrebbe incluso commenti apparentemente favorevoli alla candidata Proietti, con un discorso che richiamava concetti di pace e forza spirituale, attribuiti all’ordine francescano.

A seguito della pubblicazione dell’articolo, il Sacro Convento ha risposto con una nota ufficiale firmata da fra Giulio Cesareo, portavoce dell’ordine, in cui smentisce la versione presentata dal Corriere, definendo il racconto una “costruzione” giornalistica priva di fondamento. Cesareo ha apertamente criticato l’articolo, sottolineando come “nessun frate si sognerebbe di mangiare una mela mentre scende alla tomba di san Francesco e di usare un linguaggio” così teatrale. Attraverso questa smentita, i frati hanno cercato di chiarire la loro posizione di neutralità rispetto alla politica regionale e di difendere l’immagine del Sacro Convento come luogo di spiritualità e pace, piuttosto che di propaganda elettorale.

Cesareo, portavoce del Sacro Convento di Assisi, ha vantato la stesura di manifesto etico su AI

La nota di Cesareo è andata oltre la semplice smentita, portando alla luce il ruolo del Sacro Convento nel campo della comunicazione e dell’informazione. Il portavoce ha infatti ricordato che il convento ha recentemente collaborato con l’Ordine dei giornalisti dell’Umbria e altri partner per redigere l’Ai Assisi Act, un manifesto etico per i professionisti della comunicazione nell’era dell’intelligenza artificiale. L’iniziativa mirava a promuovere un’informazione rispettosa, basata sulla verità dei fatti, e a richiamare i giornalisti alla responsabilità sociale del loro mestiere. Tuttavia, Cesareo ha lamentato come questo progetto, sebbene significativo, abbia ricevuto poca attenzione dai media, a differenza delle presunte dichiarazioni di sostegno a Proietti riportate dal Corriere.

Questa dichiarazione evidenzia un cambio di rotta nella gestione della comunicazione del Sacro Convento, un cambiamento percepito da molti come un ritorno a una posizione più riservata e meno esposta mediaticamente rispetto ai tempi in cui a dirigere la comunicazione erano fra Enzo Fortunato e l’ex custode padre Mauro Gambetti, attualmente trasferiti a Roma. Secondo Cesareo, questa scelta non è dettata da una volontà di autoisolamento, ma piuttosto da un desiderio di focalizzarsi sulla verità e sul bene comune, in linea con gli insegnamenti di San Francesco.

Il dibattito sollevato dall’articolo del Corriere ha portato inevitabilmente a riflettere sul delicato tema della strumentalizzazione politica delle figure religiose e dei simboli spirituali. La figura di San Francesco è universalmente riconosciuta come simbolo di pace e fratellanza, e la sua eredità spirituale va ben oltre i confini dell’Umbria, estendendosi in tutto il mondo. Il Sacro Convento di Assisi, custode di questa eredità, ha quindi una responsabilità particolare nel mantenere una posizione di neutralità, evitando di farsi coinvolgere nelle dinamiche elettorali.

Cesareo: “I frati francescani di Assisi non si schierano a favore di alcun candidato”

Cesareo ha voluto sottolineare proprio questo punto nella sua dichiarazione, evidenziando che i frati francescani di Assisi non si schierano a favore di alcun candidato e che la missione dell’ordine è quella di promuovere il bene comune, senza distinzioni ideologiche o politiche. Affermazioni come queste sono particolarmente rilevanti in un contesto come quello umbro, dove l’influenza delle istituzioni religiose è forte e dove il Sacro Convento di Assisi rappresenta un punto di riferimento spirituale e culturale per la comunità.

Un altro tema emerso dalla nota di Cesareo riguarda il modo in cui i media trattano le notizie legate al mondo religioso e la tendenza a cercare titoli “scandalistici” per attrarre l’attenzione dei lettori. Cesareo ha osservato come la “legge del mercato” richieda spesso la costruzione di notizie sensazionalistiche e ha invitato i giornalisti a ricordare l’importanza di un’informazione accurata e rispettosa.

L’idea che San Francesco e il suo messaggio possano essere utilizzati a fini elettorali è un tema delicato e controverso. Da una parte, molti politici trovano nel messaggio francescano un’ispirazione per le proprie campagne, richiamando i valori di pace, uguaglianza e rispetto della natura. Dall’altra, tuttavia, c’è il rischio che la figura del santo venga strumentalizzata per ottenere un vantaggio politico.

L’uso del “Cantico delle Creature” nella campagna elettorale di Stefania Proietti come ispirazione per il programma elettorale ha suscitato un certo dibattito, con alcuni che vedono in questa scelta un modo legittimo di richiamare i valori francescani e altri che temono una forzatura simbolica. La questione è resa ancora più complessa dal fatto che l’Umbria è una regione in cui la spiritualità ha una forte influenza culturale e dove il rapporto tra Chiesa e politica è particolarmente sentito.