Francobaldo Chiocci, giornalista e decano degli inviati italiani, è stato recentemente insignito di un prestigioso riconoscimento per il suo straordinario lavoro di ricerca e difesa della verità riguardante Padre Pio.

A 93 anni, Chiocci continua a rappresentare una delle figure più importanti del giornalismo italiano, con una carriera dedicata alla ricerca della verità e alla difesa dei grandi protagonisti della storia. Il suo ultimo riconoscimento, il Premio “Cercatore della Verità”, è stato conferito dai frati cappuccini di San Giovanni Rotondo per il suo impegno a difendere la figura di Padre Pio, spesso oggetto di critiche e persecuzioni durante il suo apostolato.

Francobaldo Chiocci nato a Gubbio, in Umbria, nel 1931, ha iniziato la sua carriera giornalistica in gioventù, diventando uno dei più rispettati inviati speciali d’Italia. Negli anni ha collaborato con alcune delle più importanti testate giornalistiche italiane, tra cui Il Tempo e Il Giornale, dove ha ricoperto anche ruoli dirigenziali. È stato inoltre direttore del Corriere Adriatico.  Oltre ad essere stato un valido cronista, Chiocci si è distinto per la sua capacità di affrontare temi complessi e controversi, mantenendo sempre uno sguardo obiettivo e una profonda dedizione alla verità.

Il suo impegno nel raccontare storie difficili e nel difendere figure controverse è stato particolarmente evidente nel caso di Padre Pio. Nel corso degli anni, Chiocci ha dedicato una parte significativa della sua carriera a indagare e a scrivere sulla vita del santo di Pietrelcina, offrendo una delle prime biografie approfondite e complete sulla figura del frate cappuccino.

Chiocci si imbatté nella figura di Padre Pio già negli anni 60

Il rapporto di Chiocci con la figura di Padre Pio è iniziato negli anni ’60, quando il giornalista si imbatté per la prima volta nella storia del cappuccino stimmatizzato. In quel periodo, Padre Pio era oggetto di critiche e sospetti, sia da parte delle autorità ecclesiastiche sia di molti laici.

Le accuse contro di lui variavano dalle presunte frodi alle questioni riguardanti l’autenticità delle sue stimmate. In questo contesto, Chiocci decise di approfondire la questione, avviando una serie di inchieste giornalistiche che difesero la figura del frate e lo portarono a pubblicare uno dei primi articoli su di lui il 26 marzo 1964.

Secondo Chiocci, quel primo articolo fu l’inizio di un percorso lungo e impegnativo che lo portò a esplorare ogni aspetto della vita e del ministero di Padre Pio. “Questo premio,” ha dichiarato Chiocci nel ricevere il prestigioso riconoscimento, “l’avrebbe meritato anche chi, come Luciano Cirri, si batté con me da laico e peccatore in difesa di un grande benemerito osteggiato o non capito anche da parte della Chiesa che poi lo ha santificato.”

Il lavoro di Chiocci non si è fermato a semplici articoli di giornale. Negli anni ha pubblicato una biografia in tre volumi su Padre Pio, un’opera monumentale che rappresenta uno dei testi più completi sulla vita del santo. Questi volumi hanno fornito una visione dettagliata e sfaccettata di Padre Pio, dimostrando la sua santità e il suo impegno per il bene dell’umanità nonostante le numerose difficoltà e persecuzioni subite durante la sua vita.

Il premio “Creatore della Verità” assegnato da PP Cappuccini a Chiocci è un prestigioso riconoscimento

Il prestigioso riconoscimento ricevuto da Francobaldo Chiocci il 21 settembre scorso nella basilica di San Giovanni Rotondo è stato un momento particolarmente significativo, non solo per il giornalista, ma anche per la comunità che circonda il santuario di Padre Pio. Il Premio “Cercatore della Verità”, assegnato dai frati cappuccini, celebra il lavoro di coloro che hanno dedicato la loro vita alla ricerca della verità, in particolare difendendo figure e cause ingiustamente attaccate o fraintese.

Durante la cerimonia, tenutasi in occasione del 70° anniversario della Casa Sollievo della Sofferenza, l’ospedale voluto da Padre Pio, si è tenuta la commemorazione dei numerosi protagonisti della vita di San Giovanni Rotondo, tra cui il dottor Guglielmo Sanguinetti, stretto collaboratore del santo nella realizzazione del progetto dell’ospedale. In questo contesto, il premio conferito a Chiocci ha assunto un significato ancora più profondo, collegando il giornalismo alla missione di carità e verità di Padre Pio.

La cerimonia del 21 settembre ha avuto come protagonista non solo Francobaldo Chiocci, ma anche l’opera di Padre Pio, con particolare attenzione alla Casa Sollievo della Sofferenza, l’ospedale fondato dal frate nel 1956. La struttura, che continua a essere un punto di riferimento per la cura dei malati, è stata concepita come un simbolo della missione di carità di Padre Pio, che desiderava offrire un luogo di cura e conforto per i sofferenti.

Presentato anche il libro di Campanella dedicato al dottor Sanguinetti

Durante l’evento,presentato anche il libro di Stefano Campanella, intitolato “Il medico con le scarpe rotte”, una biografia del dottor Sanguinetti, che ha dedicato gli ultimi anni della sua vita alla realizzazione della Casa Sollievo della Sofferenza. La giornata ha voluto ricordare l’importanza di questo progetto di carità, sottolineando come lo spirito di dedizione di Padre Pio continui a vivere attraverso le persone che operano in quella struttura e nel ricordo di coloro che, come Sanguinetti, hanno contribuito alla sua nascita.

L’opera di Francobaldo Chiocci nel difendere la figura di Padre Pio, specialmente durante i periodi più difficili della vita del santo, rimane uno degli esempi più significativi del giornalismo investigativo e del suo ruolo nel dare voce a coloro che non possono difendersi. Chiocci ha sempre sostenuto che il suo lavoro non era motivato da ragioni personali o religiose, ma dal desiderio di riportare la verità e di offrire una difesa a chi ne aveva bisogno.

Chiocci è anche il padre di Gian Marco Chiocci, attuale direttore del Tg1 della Rai, che ha seguito le orme del padre nel mondo del giornalismo, contribuendo a portare avanti la tradizione di una professione basata sulla ricerca della verità e sull’integrità morale. L’impegno della famiglia Chiocci nel campo dell’informazione rappresenta una testimonianza di come il giornalismo possa essere uno strumento potente per la difesa della giustizia e della verità.