Lunedì 25 agosto, Gubbio diventa crocevia tra note e parole, tra atmosfere fumose e indagini serrate. Alle 21, al Chiostro di San Pietro, per la rassegna Gubbio No Borders, il giornalista, saggista e scrittore Franco Bergoglio presenta il suo talk multimediale “Sassofoni e Pistole”, un viaggio affascinante nelle connessioni tra jazz e letteratura noir.
L’appuntamento precede il concerto “Lisa canta Ornella”, a suggellare una serata che fonde ricerca, divulgazione e spettacolo dal vivo.
Torinese, Bergoglio è giornalista, saggista e scrittore. Collabora con il Torino Jazz Festival, scrive per Alias – Il Manifesto e per Torinosette, settimanale culturale de La Stampa. Da anni si dedica allo studio delle relazioni tra jazz e narrativa poliziesca, un percorso che lo ha portato a pubblicare saggi, articoli e a trasformare la sua ricerca in spettacoli teatrali e reading.
La sua cifra è quella del “jazz detective”: un approccio che unisce rigore storico e passione, con la curiosità di chi sa rintracciare tracce nascoste tra i romanzi dimenticati e le copertine ingiallite di vecchie edizioni.
Bergoglio racconta che tutto è iniziato oltre vent’anni fa, durante la stesura della sua tesi di laurea. «Sono partito mentre lavoravo alla tesi di laurea, sulla base di alcuni romanzi noir letti per diletto, dove mi aveva colpito la presenza del jazz. Ho notato che il jazz nei gialli era una costante per motivi storici, sociali, letterari. Ho iniziato ad approfondire l’argomento acquistando romanzi fuori corso sul web (uno di questi arriva da un antiquario australiano), mettendo sottosopra le bancarelle dell’usato. È partita una caccia maniacale durata anni».
Un percorso che ha richiesto dedizione e pazienza: «Per mettere insieme circa 350 autori che parlano di jazz ho dovuto leggere, sfogliare, annusare un’infinità di materiale. Ho lavorato “da storico” sulle fonti e “da detective” sui testi».
Il frutto di quella ricerca è confluito in “Sassofoni e Pistole. Storia delle relazioni pericolose tra jazz e romanzo poliziesco” (Arcana, 2015; edizione economica 2018). Il volume indaga i rapporti tra due linguaggi “popolari” del Novecento: il jazz e il noir.
Il libro ha avuto un ottimo successo di pubblico e critica, tanto da trasformarsi col tempo in reading e spettacolo teatrale. È stato presentato in diverse città italiane, con tappe significative come il Festivaletteratura di Mantova, in dialogo con Luca Crovi.
Le connessioni tra il jazz e il romanzo criminale sono molteplici. Alcune, spiega Bergoglio, diventano veri e propri luoghi comuni:
«I detective ascoltano jazz tra un’indagine e l’altra»
«Le cantanti bionde da night sono sempre dissolute»
«I fumosi jazz club diventano teatro di crimini»
«I musicisti si trasformano in vittime o carnefici»
Non è un caso. Jazz e noir si muovono negli stessi spazi e condividono un clima culturale simile: entrambi nascono come forme popolari, frequentano locali notturni e periferie urbane, raccontano tensioni sociali e passioni estreme.
Il talk che Bergoglio porterà a Gubbio è un viaggio che mescola parole, immagini e musica. Sassofoni e Pistole non è una semplice conferenza, ma un racconto multimediale che conduce il pubblico tra sparatorie a ritmo swing, detective-musicisti, cantanti platinate, ispettori fanatici di Miles Davis.
Un percorso pensato per “Jazz Around – Jazz in Giallo”, che unisce divulgazione e spettacolo. Tocca a Bergoglio, nel ruolo di “detective del jazz”, ricostruire le tracce lasciate dalla musica preferita dagli scrittori noir.
La presenza del jazz nei romanzi polizieschi non è un vezzo stilistico. È piuttosto un segno culturale, che racconta un’epoca. Negli Stati Uniti del Dopoguerra, ad esempio, il jazz rappresentava la musica della notte, dei locali malfamati, degli outsider. Era il sottofondo ideale per ambientare storie di crimini e passioni proibite.
Da Raymond Chandler a Chester Himes, da James Ellroy a Haruki Murakami, passando per i detective italiani di Giorgio Scerbanenco, il jazz accompagna indagini e delitti, disegna atmosfere, amplifica emozioni.
Il jazz e il romanzo poliziesco condividono anche un destino culturale: entrambi nascono come generi popolari, spesso guardati con sospetto dall’élite culturale, ma capaci di conquistare un pubblico vastissimo e di influenzare profondamente il Novecento.
Il jazz, con la sua improvvisazione e la sua vitalità, diventa metafora della libertà e del caos urbano. Il noir, con le sue indagini e i suoi detective tormentati, racconta il lato oscuro della società. Insieme costruiscono un immaginario comune che attraversa letteratura, cinema e musica.
Il rapporto tra jazz e noir si amplifica ulteriormente con il cinema. Dai film polizieschi americani degli anni Quaranta e Cinquanta, fino alle pellicole europee e giapponesi, il jazz è stato colonna sonora privilegiata di inseguimenti, interrogatori e storie di malavita.
«Il sax tenore che accompagna un detective solitario è diventato un’icona», spiega Bergoglio. Una convenzione narrativa che ancora oggi risuona, dai telefilm agli spot pubblicitari.
Il talk Sassofoni e Pistole sarà dunque un’occasione per riscoprire questo intreccio tra jazz e noir, raccontato da chi ha dedicato anni di ricerca a raccogliere tracce e testimonianze.
Il pubblico del Chiostro di San Pietro potrà ascoltare storie di autori, detective e musicisti, accompagnate da suggestioni sonore e visive. Un modo per entrare in un immaginario che, pur essendo nato nel Novecento, continua a parlare al presente.
E subito dopo, la serata continuerà con il concerto Lisa canta Ornella, in un ponte ideale tra jazz, canzone d’autore e memoria musicale italiana.
La forza del lavoro di Bergoglio sta nell’aver saputo unire rigore accademico e passione personale. L’approccio da “storico” e da “detective” ha reso possibile la costruzione di un archivio unico di testi e autori, dimostrando che la cultura popolare merita di essere indagata con la stessa serietà della grande letteratura.
Il risultato è un racconto che diverte e affascina, ma che allo stesso tempo illumina dinamiche sociali e culturali del Novecento, aiutandoci a capire meglio il presente.
La serata del 25 agosto a Gubbio rappresenta un incontro speciale: la città umbra diventa scenario di un dialogo tra parole e musica, tra ricerca e spettacolo.
Con Sassofoni e Pistole, Franco Bergoglio accompagna il pubblico in un viaggio tra fumosi jazz club e pagine ingiallite di romanzi, tra detective tormentati e sax notturni. Un racconto che dimostra come il jazz non sia solo musica, e il noir non sia solo narrativa, ma che entrambi siano specchi di un’epoca, linguaggi capaci di raccontare l’anima nascosta della società.
Come dice lo stesso autore: «Ho lavorato da storico sulle fonti e da detective sui testi. Il jazz e il noir sono forme popolari, ma insieme hanno creato un immaginario universale che continua a parlarci».