Fumata nera a Palazzo Pretorio: la formazione della Giunta del neo-eletto sindaco Vittorio Fiorucci si fa attendere, alimentando speculazioni e tensioni politiche che si riflettono in ogni angolo del panorama politico di Gubbio.
A pochi giorni dall’insediamento del Consiglio Comunale, fissato per il 17 luglio, le nomine non sono ancora state ufficializzate. Le fonti della maggioranza indicano che fino a lunedì 15 luglio non verranno rilasciate comunicazioni, lasciando tutti in sospeso e alimentando il fermento politico.
La situazione è inoltre complicata dalle ingerenze provenienti da Perugia, dove figure influenti stanno cercando di indirizzare le scelte di Fiorucci, in particolare per quanto riguarda l’assessore in quota Lega. La candidatura di Micaela Parlagreco, consigliera comunale e attiva nel partito regionale, è fortemente sostenuta da Perugia. Tuttavia, Fiorucci sembra avere in mente un altro profilo, considerando anche le pressioni interne dei leghisti eugubini che preferiscono soluzioni diverse. A questo punto, giunge legittima la domanda: riuscirà Fiorucci a creare una giunta che non sia eterodiretta dalle segreterie dei partiti? Ah saperlo, avrebbe detto Riccardo Pazzaglia…
Questa divergenza di opinioni evidenzia un conflitto tra la leadership regionale e le dinamiche locali, complicando oltre misura il processo decisionale. La situazione della Parlagreco viene vista come un ostacolo significativo alla definizione dell’esecutivo, rappresentando un punto di stallo critico che Fiorucci deve superare almeno entro la mezzanotte di martedì prossimo.
La promessa degli “esterni di fuori Gubbio” condiziona la formazione della Giunta
Un altro aspetto inquietante è la dichiarazione di Fiorucci durante la campagna elettorale riguardo l’inclusione di “esterni di fuori Gubbio” nella giunta. Questa promessa ha creato l’aspettativa di sorprese e innovazioni nel team esecutivo. Tuttavia, la mancanza di nomi concreti e l’assenza di comunicazioni chiare su questo fronte alimentano nuove speculazioni. Che cosa si intende per “fuori Gubbio”? Mocaiana o Madrid? Anche qui si giustifica l’esclamazione: ah saperlo!
Se Fiorucci non riuscirà a mantenere questa promessa, potrebbe aprirsi un serio problema di coerenza con quanto dichiarato in campagna elettorale, mettendo a rischio la propria credibilità. L’aspettativa di una giunta composta da volti nuovi e provenienti dall’esterno del contesto eugubino potrebbe rappresentare una svolta significativa, ma l’assenza di trasparenza rischia di trasformare una potenziale opportunità in una delusione. Poi diciamocelo in faccia: quale figura non eugubina se la sentirebbe di farsi coinvolgere in questo marasma?
A dire il vero alcuni dei volti “indigeni” proposti fino a ora sono reperti archeologici: vecchi fossili provenienti da giunte antidiluviane. Nella peggiore delle ipotesi ci sarà sempre un posto per loro nell’Orto San Benedetto tra i dinosauri.
Parallelamente, si sviluppa una disputa per la posizione di addetto stampa. Euro Grilli, giornalista professionista che ha assistito Fiorucci durante tutta la campagna elettorale, si aspetta una gratificazione tangibile per il suo impegno. Tuttavia, Fiorucci sembra voler prendere tempo, esplorando anche altre opzioni in consultazione con i partiti a Perugia.
Il nodo del giornalista Euro Grilli e dei due figli
La candidatura di Grilli è controversa e la decisione finale potrebbe incidere sulla coesione della maggioranza. In alternativa, si parla di una possibile conferma a tempo determinato di Federica Grandis, attuale addetta stampa nominata dal precedente sindaco Filippo Mario Stirati. La dinamica qui è intricata, con Grilli che ha partecipato alla selezione per questa posizione in passato, aggiungendo ulteriore tensione alla situazione.
Sembra che gli eletti con Fiorucci non abbiano neanche la minima idea di quello che significa “comunicazione” nel 2024 e per questo rimangono ancorati a vecchi schemi validi fino alla metà degli anni 90 che oggi sono assolutamente inadeguati soprattutto nel campo della comunicazione verso i giovani che peraltro non vanno più a votare.
La campagna elettorale di Fiorucci ha visto un significativo coinvolgimento della famiglia Grilli. Mattia Grilli, figlio di Euro, è stato candidato con la lista Club Millenials, mentre Elia Grilli ha curato video e social media. Questo forte legame familiare con la campagna aggiunge un ulteriore strato di complessità alle dinamiche politiche, evidenziando come le relazioni personali possano influenzare le decisioni amministrative.
È certo che il collega Euro Grilli sia un professionista valido e ben introdotto in molti ambienti che può avvalersi anche della consulenza dei due figli, due astri nascenti della politica e della comunicazione a Gubbio. Sarebbe un grave errore metterlo da parte. Tuttavia non fatemi pensare che sia proprio questa la ragione per la quale la famiglia Grilli viene estromessa…
Vittorio Fiorucci, il temporeggiatore?
Il ritardo nella formazione della giunta e le continue pressioni esterne riflettono una mancanza di direzione chiara da parte di Fiorucci. La sua incapacità di prendere decisioni rapide e trasparenti mette in luce una debolezza nella leadership che potrebbe avere ripercussioni durature sulla sua amministrazione. Inoltre, le ingerenze da Perugia sollevano domande sulla reale autonomia di Fiorucci e sulla sua capacità di resistere alle pressioni esterne.
La promessa di coinvolgere “esterni di fuori Gubbio” nella formazione della giunta rischia di diventare un boomerang se non viene concretizzata. La fiducia dei cittadini, già messa alla prova dalle lunghe attese e dall’incertezza, potrebbe essere definitivamente erosa se Fiorucci non manterrà le sue promesse elettorali, come il progetto faraonico della quattro corsie Gubbio-Branca che tanto ha avvelenato il clima politico nel periodo elettorale. Nel frattempo, per tutta risposta, lo Stato ha disposto una stretta dei finanziamenti ai comuni, iniziativa che Fiorucci ha ignorato non firmando il documento di protesta dei 43 sindaci. Distrazione o atto deliberato? In entrambi i casi, una figuraccia.
Le tensioni interne e le pressioni esterne, unite a una comunicazione inesistente, stanno creando un clima di incertezza che potrebbe minare la fiducia dei cittadini e la stabilità della maggioranza stessa.