La Regione Umbria ha recentemente annunciato l’avvio dei lavori con i fondi del PNRR per la riparazione delle erosioni spondali lungo il fiume Chiascio, un intervento strategico per garantire la sicurezza delle aree industriali e degli argini che costeggiano il corso d’acqua nel comune di Bastia. Un fiume noto fin dal Medioevo, infatti Dante ne ha parlato nell’undicesimo canto del Paradiso, quando racconta di San Francesco d’Assisi.
Fondi del Pnrr per il fiume Chiascio: stanziati 800mila euro
Il progetto, finanziato con un budget di 800 mila euro, rientra nell’ambito della Missione 2 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), mirando a mitigare il problema delle alluvioni e a ridurre il rischio idrogeologico sul territorio umbro. Attraverso la riprofilatura delle sponde d’alveo, la creazione di scogliere in massi lapidei naturali e il rinverdimento delle aree circostanti, l’intervento mira a consolidare gli argini esistenti e a ripristinare il corretto deflusso delle acque.
Il progetto è gestito dal Servizio mitigazione del rischio idrogeologico, idraulico e sismico dell’Assessorato alle Opere Pubbliche, che coordina un complesso di interventi del valore complessivo di 25 milioni di euro, gran parte dei quali finanziati dal PNRR.
Secondo quanto dichiarato dalla Regione, i lavori sono già in corso e procedono secondo le tempistiche previste dalla normativa vigente, che impone la conclusione entro il 2026. La scelta di intervenire sul fiume Chiascio risponde alla necessità di proteggere le aree industriali e gli insediamenti limitrofi dalle condizioni di fragilità del territorio evidenziate durante eventi di piena precedenti.
Il consorzio della Bonificazione umbra è il soggetto attuatore dell’intervento, mentre l’impresa esecutrice è la Esseti Srl di Terni, impegnata nella realizzazione di opere idrauliche e di difesa del territorio.
L’importanza di questi interventi non può essere sottovalutata, poiché mirano a garantire la sicurezza delle comunità locali e a proteggere le attività economiche presenti nelle aree a rischio idrogeologico. Inoltre, contribuiscono alla mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici, fornendo un esempio tangibile di come sia possibile adattare il territorio ad un uso compatibile con le condizioni mitigate di rischio.
Umbra Acque: “Chiascio ok entro il 2025”
Una delle iniziative più significative che verrà attutata entro i prossimi anni è l’integrazione della diga del Chiascio nei principali sistemi idrici regionali, un progetto attualmente al 25% di realizzazione e previsto per essere completato entro il 2025. Questa interconnessione, valutata in 28 milioni di euro, promette di migliorare significativamente la gestione idrica della regione, garantendo un maggiore flusso e una distribuzione più efficiente delle risorse.
Umbra Acque ha annunciato lo scorso mese in occasione della Giornata mondiale dell’acqua, un investimento di 52 milioni di euro per contenere le dispersioni idriche e ha delineato un programma di intervento su 200 chilometri di condotte nei prossimi due anni. Questo impegno finanziario, sostenuto anche dal PNRR, mira non solo a preservare le risorse idriche, ma anche a ridurre i consumi energetici, i prelievi dalle falde e a migliorare la qualità dell’acqua erogata.
Durante l’incontro che si è tenuto il mese scorso e promosso anche dalla Cattedra Unesco dell’Università per Stranieri, è stato sottolineato il ruolo cruciale della cooperazione e del dialogo nella gestione delle risorse idriche, con particolare attenzione al potenziale dell’acqua come strumento di pace e sviluppo. Hanno partecipato all’evento anche rappresentanti istituzionali e esperti del settore, tra cui l‘assessore all’Urbanistica Margherita Scoccia, il direttore generale di Arpa Umbria Luca Proietti e Chiara Biscarini, vice-chair della Cattedra Unesco sulla Gestione delle Risorse Idriche e Cultura.
Umbra Acque in quell’occasione ha ribadito il proprio impegno a livello internazionale con il progetto di costruzione di due pozzi in Malawi, in collaborazione con l’Associazione Amici del Malawi, per fornire accesso all’acqua pulita nelle aree remote del paese africano.