Agrigento chiama, Terni risponde. La città siciliana, nominata Capitale Italiana della Cultura per il 2025, esporrà due opere d’arte provenienti dalla collezione della Fondazione Carit per la mostra inaugurale dal titolo ‘I Tesori d’Italia – Il ‘900 delle Fondazioni‘. Da Giorgio De Chirico a Lucio Fontana, è ospitata nella prestigiosa sede di Villa Aurea, all’interno dell’area archeologica e prenderà il via questo sabato, 18 gennaio. Si tratta del primo prestigioso appuntamento che apre al ciclo di grandi eventi in programma fino alla fine dell’anno.
Ecco quali sono le due opere della Fondazione Carit in prestito ad Agrigento
Le due opere della Fondazione Carit sono partite da Palazzo Montani Leoni lunedì 13 gennaio: sono due capolavori dell’arte del secolo scorso. Si tratta di Combustione del maestro tifernate Alberto Burri del 1961, concessa in prestito per la prima volta e Aristotele del napoletano Vincenzo Gemito, scultura in bronzo, ovvero l’unica scultura in mostra che arriva proprio da Terni.
La mostra, curata da Pierluigi Carofano e Anna Ciccarelli, propone un percorso iconografico che si snoda attraverso la storia dell’arte italiana. In esposizione ci saranno 25 opere, 24 dipinti e una scultura, di 22 artisti provenienti da tutte le venti regioni del Paese.
Il patrimonio artistico delle Fondazioni Italiane per la Capitale della Cultura
La mostra ‘I Tesori d’Italia – Il ‘900 delle Fondazioni‘ ha coinvolto Fondazioni bancarie e culturali nazionali che hanno messo a disposizione, attraverso i prestiti, il proprio patrimonio. L’intento è quello di far dialogare le principali correnti artistiche del secolo scorso. “Una storia dell’arte – si legge nella presentazione – che è, al contempo, storia del Paese stesso, in un racconto che non intende essere esaustivo, ma che si sviluppa attraverso opere per lo più sconosciute al pubblico, e che diventano qui simboliche della vastità del tesoro artistico e culturale italiano“.
Il valore aggiunto della mostra agrigentina risiede proprio nell’aver saputo instaurare e celebrare un dialogo artistico che abbraccia l’Italia intera. “Il progetto – scrivono gli organizzatori – realizzato dal Parco Valle dei Templi di Agrigento e Consorzio Progetto Museo, ha reso possibile, per la prima volta, celebrare una capitale della cultura italiana con i riferimenti e le radici culturali dell’intero Paese e non solo di un singolo territorio. Il percorso espositivo guida il visitatore alla scoperta dei tesori artistici con una varietà di linguaggi realizzati nell’arte figurativa italiana“.
Dalla Fondazione Carit agli altri tesori in mostra ad Agrigento
Tutte le venti regione italiane saranno rappresentate nella mostra ad Agrigento. Dal Naturalismo e al Verismo, di Francesco Michetti (Abruzzo), Antonio Mancini (Lazio) e di Vincenzo Gemito (Campania) e di Giuseppe De Nittis (Puglia), al Divisionismo di Giuseppe Pellizza da Volpedo (Piemonte), di Angelo Barabino (Liguria) e di Umberto Boccioni (Calabria), passando dal Secondo Futurismo, di Fortunato Depero (Trentino) e di Ivo Pannaggi (Marche), alle visioni metafisiche di Giorgio Morandi (Emilia), Giorgio De Chirico (Italia), di Mario Sironi (Sardegna) e di Filippo de Pisis (Romagna). Proseguendo dal Neorealismo di Renato Guttuso (Sicilia), per il Cubismo di Gino Severini (Toscana), l’Arte informale di Emilio Vedova (Veneto), di Afro Basaldella (Friuli-Venezia Giulia), e di Alberto Burri (Umbria), lo Spazialismo di Lucio Fontana (Lombardia) e, infine, il New Dada di Gino Marotta (Molise), Francesco Nex (Valle D’Aosta), fino all’Astrattismo di Carla Accardi (Basilicata) con un’opera inedita.
Un pezzo da Terni anche alla grande mostra su San Francesco
Terni custodisce un vasto patrimonio artistico che grazie ai prestiti, come quello che abbiamo riportato, può essere ulteriormente valorizzato e reso fruibile. Recentemente la Città di San Valentino ha partecipato con un’altra opera, di tutt’altra epoca stavolta, alla grande mostra su San Francesco a Roma, ‘San Francesco, tra Cimabue e Perugino‘.
Visibile fra le opere di immenso valore esposte presso la Biblioteca del Senato, c’è anche un Benozzo Gozzoli proveniente dal Museo d’arte moderna e contemporanea Aurelio De Felice: Lo sposalizio mistico di santa Caterina d’Alessandria e i santi Bartolomeo, Francesco e Lucia risalente al 1466, realizzata in tempera su tavola.