Dal 2 al 10 aprile la città di Foligno si trasforma in un palcoscenico vivente per celebrare la figura immortale di Dante Alighieri grazie alle Giornate Dantesche: un evento che ormai da anni richiama l’attenzione di studiosi, appassionati e curiosi da ogni dove. Questa manifestazione, che cresce di anno in anno in prestigio e partecipazione, si propone di rendere omaggio alla prima edizione a stampa della Divina Commedia, realizzata proprio a Foligno nell’aprile del 1472. Un evento speciale è previsto il 25 marzo per il Dantedì e sarà una vera e propria anteprima di quanto si vedrà durante la manifestaziona.
Le Giornate Dantesche offrono un programma denso di appuntamenti tra cui spiccano alcune conferenze tenute da eminenti dantisti del calibro di Alberto Casadei, Lino Pertile, Natascia Tonelli e Natale Vacalebre. Non mancheranno le presentazioni di libri di rilievo del settore, tra cui “Dove non mi hai portata” di Maria Grazia Calandrone e “Vita maledetta” di Benvenuto Cellini, presentato da Alessandro Masi. L’evento si arricchisce di incontri speciali, uno su tutti quello con l’ex direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli.
Nella prima giornata, il 2 aprile, la città accoglierà la scrittrice Melania Mazzucco, che darà il via a una serie di eventi che includono spettacoli teatrali e musicali, oltre a una fiera editoriale dedicata a Dante e al Medioevo prevista per il 5 e 6 aprile nella suggestiva cornice di Palazzo Trinci.
Tutti gli eventi sono aperti al pubblico, ma è gradita la prenotazione attraverso il sito https://www.giornatedanteschefoligno.it/ dove è possibile anche consultare il programma completo.
Arte ed educazione: i pilastri delle Giornate Dantesche di Foligno
Un elemento distintivo dell’edizione 2024 delle Giornate Dantesche di Foligno è il contributo artistico di Ugo La Pietra, che ha illustrato la copia anastatica della “editio princeps” della Divina Commedia che sarà presentata il 2 aprile. A moderare l’incontro sarà presente il critico d’arte Italo Tomassoni, oltre naturalmente allo stesso artista. La Pietra ha, inoltre, disegnato quattro opere inedite dedicate ai tre regni ultraterreni descritti da Dante: Anteporta, Inferno, Purgatorio e Paradiso.
È da sottolineare che le scuole giocano un ruolo cruciale nell’evento di quest’anno. Ci saranno infatti laboratori a tema dantesco per gli studenti delle medie e il concorso “Commediando” per le scuole superiori, che invita a una reinterpretazione personale di un canto della Commedia. Un’iniziativa particolare è poi il concorso “Una terzina per Foligno”, che vedrà le terzine della Divina Commedia esposte nelle vie del centro storico, in un dialogo unico tra l’opera di Dante e la vita quotidiana della città.
Un evento che cresce e coinvolge
L’assessore alla cultura Decio Barili sottolinea come la manifestazione sia cresciuta notevolmente negli anni, diventando un appuntamento fisso nel calendario culturale della città e dell’Umbria. Aggiunge anche che la presenza delle terzine dantesche per le vie di Foligno simboleggia l’integrazione dell’evento nel tessuto urbano e culturale e rendono l’esperienza ancora più coinvolgente e significativa. Cristiana Brunelli, coordinatrice scientifica delle Giornate Dantesche ha infine ricordato la portata significativa dell’evento e il livello raggiunto negli anni. Afferma: “Lo dimostrano i patrocini da parte di Società Dante Alighieri, Società Dantesca Italiana, Associazione degli Italianisti, Festival del Medioevo, ma anche del Ministero della cultura“.
Le Giornate Dantesche di Foligno rappresentano quindi non solo un tributo a Dante Alighieri e alla sua opera senza tempo, ma anche un’occasione di riflessione culturale, artistica ed educativa, che rafforza il legame tra passato e presente, tra la grande letteratura e la vita di tutti i giorni.
Intervista a Luca Maria Spagnuolo: “Far conoscere Dante oltre Dante”
Ai microfoni di TAG24 Umbria è intervenuto uno dei più interessanti e innovativi divulgatori di Dante e della cultura dantesca, Luca Maria Spagnuolo, attualmente di base negli Emirati Arabi dove lavora come curatore e storico dell’arte presso una casa d’aste. Proprio il suo lavoro è il punto di partenza per una riflessione illuminante sull’importanza delle radici culturali e tradizionali nell’arte.
Spagnuolo ad Abu Dhabi si sta occupando, tra le altre cose, anche di arte irachena del ‘900 ed è proprio da qui che parte per spiegare perché è fondamentale sentirsi parte di qualcosa di grande, di affondare le proprie radici nella tradizione. “Gli iracheni, negli anni del secondo dopoguerra, hanno cercato di costruire una propria identità legandosi alla tradizione irachena, alla mesopotamia alle antiche cività assiro-babilonesi, quindi andando al di là dell’islam“.
“È importante per un artista, sentirsi parte di un qualcosa, affondare le radici in qualcosa“, ha proseguito Spagnuolo, scherzando – ma neanche troppo – su come questo aspetto sia una sorta di costante genetica che coinvolge tutti gli artisti. E infatti aggiunge: “Prima di iniziare il proprio cammino bisogna sapere da dove si parte e la prima cosa che Dante fa è avere una guida“. La scelta di Virgilio come guida, e non di artisti contemporanei a Dante, secondo Spagnuolo non è casuale ma rappresenta il legame profondo con la tradizione, che è essenziale per l’innovazione.
“Per andare avanti, è necessario partire da un punto. Non ci si può improvvisare. Da Michelangelo a Picasso a Dante Alighieri, tutti hanno attinto dalla tradizione per creare qualcosa di nuovo“. E su Dante ha aggiunto: “Ha creato e forgiato una nuova lingua, ma è partito da Virgilio, per creare qualcosa di unico. Non ha iniziato da zero“.
Giornate Dantesche a Foligno: Dante icona pop? Sì, ma c’è anche dell’altro
Parlando dell’importanza delle Giornate Dantesche di Foligno il discorso si sposta sull’Umbria che Spagnuolo considera culla del teatro italiano. Quest’ultimo ha visto le sue prime espressioni ad Assisi e Perugia intorno agli anni ’60 del 1200. In uno dei suoi tanti lavori, si è occupato di collegare la Divina Commedia proprio al teatro sacro umbro del Trecento, evidenziando come Dante fosse profondamente inserito in quel contesto. “Io collegavo le mie letture della Divina Commedia di Dante con le laudi, quelli che oggi chiameremmo copioni, per far sentire l’affinità. Per mostrare che Dante era parte di una civiltà“.
Gli artisti sono sempre immersi in un contesto culturale, nella tradizione, ed è fondamentale che questo emerga anche riguardo Dante Alighieri. “È complicato dire che Dante è frutto di qualcosa, perché a volte il mondo culturale ha la tendenza a creare delle celebrità. Dante è una sorta di icona pop. Che da una parte è un bene, ma dall’altra lo sradica dal proprio contesto culturale e io cercavo semplicemente di fare l’opposto“. Ed è proprio quello che lo storico dell’arte si auspica dalle Giornate Dantesche di Foligno, dal 2 al 10 aprile 2024, ovvero far conoscere “Dante fuori da Dante, oltre Dante stesso. Far vedere quello che c’è intorno a Dante Alighieri” per esplorare le radici e le influenze che hanno contribuito a formare il sommo poeta.