Foligno ritrova il suo Duomo. La Cattedrale di San Feliciano, dopo un lungo percorso di restauro, ha spalancato nuovamente le sue porte. Il sindaco Stefano Zuccarini, durante l’apertura ufficiale, ha ricordato l’importanza storica e spirituale del luogo, sottolineando il profondo legame tra i folignati e il loro Patrono.
Dopo otto anni d’attesa, per via dei danni causati dal sisma del 2016, la comunità ritrova un pezzo della sua identità. La cerimonia di inaugurazione, tra l’altro, si è tenuta il 20 gennaio, a pochi giorni dalla solennità del vescovo e martire cui è dedicata la cattedrale, patrono di Foligno e della diocesi, San Feliciano, che si celebra il 24 gennaio. Presenti i cardinali Giuseppe Betori, Gualtiero Bassetti e Fortunato Frezza.
Foligno e il Duomo: un legame speciale
Un grande momento per la comunità di Foligno, in un anno non banale, quello della Porta Santa. La Cattedrale di San Feliciano, sorta sul sito di una struttura del IX-X secolo dove fu sepolto il santo patrono, torna a essere centrale per i folignati dopo 8 anni di chiusura e l’esecuzione dei lavori per ripristinare i danni causati dal sisma del 2016.
Quattro gli stralci fondamentali per il percorso di restauro: due finanziati dalla Conferenza episcopale italiana attraverso i fondi dell’8xmille. Dai fondi post sisma 2016, invece, è pervenuto un milione di euro per riparazioni, restauri e restituzioni pittoriche interne alla cattedrale. Il quarto – da 850mila euro stanziato a dicembre 2023 con un’ordinanza a firma dell’allora commissario Giovanni Legnini – si concluderà nel 2026, interessando il campanile e la copertura della cappella Jacobilli.
L’arcivescovo Sorrentino: “Il Duomo è un luogo simbolico per Foligno”
“La cattedrale è una delle chiese giubilari di Foligno – ha dichiarato parole del arcivescovo Mons. Sorrentino – la prima delle quattro che ho scelto nelle quali si potrà ricevere l’indulgenza plenaria. Per tutto l’anno ci sarà un servizio di confessioni affinché ciascuno possa trovare, nel momento in cui ne ha bisogno, un sacerdote disponibile ad ascoltarlo”.
L’arcivescovo Sorrentino ha legato la riapertura al Giubileo 2025, sottolineando il valore della Cattedrale come luogo simbolico per la diocesi di Foligno. Ha parlato della necessità di riscoprire la fede in un’epoca di incertezze e ha rivolto un messaggio ai giovani, ricordando che per otto anni molti di loro non hanno potuto vivere l’esperienza comunitaria all’interno della Cattedrale e che sarà necessario recuperare questo tempo.
“Riaprire la cattedrale – ha anticipato – mi servirà anche a spiegare che non basta avere una chiesa fatta di mura, per quanto storiche, belle e artistiche. È il simbolo di una comunità di cristiani che vuole prendere sul serio il Vangelo, di un cristianesimo che vuole rifarsi vivo dentro una cultura che si va distaccando dalle radici evangeliche”.
Il sindaco di Foligno, Zuccarini: “Una grande emozione”
“C’è grande emozione da parte dell’intera cittadinanza – così il sindaco di Foligno, Stefano Zuccarini – la Cattedrale è un punto di riferimento religioso e identitario”. “Importante l’opera di restauro e la collaborazione tra le diverse istituzioni che hanno permesso il recupero dell’edificio – ha evidenziato il commissario straordinario per la ricostruzione post-sisma, Guido Castelli – ricordo che il lavoro non è ancora concluso, con ulteriori interventi previsti per il Campanile e la Cappella Jacobilli”.
“Importanti gli interventi di messa in sicurezza della struttura che garantiscono standard antisismici elevati – le parole della presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti – c’è una forte partecipazione popolare che rappresenta un segnale di grande significato per la città”.
Alla celebrazione hanno preso parte le massime autorità religiose dell’Umbria, tra cui i cardinali Giuseppe Betori, Gualtiero Bassetti e Fortunato Frezza, oltre a rappresentanti delle forze dell’ordine e numerose associazioni locali. L’evento ha avuto l’incipit in Piazza della Repubblica, luogo legato alla storia della città e alla figura di San Francesco, che qui, nel 1205, compì uno dei suoi primi gesti di rinuncia ai beni materiali.