Palazzo Reale di Milano omaggia la città di Foligno con una mostra dedicata a Giuseppe Piermarini, uno dei più noti architetti italiani del XVIII secolo, la cui attività neoclassica si può ancora oggi ammirare negli edifici di maggiore rilevanza di Milano e della Lombardia.

Inaugurata il 30 maggio scorso, la mostra “Piermarini a Milano. I disegni di Foligno” è visitabile, a ingresso libero, fino al 28 luglio 2024.

A curarne la promozione e la produzione sono il Comune di Milano, il Comune di Foligno, Palazzo Reale e la Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno.

Nella fattispecie, l’esposizione fa parte delle iniziative di valorizzazione di Palazzo Reale come membro del network ARRE – Association des Résidences Royales Européennes, che riunisce circa trenta residenze reali dell’Unione Europea.

Milano omaggia Foligno con Piermarini

La mostra “Piermarini a Milano. I disegni di Foligno” racconta l’evoluzione del grande architetto italiano, tra i principali esponenti del neoclassicismo italiano, proponendo una selezione di disegni del corpus grafico piermariniano provenienti dalla biblioteca comunale di Foligno, sua città natale.

Questa selezione parte dai primi studi romani fino ad arrivare alle grandi opere lombarde, con particolare attenzione alla città di Milano e a Palazzo Reale, sede della mostra.

Fra i progetti di spicco dell’architetto Giuseppe Piermarini a Milano rientrano, infatti, la ristrutturazione di Palazzo Reale, la costruzione di Palazzo Belgioioso e soprattutto del teatro alla Scala.

Sempre in Lombardia si inseriscono la realizzazione della Villa Reale di Monza, dell’Accademia di Mantova e il rimodernamento dell’Università di Pavia.

Nella mostra sono esposti, inoltre, alcuni plastici architettonici provenienti da Palazzo Trinci a Foligno e maquettes dell’arco scenico della Scala e del teatro di corte di Palazzo Reale, in collaborazione con l’archivio storico artistico del teatro alla Scala.

Fondazione Carifol: “Impronta indelebile del suo genio creativo”

Per la presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno, Monica Sassi “la scelta di Milano come sede di questa mostra riveste un significato particolare”.

“Milano è una città intrisa di storia e cultura – dichiara la presidente della fondazione – e le opere architettoniche di Giuseppe Piermarini presenti in questa città sono una testimonianza tangibile del suo genio creativo“.

Piermarini ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama architettonico italiano e internazionale – spiega Sassi – “è motivo di onore e soddisfazione poter celebrare la realizzazione e la presentazione di questo evento artistico e culturale”.

Un evento che “trova la sua genesi – aggiunge – nel ruolo della Fondazione quale agente di sviluppo culturale e attore strategico nella diffusione della conoscenza”.

La mostra di Piermarini a Milano

Il percorso espositivo si articola in due sezioni che richiamano momenti salienti della vita e dell’opera dell’artista folignate.

La prima sezione, che riguarda “Gli anni della formazione”, illustra l’apprendistato romano di Giuseppe Piermarini presso Paolo Posi e Carlo Murena e il successivo soggiorno a Napoli presso Luigi Vanvitelli, l’architetto che fu il suo affezionato mentore, colui che lo introdusse nel capoluogo lombardo.

La seconda sezione dal titolo “Piermarini in Lombardia” è, invece, dedicata alla sua attività di Regio Imperial Architetto della casa d’Asburgo.

Ripercorrendo i luoghi più significativi dell’opera piermariniana in Lombardia, la sezione intende riflettere sullo sviluppo della sensibilità artistica dell’architetto e sull’evoluzione del suo percorso professionale, fondato sulle inclinazioni scientifiche e sugli studi classici.

Su Piermarini e sul suo metodo innovativo interviene il curatore Paolo Verducci, vicepresidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno e professore dell’Università degli Studi di Perugia: “Cimase, basi, profili, trabeazioni, cornici, stilobati, specchiature, camini sono solo alcune delle forme disegnate“.

“Dettagli che rappresentano non solo la testimonianza di un lavoro di ricerca sistematico, quasi ossessivo – illustra Verducci – ma anche di una necessità, quasi fisiologica, di dare un ordine e un metodo di classificazione a elementi che determinano la qualità architettonica degli edifici”.