La tragedia delle Foibe e l’esodo di migliaia di italiani dall’Istria, da Fiume e dalla Dalmazia sono ferite profonde nella storia del nostro Paese. Il Giorno del Ricordo serve proprio a questo: a mantenere viva la memoria di tali orribili eventi e a onorare le vittime di una pagina nera della nostra storia. È quello che sottolinea la presidente della Regione Umbria Stefania Proietti, che oggi ribadisce con forza l’importanza di questa ricorrenza. “Ricordare le vittime delle Foibe e l’esodo degli Istriani, Fiumani e Dalmati dalle loro terre con tutto il portato di sofferenza umana e devastazione, è un dovere di tutte le istituzioni”, dichiara.

La presidente, come anche il sindaco di Terni Stefano Bandecchi, punta l’attenzione su come per troppi anni questa tragedia sia stata ignorata. “Si tratta di un capitolo doloroso e atroce della nostra storia che va ricordato per mantenere sempre vivi i valori della libertà e del rispetto della dignità umana”. Riconoscere le sofferenze subite dagli esuli significa restituire loro dignità. Impedendo soprattutto che l’oblio cancelli le ingiustizie patite.

Stefania Proietti sulle Foibe, il peso della storia e il dovere della verità

Comprendere gli errori del passato è fondamentale per evitare che simili orrori si ripetano. È ciò che risuona dalle dichiarazioni delle istituzioni, da Mattarella a Bandecchi a Stefania Proietti, sulle Foibe e l’esodo di migliaia di italiani. La presidente della Regione Umbria ribadisce che la verità storica deve essere affermata senza ambiguità. “Ricordare nella ‘verità storica’ ciò che è accaduto a tantissimi italiani, che, solo per il fatto di  essere tali, furono torturati, depredati, uccisi, infoibati e quindi lesi con una morte orribile e senza sepoltura, significa ridare loro dignità almeno nella memoria collettiva”.

Per anni, infatti, la storia delle foibe è stata trascurata o persino negata. Oggi il riconoscimento di questi eventi diventa pertanto un atto di giustizia. “I crimini di nazionalismi e dittature non hanno colore politico, vanno sempre con convinzione e unanimità condannati”, prosegue Stefania Proietti. Il riferimento non sembra essere solo alle Foibe, ma anche ai tanti crimini tutt’oggi perseguiti in tutto il mondo. Ciò che la presidente sottolinea è quindi la necessità di una condanna chiara e condivisa di tali orrori.

Testimonianze vive per una memoria che insegna

La trasmissione della memoria alle nuove generazioni è un elemento cruciale per Stefania Proietti, che racconta un episodio personale. “Ho avuto l’onore e il privilegio di conoscere una concittadina che ha subito l’esilio insieme a tutta la sua famiglia. Che ha visto morire tanti suoi cari e, per tutta la vita, ha portato su di sé la ‘cicatrice’ di queste sofferenze impresse solo per il fatto di essere un’italiana nata e vissuta in quei luoghi”.

Storie come quella di Raffaella, esule istriana, sono essenziali per comprendere l’impatto di questa tragedia sulla vita di intere famiglie. Proietti sottolinea infatti il valore della testimonianza diretta e la necessità di trasmettere la conoscenza ai più giovani. “Con convinzione personale e istituzionale sostengo (e mi attiverò) che alle giovani generazioni vada trasmessa la conoscenza dei fatti accaduti”, afferma. “Perché soltanto così si può lavorare per rafforzare l’impegno affinchè queste violenze non si ripetano più e invece si perseguano sempre i valori della pace, della libertà e del rispetto della dignità umana”, conclude.

In quest’ottica, il Giorno del Ricordo non è solo un momento per commemorare, ma un impegno attivo per il futuro. La presidente evidenzia ancora una volta, riferendosi a questo giorno così importante, come la memoria storica debba tradursi in azioni concrete. La conoscenza e la consapevolezza sono strumenti essenziali per costruire una società che rifiuti ogni forma di sopraffazione. E la Regione Umbria sembra andare verso una direzione ben delineata, in questo senso.