25 Jul, 2025 - 21:48

Scontro in Umbria sull’inclusione lavorativa: Fish dice no alla convenzione

Scontro in Umbria sull’inclusione lavorativa: Fish dice no alla convenzione

La Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap (Fish) Umbria ha annunciato oggi che non firmerà lo schema di convenzione quadro per l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità nelle cooperative sociali di tipo B, recentemente approvato e promosso dalla Regione.

Fish Umbria esprime profondo rammarico per non essere stata coinvolta attivamente nella stesura dell’accordo e motiva la scelta di non sottoscriverlo come gesto di coerenza e protesta. La notizia ha destato attenzione nella comunità locale, poiché l’accordo in questione mira a favorire l’occupazione di persone con disabilità attraverso collaborazioni con le cooperative sociali di tipo B, un tema molto sentito sul territorio.

Perché Fish Umbria ha detto no all'accordo sull'inclusione lavorativa

L’accordo regionale, firmato oggi a Perugia nel Salone d’Onore di Palazzo Donini, dà attuazione in Umbria all’articolo 14 del Decreto legislativo 276/2003, la cosiddetta Legge Biagi. Questo articolo prevede la possibilità per i datori di lavoro di assolvere parzialmente agli obblighi di assunzione di personale con disabilità conferendo commesse di lavoro a cooperative sociali di tipo B, ossia quelle imprese sociali il cui obiettivo principale è offrire opportunità lavorative a persone con difficoltà di inserimento nel mercato del lavoro ordinario.

Fish Umbria, che riunisce molte associazioni attive sul fronte della disabilità in regione, contesta il fatto di non essere stata realmente coinvolta nella fase di elaborazione dell’accordo. "Esprimiamo profondo rammarico per non essere stati chiamati a partecipare attivamente alla fase di elaborazione dell’accordo", si legge nel comunicato. I rappresentanti di Fish Umbria lamentano di essere stati convocati solo a cose fatte: "Siamo stati invitati a ratificare un documento già definito, non a co-progettarlo. Questo approccio è discriminatorio nei confronti delle persone con disabilità e del loro diritto a essere protagoniste".

L'accusa di esclusione e le critiche al modello scelto dalla Regione Umbria

Oltre al metodo, Fish Umbria critica nel merito il contenuto dell’accordo quadro, ritenendolo eccessivamente orientato a facilitare le aziende a scapito delle assunzioni dirette di persone con disabilità. "L’accordo, più permissivo della Legge Biagi, rischia di disincentivare le assunzioni dirette e di accentuare la deresponsabilizzazione delle aziende", avverte la Federazione.

La Legge Biagi già consente, come visto, una forma di assolvimento parziale degli obblighi di assunzione tramite convenzioni con cooperative; tuttavia, Fish Umbria teme che questo nuovo schema umbro sia ancora più indulgente nei confronti dei datori di lavoro. Se l’accordo viene attuato in modo estensivo, le imprese potrebbero preferire di affidare commesse alle cooperative sociali di tipo B invece di assumere direttamente persone con disabilità nel proprio organico.

Fish Umbria mette in guardia contro una possibile "deresponsabilizzazione" del tessuto produttivo: le aziende, scaricando l’obbligo sulle cooperative, potrebbero sentirsi meno impegnate nell’accogliere lavoratori con disabilità al proprio interno. Questo sarebbe contrario allo spirito della legge 68/1999, nata per promuovere l’integrazione lavorativa direttadelle persone con disabilità nel mondo del lavoro pubblico e privato.

Cosa rischiano davvero le persone con disabilità secondo Fish Umbria

Fish Umbria evidenzia come, con questa convenzione, la Regione Umbria abbia perso un’occasione per adottare politiche più coraggiose e all’avanguardia sul fronte dell’inclusione lavorativa. Nel comunicato si legge infatti che la Regione "ha perso l'occasione di adottare strumenti più innovativi e inclusivi, basati sulle Linee guida della Legge 68/99, che promuovono una reale collaborazione e trasparenza sui dati".

Secondo Fish Umbria, l’accordo quadro firmato in Umbria sarebbe stato l’occasione per applicare queste linee guida innovative, ad esempio prevedendo maggiori garanzie di tracciabilità e monitoraggio delle convenzioni con cooperative, o introducendo meccanismi premianti per le aziende che assumono direttamente. Invece, si è scelta la via "permissiva" e tradizionale, limitandosi a replicare lo schema previsto dalla normativa nazionale senza sfruttare margini di miglioramento locale.

La trasparenza sui dati è un punto centrale: Fish Umbria avrebbe voluto vedere nell’accordo impegni chiari sulla raccolta e pubblicazione di dati riguardanti quante persone con disabilità vengono effettivamente assunte tramite queste convenzioni e con quali esiti, così da poter misurare i risultati e aggiustare il tiro delle politiche se necessario.

Le richieste per il futuro: più trasparenza, co-progettazione e coinvolgimento reale

Di fronte a queste criticità, Fish Umbria ha scelto di non sottoscrivere l’accordo. Una decisione definita necessaria "per coerenza", dato che la Federazione ritiene di non aver potuto dare un contributo sostanziale alla stesura del testo. "Non potendo dare un contributo significativo alla stesura, per coerenza non sottoscriveremo l'accordo", annuncia infatti Fish Umbria, prendendo ufficialmente le distanze dall’iniziativa regionale.

L’auspicio, però, è che questo gesto non venga frainteso come una chiusura al dialogo, bensì come uno stimolo a fare meglio in futuro: la Federazione "auspica che questa posizione spinga a una maggiore collaborazione e attenzione alle proprie richieste in futuro, soprattutto in vista della sperimentazione prevista dal Decreto legislativo 62".

In vista di questi prossimi appuntamenti, la Federazione dichiara di voler partecipare da protagonista alla co-progettazione delle politiche del lavoro destinate alle persone con disabilità. "Intendiamo essere parte attiva e propositiva nei prossimi percorsi – per costruire politiche del lavoro che mettano davvero al centro i diritti e le potenzialità delle persone con disabilità", conclude il comunicato.

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Francesca Secci
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