"Le scelte vanno calate nelle comunità con consenso di responsabilità e nei tempi che richiedono." Con queste parole il sindaco di Gubbio, Vittorio Fiorucci, ha concluso ieri pomeriggio il suo intervento alla Conferenza dei capigruppo, facendo chiarezza sul percorso che ha condotto la Giunta a optare per una modifica straordinaria del tragitto dei Ceri nella zona di piazza Quaranta Martiri.
Il sindaco ha voluto subito chiarire che "non sono state omesse le comunicazioni", in quanto "nessuno sapeva, fino a dopo il Consiglio Comunale del 29 aprile, che si sarebbe dovuta prendere una decisione del genere". La scelta è maturata in un contesto in continuo mutamento, scandito da sopralluoghi, verifiche tecniche e riunioni urgenti.
A questo argomento dedica una esclusiva il quotidiano cittadino Vivo Gubbio diretto da Massimo Boccucci.
Fiorucci ha ricostruito in dettaglio il susseguirsi degli eventi. A partire dalle rassicurazioni fornite, fino all’11 aprile, dal direttore dei lavori ingegner Mario Traversini: "ci era stato garantito che i Ceri sarebbero passati sul percorso tradizionale, supportati anche dagli uffici tecnici".
Il 24 aprile, tuttavia, Traversini ha chiesto un incontro urgente con il sindaco per discutere nuove problematiche legate alla sosta del pubblico lungo il percorso. Il primo cittadino ha spiegato che, anche in quel momento, "il passaggio dei Ceri era ritenuto possibile, ma si ponevano interrogativi sulla gestione della folla nei pressi dei giardini".
Il 28 aprile, si è tenuto un tavolo tecnico alle 9:30 e, nella stessa giornata, un sopralluogo serale alla presenza delle componenti ceraiole. "Anche in quella sede, i Ceri erano considerati in sicurezza. Ma si chiese di estendere le barriere fino all’area dei giardini, vista la presenza di molte persone in quella zona".
Tuttavia, i problemi di livellamento del terreno e la necessità di creare raccordi tra aree già pavimentate e altre ancora in gettata hanno sollevato difficoltà tecniche rilevanti.
La mattina del 29 aprile, Fiorucci era sul cantiere con il titolare dell’azienda Calzoni, l’ing. Traversini, i tecnici comunali e i rappresentanti ceraioli. Alle 10 si è tenuta la riunione convocata dalla questura per discutere il piano di sicurezza. "In quella sede, ancora non era stata presa alcuna decisione definitiva", ha ribadito il sindaco.
Nel corso della giornata, a fronte di "tempi incerti, valutazioni non definitive sulla sicurezza e un preventivo ancora in arrivo", la Giunta, riunita per altri punti all’ordine del giorno, ha discusso anche questo aspetto.
"Abbiamo deciso all’unanimità di avvalerci del percorso alternativo", ha detto Fiorucci, sottolineando come "non fosse più possibile garantire con certezza i parametri di sicurezza e di gestione della folla".
A scelta compiuta, è stato convocato un tavolo straordinario con le componenti ceraiole per comunicare in modo diretto e rispettoso quanto deciso dalla Giunta. "Questo per garbo istituzionale. Non si poteva fare altrimenti", ha precisato il sindaco.
Fiorucci ha tenuto a ribadire che non c'è stata alcuna comunicazione anticipata o ufficiosa: "le uniche comunicazioni sono state la convocazione del tavolo. Di altre cose uscite in maniera fraudolenta non siamo responsabili".
Il primo cittadino ha concluso evidenziando lo spirito con cui la Giunta ha agito: "Abbiamo operato nel rispetto del Consiglio Comunale, dei quadri economici, ma soprattutto della salute dei ragazzi, dei ceraioli e dell’intera comunità".
Nel corso del suo intervento, Fiorucci ha anche riconosciuto il ruolo del cosiddetto Tavolo dei Ceri, "che da anni collabora con l’Amministrazione e rappresenta una dimensione della città che va oltre le formalità istituzionali".
L'intervento del sindaco Fiorucci è stato accolto con attenzione dai capigruppo consiliari, nella consapevolezza che il cambiamento del percorso dei Ceri rappresenta un fatto rilevante e delicato. Ma la volontà espressa è stata quella di evitare strumentalizzazioni e di riportare la discussione su un piano di condivisione e responsabilità.
Gubbio, in questo passaggio critico, guarda al 15 maggio con spirito di comunità e nel rispetto profondo di una tradizione che non si misura solo in chilometri, ma nel sentimento condiviso di un popolo che sa affrontare ogni sfida con unità e consapevolezza.