Un avvertimento chiaro alla Giunta regionale dell’Umbria: modificare la rotta o prepararsi a fronteggiare lo scontro con i lavoratori del Tpl aderenti a Cgil e Cisal. Si apre ufficialmente una nuova stagione di tensioni sindacali nel trasporto pubblico locale umbro. Le segreterie regionali di Filt Cgil e Faisa Cisal hanno annunciato lo stato di agitazione e l’avvio delle procedure di raffreddamento contro la gara d’appalto per l’affidamento del Tpl in quattro lotti, approvata l’11 giugno dalla giunta regionale guidata da Stefania Proietti.
Una decisione giudicata dalle due sigle come un passo indietro su tutta la linea, che ripropone le stesse criticità già denunciate durante l’era Tesei. “Già alla precedente giunta regionale, che per prima aveva optato per la gara a quattro lotti, avevamo contestato il fatto che tale modalità di gara avrebbe comportato il rischio di smantellamento del settore, con un impatto devastante sul lavoro e sulla qualità del servizio”, hanno dichiarato in conferenza stampa i segretari Ciro Zeno (Filt Cgil) e Cristian Di Girolamo (Faisa Cisal).
Il giudizio sulla linea della nuova amministrazione è netto: “La stessa contestazione la facciamo all’attuale giunta regionale. L’ormai certa scelta della gara a quattro lotti anche da parte dell’attuale governo della Regione, che l’ha prevista nella delibera di giunta dell’11 giugno, la mette infatti al paro della precedente, viste anche le promesse fatte in campagna elettorale”.
Filt e Faisa rivendicano un’azione sindacale “seria e coerente, senza politicizzazioni e pendenze ideologiche”, dettata unicamente dalla preoccupazione per “le possibili conseguenze negative della gara sull’occupazione e sulla qualità del servizio”. Le critiche, spiegano, erano state già espresse in passato, senza però ottenere ascolto: “La ex presidente della Regione, Donatella Tesei, e l’ex assessore regionale Enrico Melasecche pensarono bene di escluderci dai tavoli per ben tre anni, poiché criticavamo il modello su quattro lotti”.
Al loro posto, proseguono i due sindacalisti, sarebbero state privilegiate “sigle sindacali più accondiscendenti e vicine ai governi di destra”. Una prassi che, secondo Zeno e Di Girolamo, continua ancora oggi: “Pensavamo quindi di confidare nella comprensione e capacità della nuova amministrazione regionale, ma questa invece ha scelto di deludere umbri e lavoratori con questa posizione scellerata”.
Un nodo centrale della vertenza è rappresentato dalla mancanza di chiarezza sulla clausola sociale, elemento fondamentale per garantire la continuità occupazionale nei cambi di gestione. “Abbiamo sempre chiesto quali fossero i contenuti di tale clausola, sia a Melasecche che all’attuale assessore Francesco De Rebotti, ma a oggi rimane un mistero”, hanno ribadito i due segretari.
E ancora: “La clausola sbandierata dall’ex assessore Melasecche e da un altro sindacato che strizza l’occhio a destra potrebbe forse offrire qualche garanzia, se solo fosse messa sul tavolo e ne conoscessimo i contenuti, ma soltanto ai lavoratori attuali”.
Su questo fronte, tuttavia, una piccola apertura è arrivata proprio grazie alla pressione sindacale: “Siamo riusciti a ottenere dall’attuale assessore De Rebotti l’impegno di un secondo livello contrattuale anche ai futuri lavoratori”, sottolineano Zeno e Di Girolamo. Una conquista, precisano, che va inquadrata “nel silenzio delle altre organizzazioni sindacali”.
Uno dei passaggi più duri del comunicato riguarda il modello a quattro lotti, che per i sindacati resta un errore tecnico e strategico. “Grazie al confronto con l’amministrazione regionale attuale abbiamo avuto la conferma che sarebbe possibile una gara a lotto unico”, spiegano. Ma la scelta finale è andata in un’altra direzione.
“Advisor e dirigenti della Regione che sostenevano la gara a quattro lotti, così come l’assessore Melasecche, sono stati messi all’angolo, poiché è stata sfatata la questione dell’impossibilità e illegalità di una gara a lotto unico”, chiariscono dal loro osservatorio.
Il sospetto è che la giunta abbia preferito “continuare ad ascoltare le indicazioni dell’advisor e dei tecnici della Regione Umbria che hanno costruito la gara con l’ex assessore Melasecche, senza invece chiedere a un consulente esterno una relazione neutra da condizionamenti”.
Il timore, oggi, è che la situazione degeneri ulteriormente: “L’assenza di progressi da parte dell’amministrazione Proietti su maggiori tutele da garantire ai lavoratori ci ha spinto ad annunciare lo stato di agitazione”.
E l’avvertimento finale è chiarissimo: “I lavoratori e i cittadini umbri hanno già ricevuto una volta promesse non mantenute e non credono più nemmeno in questa amministrazione”. La speranza delle due sigle - ancora aperta - è che la Regione possa “aggiustare il tiro per evitare il disastro dei trasporti”.
Filt Cgil e Faisa Cisal, intanto, si preparano dunque a possibili azioni di sciopero, "a difesa del diritto al lavoro e alla mobilità dei cittadini umbri".